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Diritto Tributario

Operazioni inesistenti: onere della prova e frode
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 8914/2024, ha chiarito l'onere della prova in casi di operazioni soggettivamente inesistenti. La Corte ha stabilito che la semplice regolarità contabile non basta a dimostrare la buona fede dell'acquirente in una frode carosello. L'Amministrazione finanziaria può utilizzare prove presuntive, come la gestione di fatto comune tra le società coinvolte, per dimostrare la consapevolezza della frode. La sentenza impugnata è stata annullata con rinvio per una nuova valutazione.
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Morte del difensore: cosa accade nel processo in Cassazione
In un contenzioso tributario, la Corte di Cassazione ha affrontato il caso della morte del difensore della società controricorrente, avvenuta prima della notifica dell'udienza. Pur stabilendo che la morte del difensore non causa l'interruzione automatica del processo, la Corte ha esercitato il suo potere discrezionale di rinviare la causa. Ha disposto la comunicazione diretta alla parte per consentirle di nominare un nuovo legale, garantendo così il pieno rispetto del diritto di difesa.
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Difetto di interesse: inammissibile ricorso fiscale
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un'agenzia governativa contro una congregazione religiosa. Durante il processo, l'agenzia ha annullato le sanzioni e gli interessi oggetto della controversia, determinando un sopravvenuto difetto di interesse a proseguire il giudizio, requisito necessario in ogni fase del processo.
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Accertamenti bancari: come difendersi in Cassazione
Un professionista ha impugnato un avviso di accertamento fondato su movimentazioni bancarie non giustificate. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, sottolineando che in materia di accertamenti bancari, il contribuente ha l'onere di fornire prove specifiche per superare la presunzione legale. L'ordinanza ribadisce inoltre i rigorosi requisiti di specificità e autosufficienza del ricorso, dichiarando inammissibili le censure generiche e non documentate.
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Accertamento ICI: quando è valido il secondo avviso?
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di una società immobiliare contro un accertamento ICI. La Corte ha stabilito che un secondo avviso di accertamento è legittimo se il primo è stato di fatto ritirato, anche senza un annullamento formale. Inoltre, ha chiarito che in caso di omessa dichiarazione, il termine di decadenza per l'accertamento non era spirato. Infine, le contestazioni sul valore dell'area sono state respinte per violazione del principio di autosufficienza, non avendo la società fornito prove adeguate a sostegno delle proprie tesi.
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Litisconsorzio necessario: processo tributario nullo
Una società di persone e la sua socia amministratrice hanno impugnato un avviso di accertamento fiscale. Il giudizio si è svolto in due gradi di giudizio senza la partecipazione del socio di minoranza. La Corte di Cassazione ha dichiarato la nullità dell'intero procedimento per violazione del litisconsorzio necessario, principio che impone la partecipazione di tutti i soci e della società. Il caso è stato rinviato al giudice di primo grado per un nuovo processo.
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Correzione errore materiale: guida alla procedura
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 8924/2024, interviene d'ufficio per la correzione di un errore materiale contenuto in un suo precedente provvedimento. Il caso riguardava l'errata indicazione dell'autorità giudiziaria di primo grado. La Corte ha chiarito che per attivare tale procedura non è necessario un ricorso formale, ma è sufficiente una semplice istanza della parte, e ha disposto la rettifica senza pronunciarsi sulle spese.
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Cessione d’azienda e IVA: i criteri della Cassazione
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8885/2024, ha chiarito i criteri per distinguere una cessione di beni (soggetta a IVA) da una cessione d'azienda (soggetta a imposta di registro). Il caso riguardava la vendita di autorizzazioni e diritti per un impianto fotovoltaico, riqualificata dall'Agenzia delle Entrate come cessione d'azienda. La Suprema Corte ha cassato la decisione dei giudici di merito, i quali avevano erroneamente dichiarato inammissibile l'argomento del contribuente sulla mancanza di un complesso di beni organizzato. Si è stabilito che tale argomento costituisce una mera difesa e non un'eccezione nuova, e che la valutazione sull'esistenza di un'azienda richiede un'analisi fattuale della capacità dei beni ceduti di consentire, anche solo potenzialmente, l'esercizio di un'impresa.
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Donazione modale: non è reddito ma liberalità indiretta
Una madre dona un'attività al figlio, imponendogli di versare una somma rateizzata al padre. L'Agenzia delle Entrate qualifica le somme come reddito, ma la Cassazione annulla l'accertamento. La Corte stabilisce che si tratta di una donazione modale, che realizza una liberalità indiretta dalla madre al padre, e quindi le somme non sono tassabili come reddito da lavoro dipendente.
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Compenso giudice tributario supplente: la Cassazione nega l’extra
Un giudice tributario, presidente di sezione, che ha svolto per un lungo periodo le funzioni di presidente di commissione tributaria in qualità di supplente, ha richiesto il pagamento degli emolumenti superiori corrispondenti. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8873/2024, ha respinto la richiesta. La Corte ha stabilito che la normativa non prevede un compenso aggiuntivo per tale supplenza, poiché le funzioni svolte sono considerate un'estensione del ruolo già ricoperto e retribuito. La decisione sottolinea che il ruolo di giudice tributario ha natura onoraria e non costituisce un rapporto di pubblico impiego, escludendo l'applicazione delle norme sulle mansioni superiori. Pertanto, il compenso del giudice tributario supplente rimane invariato.
