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Esenzione IMU coniugi: la Cassazione conferma il diritto

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un Comune che negava l’esenzione IMU per l’abitazione principale a un contribuente la cui moglie risiedeva in un’altra città. La decisione si fonda su una precedente sentenza della Corte Costituzionale (n. 209/2022), che ha dichiarato illegittima la norma che limitava l’agevolazione a un solo immobile per nucleo familiare. Viene quindi confermata la possibilità di una doppia esenzione IMU per coniugi con residenze e dimore abituali distinte, a patto che ogni immobile costituisca effettivamente l’abitazione principale per ciascuno di essi.

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Pubblicato il 2 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU Coniugi: Sì al Doppio Beneficio con Residenze Diverse

L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 18555/2024 affronta un tema di grande attualità e interesse per molte famiglie: l’esenzione IMU coniugi quando questi hanno residenze e dimore abituali in Comuni differenti. La Suprema Corte, allineandosi a un fondamentale intervento della Corte Costituzionale, ha stabilito che il beneficio fiscale per l’abitazione principale può essere riconosciuto a entrambi i coniugi, superando una precedente interpretazione più restrittiva.

Il Caso: un Comune contro il Doppio Beneficio Fiscale

La vicenda trae origine dal ricorso di un Comune contro la sentenza di una Commissione Tributaria Regionale. Quest’ultima aveva dato ragione a un contribuente, annullando un avviso di accertamento IMU relativo alla sua abitazione principale. Il problema sollevato dal Comune era che la moglie del contribuente risiedeva anagraficamente in un’altra città (Roma), mentre il contribuente risiedeva nell’immobile oggetto dell’accertamento (a Praiano). Secondo l’ente locale, questa scissione del nucleo familiare impediva di riconoscere l’esenzione, poiché la legge, a suo dire, la prevedeva per un solo immobile per nucleo familiare.

Il Comune ha quindi presentato ricorso in Cassazione lamentando la violazione di diverse norme, sostenendo che la Commissione Regionale avesse erroneamente esteso la nozione di abitazione principale e concesso un’agevolazione in assenza della prova della dimora abituale di entrambi i coniugi nell’immobile.

La Svolta della Corte Costituzionale sull’esenzione IMU coniugi

Il cuore della decisione della Cassazione non risiede tanto nell’analisi dei motivi del ricorso del Comune, quanto nel richiamo diretto e vincolante alla sentenza n. 209 del 2022 della Corte Costituzionale. Con quella pronuncia, la Consulta ha dichiarato incostituzionale la norma che limitava l’esenzione IMU a un solo immobile per nucleo familiare, anche quando i coniugi avessero stabilito la propria residenza e dimora abituale in immobili diversi.

La Corte Costituzionale ha evidenziato come, nel contesto sociale attuale, caratterizzato da mobilità lavorativa e nuove dinamiche familiari, sia sempre più frequente che i coniugi vivano in luoghi diversi pur mantenendo una comunione materiale e spirituale. Penalizzare fiscalmente queste scelte, negando a uno dei due l’esenzione sulla propria abitazione principale, è stato ritenuto discriminatorio e irragionevole.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione, applicando i principi sanciti dalla Consulta, ha rigettato il ricorso del Comune. I giudici hanno spiegato che, a seguito della dichiarazione di incostituzionalità, le censure del Comune perdono ogni fondamento. La scissione del nucleo familiare in Comuni diversi non è più un ostacolo al riconoscimento del beneficio fiscale. Ciò che conta è il requisito oggettivo: ogni immobile deve essere la dimora abituale e la residenza anagrafica del rispettivo coniuge. L’esenzione IMU per l’abitazione principale è legittima anche nell’ipotesi in cui un contribuente risieda anagraficamente in un Comune e il coniuge in un altro. Di conseguenza, la pretesa tributaria del Comune è stata ritenuta infondata.

Le conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio di fondamentale importanza per i contribuenti. L’esenzione IMU coniugi non è più legata al concetto di unicità dell’abitazione principale per l’intero nucleo familiare. Ciascun coniuge ha diritto all’esenzione per l’immobile in cui ha effettivamente stabilito la propria residenza anagrafica e la propria dimora abituale, indipendentemente da dove risieda l’altro coniuge. Questo non significa, come ha chiarito la stessa Corte Costituzionale, aprire le porte a esenzioni per le “seconde case” di comodo. Spetta infatti ai Comuni effettuare i dovuti controlli per verificare che la residenza e la dimora abituale dichiarate siano effettive e non fittizie.

Due coniugi con residenza in Comuni diversi hanno diritto entrambi all’esenzione IMU per l’abitazione principale?
Sì. A seguito della sentenza n. 209/2022 della Corte Costituzionale, richiamata in questa ordinanza, è stato dichiarato illegittimo il limite di una sola esenzione per nucleo familiare. Pertanto, entrambi i coniugi possono beneficiare dell’esenzione se ciascuno risiede anagraficamente e dimora abitualmente in un immobile diverso.

Cosa deve dimostrare un contribuente per ottenere l’esenzione IMU in caso di residenza diversa dal coniuge?
Il contribuente deve dimostrare che l’immobile per cui chiede l’esenzione costituisce la sua effettiva “abitazione principale”. Questo significa che deve provare non solo di avere la residenza anagrafica in quell’immobile, ma anche di viverci abitualmente.

Perché la Cassazione ha respinto il ricorso del Comune?
La Corte ha respinto il ricorso perché le argomentazioni del Comune si basavano su una normativa che la Corte Costituzionale ha successivamente dichiarato illegittima. La pronuncia della Consulta ha di fatto superato la vecchia interpretazione restrittiva, rendendo infondate le censure sollevate dall’ente locale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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