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Giurisprudenza Tributaria

Classificazione catastale ruralità: è decisiva per IMU
Un'ordinanza della Corte di Cassazione stabilisce che la classificazione catastale di un immobile è determinante per ottenere l'esenzione IMU. Nel caso esaminato, una società agricola si è vista negare il beneficio fiscale per un fabbricato utilizzato per attività agricole ma non accatastato nelle categorie specifiche (A/6 o D/10). La Suprema Corte, accogliendo il ricorso di un Comune, ha ribadito che l'effettiva destinazione d'uso non è sufficiente se non supportata dalla corretta classificazione catastale ruralità, annullando la decisione di merito che aveva dato ragione all'azienda.
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Rinuncia al ricorso: estinzione e spese compensate
La Corte di Cassazione dichiara l'estinzione di un giudizio tributario a seguito della rinuncia al ricorso presentata da un gruppo di società alberghiere. La controversia, originata da avvisi di accertamento per la tassa sui rifiuti (TARSU), si è conclusa con un accordo stragiudiziale tra le parti. La Corte ha disposto la compensazione delle spese legali, chiarendo che in caso di rinuncia non è dovuto il versamento del doppio del contributo unificato.
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Agevolazione IRES enti ecclesiastici: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2884/2024, ha stabilito principi fondamentali sull'agevolazione IRES per gli enti ecclesiastici. La Corte ha chiarito che la riduzione d'imposta non è automatica solo per la natura dell'ente, ma richiede una valutazione oggettiva dell'attività svolta, che non deve configurarsi come un'impresa commerciale in concorrenza sul mercato. Inoltre, ha confermato la tassabilità delle plusvalenze derivanti dalla vendita di terreni edificabili, anche se acquisiti per successione tra enti (ope legis), poiché la tassazione è legata alla caratteristica intrinseca del bene e non alla modalità di acquisto.
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Prova Contraria Redditometro: La Cassazione chiarisce
L'Agenzia delle Entrate contesta a una contribuente un maggior reddito tramite redditometro, basandosi sulla proprietà di un immobile e un mutuo. La contribuente si difende invocando l'aiuto economico di marito e suocero. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2893/2024, ha stabilito che per fornire la prova contraria al redditometro non basta dimostrare la disponibilità di fondi da parte di terzi, ma è necessario provare con documentazione rigorosa il loro effettivo utilizzo per coprire le spese contestate.
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Agevolazione IRES enti ecclesiastici: i limiti
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2877/2024, ha stabilito che l'agevolazione IRES per gli enti ecclesiastici non è automatica. Per i redditi derivanti da locazioni immobiliari, è necessario dimostrare che l'attività non sia svolta in forma d'impresa e che i proventi siano direttamente destinati ai fini istituzionali di religione o culto. La mera qualifica soggettiva dell'ente non è sufficiente. La Corte ha inoltre ribadito che il contribuente può emendare un errore a proprio svantaggio presente in dichiarazione direttamente nel corso del contenzioso.
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Agevolazione fiscale enti ecclesiastici: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2869/2024, ha stabilito i criteri per l'applicazione dell'agevolazione fiscale per gli enti ecclesiastici. La Corte ha accolto il ricorso dell'Agenzia delle Entrate contro un Istituto Diocesano, negando la riduzione dell'IRES sui redditi derivanti dalla locazione di immobili. È stato chiarito che non è sufficiente la natura religiosa dell'ente; è necessario dimostrare che l'attività economica svolta non sia di tipo commerciale e che i proventi siano esclusivamente e direttamente destinati ai fini istituzionali. La sentenza ha anche confermato che, ai fini fiscali, un terreno si considera edificabile dal momento dell'adozione del piano urbanistico da parte del Comune, indipendentemente dalle approvazioni successive.
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Transfer pricing: il metodo TNMM è legittimo?
