La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 9342/2024, ha chiarito i requisiti di validità di una cartella di pagamento e i limiti di accesso al cosiddetto "condono tombale". Nel caso esaminato, una contribuente aveva ottenuto l'annullamento di una cartella di pagamento nei primi due gradi di giudizio. La Suprema Corte ha ribaltato la decisione, affermando che la cartella, se fondata su avvisi di accertamento divenuti definitivi, non è un nuovo atto impositivo e richiede solo informazioni minime. Inoltre, ha stabilito che la notifica di un accertamento parziale prima dell'entrata in vigore della legge sul condono (L. 413/1991) preclude l'accesso a tale sanatoria, obbligando il contribuente a utilizzare la dichiarazione integrativa.
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