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Notifica PEC cartella: il PDF è valido, dice la Cassazione

Una società contribuente ha contestato la validità di alcune cartelle di pagamento ricevute tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) in formato .pdf, sostenendo che fosse necessario il formato .p7m con firma digitale. Mentre i giudici di merito avevano dato ragione alla società, la Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione. Con una recente ordinanza, ha stabilito che la notifica PEC cartella è perfettamente valida anche con un allegato .pdf non firmato digitalmente, poiché la cartella non richiede una sottoscrizione autografa e il sistema PEC garantisce già la provenienza dell’atto. La causa è stata rinviata alla Corte di Giustizia Tributaria per un nuovo esame.

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Pubblicato il 2 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica PEC Cartella: la Cassazione Conferma la Validità del Formato PDF

La digitalizzazione dei processi fiscali solleva spesso dubbi sulla validità formale degli atti. Un tema ricorrente riguarda la notifica PEC cartella di pagamento: è necessario un file firmato digitalmente in formato .p7m o è sufficiente un semplice .pdf? La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito un chiarimento fondamentale, stabilendo che la notifica tramite copia informatica in .pdf è pienamente valida, anche in assenza di firma digitale.

Il Fatto: la Contestazione di una Società

Una società contribuente aveva impugnato diverse cartelle di pagamento e comunicazioni di iscrizione ipotecaria. Il punto centrale della contestazione riguardava la modalità di notifica di sei cartelle, avvenuta via PEC. Secondo la società, la notifica era inesistente perché l’allegato era una copia informatica della cartella in formato .pdf, priva di attestazione di conformità all’originale e di firma digitale. Di conseguenza, si eccepiva anche la decadenza dell’azione di riscossione da parte dell’Agente della Riscossione.

Inizialmente, sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano dato ragione alla società. I giudici di merito avevano ritenuto nulla la notifica, sostenendo che il file .pdf, a differenza del .p7m, non permetteva di verificare la conformità all’originale e la “paternità dell’atto”, ossia l’identificazione certa del suo autore.

La Valutazione della notifica PEC cartella nei gradi di merito

La decisione dei giudici di merito si basava su un’interpretazione rigida delle norme sulla documentazione digitale. L’assenza di un formato firmato digitalmente come il .p7m è stata vista come un vizio insanabile, capace di invalidare l’intera procedura di notifica. Questa interpretazione ha portato all’annullamento degli atti, con la conseguente declaratoria di decadenza del diritto alla riscossione da parte dell’ente impositore.

L’Agenzia delle Entrate e l’Agente della Riscossione, non condividendo questa visione, hanno proposto ricorso per cassazione, sostenendo che la normativa vigente non impone l’uso del formato .p7m per la notifica delle cartelle esattoriali.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’amministrazione finanziaria, ribaltando completamente la prospettiva dei giudici di merito. I giudici supremi hanno chiarito due principi fondamentali.

In primo luogo, hanno ribadito che la cartella di pagamento, anche nella sua forma originale cartacea, non richiede necessariamente la sottoscrizione autografa di un funzionario per essere valida. La sua legittimità deriva dal fatto che è predisposta secondo un modello approvato con decreto ministeriale e che è inequivocabilmente riferibile all’organo amministrativo che ha il potere di emetterla. La sua intestazione e il codice causale sono elementi sufficienti a garantirne la provenienza.

In secondo luogo, e questo è il punto cruciale, la Corte ha affermato che, quando si notifica una copia informatica di un documento originariamente cartaceo, non è richiesta per legge una firma digitale. La giurisprudenza consolidata ha già stabilito che il sistema di notificazione a mezzo PEC, con le sue ricevute di accettazione e consegna, offre di per sé garanzie sufficienti sulla provenienza e ricezione del documento. Il formato .pdf, inoltre, assicura l’immodificabilità del file, soddisfacendo i requisiti di integrità.

La Corte ha anche ricordato che i formati di firma digitale CAdES (.p7m) e PAdES (integrata nel .pdf) sono entrambi legalmente validi ed equivalenti. Pertanto, aver considerato la notifica nulla solo per l’uso del formato .pdf è stato un errore di diritto da parte della corte territoriale.

Le conclusioni

L’ordinanza della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche. Semplifica e razionalizza il processo di notifica digitale degli atti fiscali, allineandolo a un principio di sostanza piuttosto che di mero formalismo. Per i contribuenti, significa che non sarà più possibile contestare una cartella esattoriale basandosi unicamente sul fatto che è stata notificata via PEC come allegato .pdf anziché .p7m. La validità della notifica PEC cartella dipende dalla sua provenienza certa e dalla corretta ricezione, elementi che il sistema di Posta Elettronica Certificata è progettato per garantire. La sentenza impugnata è stata quindi cassata, e il caso è stato rinviato alla Corte di Giustizia Tributaria per un nuovo esame alla luce di questi principi.

Una cartella di pagamento notificata via PEC come allegato PDF è valida?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la notifica di una cartella di pagamento via PEC è valida anche se l’allegato è un file in formato .pdf e non .p7m. La Corte ha chiarito che non è richiesta una firma digitale per la validità della notifica.

Perché la firma digitale non è necessaria sulla copia della cartella inviata via PEC?
La cartella di pagamento, in origine cartacea, non deve essere necessariamente sottoscritta dal funzionario. La sua validità deriva dall’essere predisposta secondo un modello ministeriale e riferibile all’ente impositore. La notifica via PEC, con le sue ricevute, fornisce già sufficiente certezza sulla provenienza del documento.

Qual è la differenza tra un file .pdf e un file .p7m in questo contesto?
Un file .p7m (formato CAdES) contiene un documento con una firma digitale “esterna”, mentre un file .pdf può incorporare una firma digitale “interna” (formato PAdES). La Corte ha ribadito che entrambi i formati di firma sono legalmente equivalenti, ma ha specificato che per la notifica della cartella di pagamento la firma digitale non è un requisito essenziale per la validità dell’atto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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