La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di transfer pricing, stabilendo che i giudici di merito devono verificare l'adeguatezza del metodo TNMM (margine netto della transazione) utilizzato dal contribuente per la determinazione dei prezzi infragruppo. La Corte ha cassato la sentenza di secondo grado per non aver condotto tale analisi, rinviando la causa per una nuova valutazione. Ha inoltre annullato la decisione sui costi da paesi 'black list' per motivazione apparente.
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Raddoppio termini accertamento: la Cassazione decide
Una contribuente, titolare di capitali non dichiarati in un paradiso fiscale, ha contestato una sanzione sostenendo la scadenza dei termini per l'azione dell'amministrazione. La Corte di Cassazione ha stabilito che il raddoppio dei termini di accertamento si applica retroattivamente anche agli anni d'imposta precedenti l'entrata in vigore della legge, in quanto norma di carattere procedurale. L'atto è stato quindi ritenuto tempestivo e legittimo.
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Agevolazione fondi immobiliari: prova della prevalenza
Una società di gestione del risparmio ha perso l'appello per l'ottenimento di una agevolazione fiscale sul conferimento di immobili a un fondo. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando che la società non ha fornito una prova adeguata per l'agevolazione fondi immobiliari, specificamente sul requisito della prevalenza di immobili locati, e non ha contestato correttamente in sede di legittimità la valutazione dei fatti operata dai giudici di merito.
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Redditometro: come funziona la prova contraria del Fisco
La Corte di Cassazione analizza un caso di accertamento fiscale basato sul redditometro per il possesso di beni di lusso. L'Agenzia delle Entrate aveva rettificato il reddito di un contribuente, il quale aveva ottenuto l'annullamento in appello. La Suprema Corte ha ribaltato la decisione, chiarendo che per superare la presunzione del redditometro non basta dimostrare la disponibilità di somme non tassabili (derivanti, ad esempio, dalla vendita di un altro bene), ma è necessario provare che tali somme siano state effettivamente utilizzate per coprire le spese contestate. La causa è stata rinviata per un nuovo esame.
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Residenza fiscale e Lista Falciani: Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di accertamento fiscale basato sulla "Lista Falciani". L'Agenzia delle Entrate contestava la residenza fiscale estera di una contribuente. La Corte ha annullato la decisione di merito, stabilendo che la residenza fiscale si determina in base al "centro di interessi vitali" e non solo sulla base di un certificato formale. Ha inoltre confermato la piena utilizzabilità della "Lista Falciani" come prova sufficiente a fondare l'accertamento, invertendo l'onere della prova a carico della contribuente.
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Raddoppio termini accertamento: sì alla retroattività
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2865/2024, ha stabilito che il raddoppio dei termini di accertamento per capitali detenuti all'estero, introdotto nel 2009, ha natura procedurale e si applica retroattivamente. Il caso riguardava un contribuente sanzionato per omessa dichiarazione di disponibilità finanziarie in Svizzera per gli anni 2008-2009. La Corte ha chiarito che, essendo una norma procedurale, si applica il principio 'tempus regit actum', legittimando l'operato dell'Agenzia delle Entrate anche per annualità precedenti all'entrata in vigore della legge.
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Esenzione fiscale fabbricati rurali: la Cassazione
Una società agricola ha impugnato un avviso di accertamento TARI, sostenendo che i propri immobili dovessero essere esenti in quanto rurali. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, affermando un principio fondamentale: l'esenzione fiscale per i fabbricati rurali non dipende dal loro uso di fatto, ma richiede inderogabilmente una specifica classificazione catastale (es. D/10). La Corte ha inoltre precisato che una precedente sentenza favorevole sull'IMU non si estende automaticamente alla TARI, data la diversa natura dei due tributi. La decisione sottolinea come la forma prevalga sulla sostanza per il riconoscimento di questo specifico beneficio fiscale.
