LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto Tributario

Società in perdita sistematica: la prova contraria
La Corte di Cassazione chiarisce come una società in perdita sistematica possa vincere la presunzione di non operatività. Con l'ordinanza n. 28999/2025, la Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso dell'Agenzia delle Entrate, confermando che la prova di un'effettiva attività imprenditoriale, seppur in crisi, è sufficiente a superare la presunzione legale. La valutazione di tale prova costituisce un accertamento di fatto non sindacabile in sede di legittimità.
Continua »
Prova notifica cartella: la Cassazione chiarisce
Un contribuente ha impugnato una comunicazione di iscrizione ipotecaria sostenendo di non aver mai ricevuto le cartelle di pagamento sottostanti. Le corti di merito gli hanno dato ragione, riscontrando difetti nella prova della notifica fornita dall'Agenzia delle Entrate. La Corte di Cassazione, tuttavia, ha annullato la decisione d'appello. Ha stabilito che i giudici di secondo grado avevano commesso un errore sia nella valutazione materiale dei documenti (travisamento della prova) sia nell'applicazione delle norme procedurali sulla notifica (error juris), in particolare riguardo all'assenza di firma del destinatario. La causa è stata rinviata per un nuovo esame.
Continua »
Avviso bonario: l’errore che può costare caro
Una società ha impugnato una cartella di pagamento per Ires e Iva, lamentando, tra le altre cose, il mancato invio dell'avviso bonario. Sebbene vittoriosa in primo grado per un altro motivo, la questione sull'avviso bonario era stata respinta. La società non ha proposto appello incidentale su questo punto. La Corte di Cassazione ha stabilito che, in assenza di appello incidentale, sulla questione dell'avviso bonario si è formato un giudicato interno, precludendo al giudice d'appello di esaminarla. Di conseguenza, la decisione di secondo grado, che aveva annullato l'atto proprio per quella ragione, è stata cassata.
Continua »
Responsabilità amministratore: sanzioni e società fittizie
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un amministratore di fatto, confermando che la responsabilità amministratore per illeciti tributari è personale quando la società è solo uno schermo fittizio ("società cartiera"). In questi casi, se l'amministratore è l'effettivo beneficiario delle attività fraudolente, le sanzioni amministrative pecuniarie colpiscono direttamente la sua persona fisica, disapplicando la norma che le porrebbe a carico della sola società.
Continua »
Crediti inesistenti: Cassazione su onere della prova
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell'Amministrazione Finanziaria contro una società. Il caso riguardava una cartella di pagamento per IRES e IVA, emessa dopo che la società aveva usato crediti inesistenti in compensazione. La Commissione Tributaria Regionale aveva annullato la pretesa, accertando che i tributi originali erano già stati pagati prima della compensazione, rendendo quest'ultima 'neutra'. La Cassazione ha confermato, sottolineando che la valutazione dei fatti e delle prove operata dal giudice di merito non è sindacabile in sede di legittimità, se non per omesso esame di un fatto decisivo, cosa non avvenuta nel caso di specie.
Continua »
Dolo processuale: quando l’appello è inammissibile?
Un contribuente chiedeva la revocazione di una sentenza tributaria per dolo processuale, sostenendo che l'Agenzia delle Entrate avesse fraudolentemente nascosto la mancata notifica di un invito al contraddittorio. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, ritenendolo inammissibile per la sua genericità e confusione. Nel merito, ha escluso il dolo processuale, poiché la semplice mancata notifica non costituisce un raggiro e il contraddittorio con il contribuente era comunque già stato avviato in precedenza.
Continua »
Onere della prova notifica: il plico si presume pieno
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 28920/2025, ha stabilito che grava sul contribuente l'onere della prova notifica nel caso in cui sostenga che il plico ricevuto non contenesse l'atto indicato o fosse vuoto. La semplice ricezione della raccomandata fa presumere la conoscenza dell'atto. Di conseguenza, il ricorso del contribuente, basato su contestazioni generiche, è stato rigettato con condanna per responsabilità aggravata.
Continua »
Estratto di ruolo: quando è impugnabile in liquidazione
Un contribuente, venuto a conoscenza di un debito fiscale solo tramite l'insinuazione al passivo nella sua liquidazione giudiziale, ha impugnato l'estratto di ruolo. Mentre i giudici di merito hanno ritenuto l'atto non impugnabile, la Corte di Cassazione ha stabilito che, in questo specifico contesto, sussiste l'interesse del contribuente a contestare la pretesa per evitare il pregiudizio derivante dall'ammissione di un debito potenzialmente inesistente. La Corte ha quindi cassato la sentenza e rinviato il caso per l'esame del merito.
Continua »
Società di Fatto: conti personali e Fisco, la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 28913/2025, ha stabilito un importante principio in materia di accertamenti fiscali nei confronti di una società di fatto. È stato chiarito che i movimenti bancari sui conti correnti personali di uno dei soci si presumono, fino a prova contraria, come ricavi non dichiarati della società stessa. La Suprema Corte ha annullato la decisione di merito che aveva escluso tale presunzione solo perché il socio svolgeva un'altra attività imprenditoriale, ribadendo che l'onere di superare la presunzione legale grava sul contribuente. È stata inoltre sancita l'inammissibilità di richieste formulate tardivamente nel processo tributario.
Continua »
Omessa impugnazione: appello inammissibile
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un'agenzia di riscossione. La ragione risiede in un errore procedurale: l'agenzia, nell'appellare una sentenza sfavorevole, aveva omesso di contestare una delle due motivazioni del giudice di primo grado. Tale omessa impugnazione ha reso quel punto della decisione definitivo (passato in giudicato), vanificando l'intero appello e il successivo ricorso.