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Regime agevolato: omessa pronuncia e rinvio al giudice
Un professionista ha ricevuto un avviso di accertamento per maggiori redditi basato su movimentazioni bancarie. La Corte di Cassazione ha rigettato il suo motivo di ricorso relativo a una presunta motivazione apparente da parte dei giudici di merito, ma ha accolto la doglianza relativa alla mancata pronuncia sulla sua richiesta di applicazione del regime agevolato per i contribuenti minimi. Di conseguenza, la sentenza è stata cassata con rinvio per una nuova valutazione su questo specifico punto.
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Accertamenti bancari professionisti: i versamenti
Un professionista è stato oggetto di un avviso di accertamento basato su movimenti bancari non giustificati. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 8905/2024, ha chiarito importanti principi in materia di accertamenti bancari professionisti. Ha confermato che la presunzione legale di reddito non dichiarato si applica ai versamenti sui conti correnti, a differenza dei prelevamenti. Tuttavia, ha accolto il ricorso del contribuente per vizio di motivazione, poiché il giudice di merito aveva respinto le prove documentali senza un'analisi analitica, limitandosi a definirle una "massa informe". La causa è stata rinviata per un nuovo esame.
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Compenso Presidente Commissione Tributaria: No extra
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8876/2024, ha stabilito che al presidente di sezione di una Commissione tributaria, che sostituisce temporaneamente il Presidente di Commissione, non spetta alcun compenso aggiuntivo. La Corte ha chiarito che la normativa vigente prevede un meccanismo di sostituzione automatica e che le funzioni svolte dal supplente sono omogenee a quelle già ricoperte. La legge esclude esplicitamente il diritto a compensi ulteriori per il supplente, ribaltando la precedente decisione della Corte d'Appello che aveva riconosciuto tale diritto.
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Operazioni inesistenti: onere della prova del Fisco
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 8890/2024, ha rigettato il ricorso dell'Amministrazione Finanziaria in un caso di operazioni inesistenti. È stato ribadito che spetta al Fisco provare non solo la natura fittizia del fornitore, ma anche la consapevolezza o la conoscibilità della frode da parte dell'acquirente. La Corte ha ritenuto che l'onere probatorio non fosse stato assolto, poiché gli indizi della frode non erano ragionevolmente conoscibili dal contribuente al momento delle transazioni, confermando così il diritto alla detrazione IVA.
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Cessata materia del contendere: la rinuncia al ricorso
La Corte di Cassazione dichiara la cessata materia del contendere in un processo tributario riguardante un fringe benefit. La decisione segue la rinuncia al ricorso da parte dell'Amministrazione Finanziaria, motivata da una conciliazione avvenuta con il datore di lavoro della contribuente che ha estinto il debito fiscale. Di conseguenza, il giudizio viene dichiarato estinto con compensazione integrale delle spese legali tra le parti.
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Impugnazione estratto di ruolo: la Cassazione chiarisce
Un contribuente impugnava un estratto di ruolo per un debito tributario del 2007, sostenendo di non aver mai ricevuto la relativa cartella di pagamento. La Corte di Cassazione, applicando una nuova legge (jus superveniens), ha dichiarato inammissibile il ricorso originario. La motivazione si fonda sul fatto che, secondo la nuova normativa, l'impugnazione dell'estratto di ruolo è consentita solo se il contribuente dimostra un pregiudizio concreto e attuale derivante dall'iscrizione a ruolo (ad esempio, l'impossibilità di partecipare a gare d'appalto), prova che nel caso di specie non è stata fornita.
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Autonomia tributaria: annullamento non retroattivo
Un contribuente ha richiesto il rimborso della TARSU per gli anni 2007-2008, basandosi sull'annullamento della delibera che aveva aumentato le tariffe nel 2006. La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta, affermando il principio di autonomia tributaria: l'annullamento di un atto fiscale di un anno non invalida automaticamente gli atti successivi, anche se meramente ripetitivi. La Corte ha stabilito che ogni periodo d'imposta è autonomo e le relative delibere devono essere impugnate singolarmente, accogliendo così il ricorso del Comune.
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Certificato urbanistico: valore probatorio e limiti
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una contribuente contro un avviso di accertamento fiscale per la vendita di un terreno. Il caso verteva sulla discordanza tra diversi certificati urbanistici. La Corte ha stabilito che il certificato urbanistico allegato all'atto di vendita, che attestava la natura edificabile del terreno, fosse il documento di riferimento corretto ai fini fiscali. I motivi di ricorso, basati sulla presunta falsità di tale certificato e sull'omessa valutazione di altri documenti, sono stati dichiarati inammissibili, poiché chiedevano alla Corte una nuova valutazione dei fatti, compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito.
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Riqualificazione fiscale: Cassazione stoppa l’Agenzia
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 29067/2025, ha annullato un avviso di accertamento dell'Agenzia delle Entrate relativo a una riqualificazione fiscale. L'Agenzia aveva considerato un'operazione di conferimento di ramo d'azienda, seguita dalla cessione delle quote della società conferitaria, come un'unica cessione d'azienda, applicando un'imposta di registro proporzionale anziché fissa. La Corte ha stabilito che, in base alla nuova formulazione retroattiva dell'art. 20 del D.P.R. 131/1986, la tassazione deve basarsi esclusivamente sulla natura giuridica del singolo atto presentato per la registrazione, senza considerare elementi esterni o atti collegati.
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Accisa energia elettrica: Cassazione sul rimborso
Un'azienda ha chiesto il rimborso dell'addizionale provinciale sull'accisa energia elettrica pagata al suo fornitore. La Cassazione ha rigettato il ricorso del fornitore, confermando il diritto al rimborso del cliente, a seguito della dichiarata illegittimità costituzionale della norma che istituiva tale imposta.
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