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Agevolazione IRES enti ecclesiastici: i limiti
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2860/2024, ha stabilito i criteri per l'applicazione dell'agevolazione IRES per gli enti ecclesiastici. Il caso riguardava un istituto diocesano a cui l'Amministrazione Finanziaria aveva negato la riduzione IRES sui redditi derivanti da locazioni immobiliari. La Corte ha chiarito che il beneficio non è automatico basandosi solo sulla natura dell'ente (requisito soggettivo), ma richiede una valutazione oggettiva dell'attività svolta. Se la gestione immobiliare è condotta con criteri imprenditoriali e di concorrenza sul mercato, essa perde il diritto all'agevolazione IRES, anche se i proventi sono destinati a fini istituzionali come il sostentamento del clero. La sentenza è stata cassata con rinvio per una nuova valutazione dei fatti secondo questo principio.
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Investimenti ambientali: no alla doppia deduzione
La Corte di Cassazione ha stabilito che nell'ambito dell'agevolazione per investimenti ambientali (cd. Tremonti Ambiente), la deducibilità è limitata al solo costo supplementare dell'investimento. Non è ammessa l'ulteriore deduzione delle quote di ammortamento, in quanto ciò configurerebbe una duplicazione illegittima del beneficio fiscale, in contrasto con la normativa europea sugli aiuti di Stato.
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Fatture inesistenti: onere della prova per le aziende
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha chiarito la ripartizione dell'onere della prova in caso di contestazione di costi derivanti da fatture inesistenti. L'Amministrazione finanziaria deve fornire prove, anche solo indiziarie, della fittizietà dell'operazione. A quel punto, spetta al contribuente fornire una prova rigorosa del contrario, che non può limitarsi alla sola esibizione della fattura o delle scritture contabili. La Corte ha cassato la sentenza di merito che aveva erroneamente posto a carico dell'Agenzia fiscale l'onere di una prova incontrovertibile.
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Società non operative: come contestare la presunzione
Una società di capitali, qualificata come "società non operative" a causa di perdite consecutive, ha dichiarato il reddito minimo presunto senza versare l'imposta, al fine di poter impugnare la successiva cartella di pagamento. La Corte di Cassazione, ribaltando le decisioni dei giudici di merito, ha stabilito che tale comportamento è una strategia processuale legittima. Il contribuente ha sempre il diritto di dimostrare in giudizio la sussistenza di situazioni oggettive che giustificano la disapplicazione della disciplina, anche se ha presentato una dichiarazione conforme alla presunzione legale. La Corte ha sottolineato che il diniego dell'interpello non è un atto impugnabile e che il giudice tributario deve valutare il rapporto sostanziale e non solo l'atto formale.
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Compensazione credito: la prova spetta al contribuente
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 28206/2025, ha rigettato il ricorso di un contribuente contro una cartella di pagamento per una compensazione credito non provata. La Corte ha ribadito che l'onere di dimostrare l'esistenza del credito spetta esclusivamente al contribuente, specialmente quando la sua stessa dichiarazione dei redditi indicava un'eccedenza d'imposta pari a zero.
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Rimborso accise energia: la Cassazione conferma
Una società cliente ha richiesto e ottenuto il rimborso di un'addizionale provinciale sulle accise pagata al proprio fornitore di energia. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del fornitore, confermando il diritto del cliente al rimborso accise energia direttamente da quest'ultimo. La decisione si fonda sulla sopravvenuta dichiarazione di incostituzionalità della norma che istituiva la tassa, stabilendo inoltre l'applicazione di interessi moratori maggiorati sulla somma da restituire.
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Integrazione del contraddittorio: l’obbligo in Cassazione
In un caso di contenzioso fiscale per operazioni inesistenti, la Corte di Cassazione ha emesso un'ordinanza interlocutoria. Rilevando la mancata notifica del ricorso al fallimento di una delle società coinvolte, parte necessaria nel giudizio precedente, ha sospeso la decisione sul merito. Invece di dichiarare l'inammissibilità, la Corte ha ordinato l'integrazione del contraddittorio, concedendo 60 giorni per notificare l'atto alla parte mancante, in applicazione del principio di cui all'art. 331 c.p.c.
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