Continua »
Operazioni inesistenti: onere della prova e sanzioni
La Corte di Cassazione respinge il ricorso di un imprenditore contro un avviso di accertamento per operazioni inesistenti. La Corte ribadisce che spetta all'Agenzia delle Entrate fornire indizi sulla fittizietà delle operazioni, dopodiché l'onere di provare l'effettiva esistenza delle prestazioni passa al contribuente. La sola esibizione di fatture e documenti contabili non è sufficiente. Il ricorso, giudicato inammissibile per vizi formali, ha comportato per il ricorrente anche la condanna a sanzioni per lite temeraria.
Continua »
Accertamento induttivo: ISI non è prova di ricavi
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 28909/2025, ha stabilito che un accertamento induttivo non può basarsi sulla sola presunzione che il pagamento dell'Imposta sugli Intrattenimenti (ISI), di natura forfettaria, dimostri l'esistenza di ricavi non dichiarati. Il caso riguardava una società del settore intrattenimento che aveva dichiarato ricavi zero a causa della distruzione del magazzino. La Corte ha inoltre ribadito l'obbligo del contraddittorio preventivo per gli accertamenti sull'IVA, in quanto tributo armonizzato, annullando l'atto fiscale.
Continua »
Motivazione Apparente: Cassazione annulla sentenza
Una società è stata oggetto di un accertamento fiscale per l'applicazione indebita del regime di esigibilità differita dell'IVA. Dopo una parziale riduzione delle sanzioni in primo grado, la Corte di Giustizia tributaria di secondo grado ha dichiarato inammissibile l'appello dell'Agenzia delle Entrate. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell'Agenzia, cassando la sentenza d'appello per vizio di motivazione apparente. Secondo la Suprema Corte, il giudice di secondo grado non ha adeguatamente esaminato i motivi di ricorso, limitandosi a una formula generica che non permette di comprendere l'iter logico-giuridico seguito. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
Continua »
Impugnazione estratto di ruolo: sì in liquidazione
Un contribuente, socio di una società in liquidazione giudiziale, ha contestato un estratto di ruolo presentato dall'Agente della Riscossione per l'insinuazione al passivo. Le corti di merito avevano dichiarato il ricorso inammissibile. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che l'impugnazione dell'estratto di ruolo è ammissibile in questo specifico contesto. La Corte ha riconosciuto un interesse concreto e attuale del contribuente a contestare il debito per evitare che una somma non dovuta venga ammessa al passivo della procedura, causandogli un pregiudizio diretto.
Continua »
Impugnazione estratto di ruolo: sì in liquidazione
Un imprenditore in liquidazione giudiziale ha ottenuto dalla Cassazione il diritto all'impugnazione dell'estratto di ruolo. Sebbene l'estratto di ruolo non sia di norma un atto impugnabile, la Corte ha riconosciuto l'interesse ad agire del contribuente, che altrimenti avrebbe subito un pregiudizio concreto derivante dall'ammissione di un debito non dovuto al passivo della procedura.
Continua »
Definizione agevolata: quando si perde il beneficio
Una società di autotrasporti, colpita da un evento calamitoso, ha tentato di usufruire di una definizione agevolata per sanare i propri debiti fiscali. Tuttavia, non avendo rispettato le scadenze dei pagamenti rateali, ha perso il diritto al beneficio. La Corte di Cassazione ha stabilito che la regolarità e la tempestività dei versamenti sono requisiti essenziali per accedere a tali misure di favore. Di conseguenza, il mancato rispetto dei termini comporta la decadenza dall'agevolazione e il Fisco può richiedere il pagamento dell'intero importo originariamente dovuto.
Continua »
Disconoscimento credito IVA e termini di detrazione
La Corte di Cassazione si è pronunciata sul caso di un disconoscimento di credito IVA a causa del superamento dei termini di legge per la detrazione. Un'azienda si è vista negare un credito del 2002 riportato nella dichiarazione del 2008, a causa della mancata presentazione delle dichiarazioni intermedie. La Corte ha confermato la legittimità del diniego per decadenza temporale, ma ha cassato la sentenza di secondo grado per un vizio procedurale: l'omessa pronuncia sull'illegittimità dell'iscrizione a ruolo del credito, che secondo il ricorrente non era mai stato utilizzato.
Continua »
Motivazione apparente: quando una sentenza è nulla?
La Corte di Cassazione chiarisce i criteri per definire una motivazione apparente in una sentenza tributaria. Il caso nasce da un errore di calcolo in una dichiarazione IVA. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso dell'Agenzia delle Entrate, stabilendo che una motivazione, seppur sintetica, non è apparente se permette di comprendere l'iter logico del giudice. Inoltre, ha dichiarato inammissibile un altro motivo di ricorso in virtù del principio della 'doppia conforme'.
Continua »
Accertamento bancario: onere della prova del contribuente
Un contribuente ha impugnato un avviso di accertamento basato su movimenti bancari, sostenendo che due versamenti derivassero da una vendita immobiliare e non costituissero reddito. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, riaffermando che nell'ambito di un accertamento bancario, l'onere di dimostrare la natura non imponibile dei versamenti spetta interamente al contribuente. La Corte ha ritenuto le prove fornite insufficienti, consolidando il principio che la presunzione legale di tassabilità sui versamenti si applica pienamente anche ai lavoratori autonomi.
Continua »
Agevolazioni prima casa: il calcolo dei 240 mq
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha chiarito i criteri per il calcolo della superficie per le agevolazioni prima casa. Un contribuente si è visto revocare i benefici fiscali poiché la sua abitazione superava i 240 mq. La Corte ha confermato che nel calcolo della superficie utile complessiva devono essere inclusi anche i muri perimetrali e interni, escludendo quindi l'immobile dalla categoria non di lusso e confermando la revoca delle agevolazioni.
Continua »