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Diritto Tributario

Studi di settore onere della prova: Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 9483/2024, interviene sul tema degli studi di settore e onere della prova. Il caso riguarda un accertamento fiscale a carico di un distributore di carburante. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva annullato l'accertamento, ritenendo che il contribuente avesse fornito giustificazioni solo generiche. La Suprema Corte ha chiarito che spetta al contribuente fornire prove specifiche per giustificare lo scostamento dal reddito presunto, ribaltando l'onere probatorio che il giudice di merito aveva erroneamente posto a carico dell'Amministrazione Finanziaria.
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Interpretazione Art. 20: no a elementi esterni
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 9493/2024, ha stabilito un principio cruciale in materia di imposta di registro. In base alla vigente interpretazione dell'art. 20 D.P.R. 131/1986, l'amministrazione finanziaria non può riqualificare un'operazione economica considerando atti collegati o elementi esterni a quello presentato per la registrazione. Nel caso specifico, una cessione di quote sociali non poteva essere tassata come cessione di ramo d'azienda basandosi su operazioni precedenti. La Corte ha cassato la sentenza d'appello, accogliendo il ricorso del contribuente e affermando che la valutazione fiscale deve limitarsi all'intrinseca natura e agli effetti giuridici del singolo atto.
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Accertamento induttivo e prove: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza che convalidava un accertamento induttivo a carico di un contribuente, basato su documenti extracontabili trovati presso un terzo. I giudici hanno stabilito che, sebbene un'assoluzione penale non sia vincolante, il giudice tributario deve comunque effettuare una valutazione critica e complessiva di tutti gli elementi indiziari, compresi quelli emersi nel processo penale, senza limitarsi a considerare un singolo elemento di prova in modo isolato.
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Studi di settore: coerenza e accertamento fiscale
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 9481/2024, ha stabilito che l'adeguamento ai soli ricavi previsti dagli studi di settore non è sufficiente a precludere un accertamento fiscale da parte dell'Agenzia delle Entrate. Per beneficiare della protezione contro gli atti impositivi, il contribuente deve essere non solo congruo ma anche coerente con gli specifici indicatori di normalità economica. Nel caso esaminato, una pizzeria, sebbene avesse adeguato i ricavi, risultava incoerente con altri parametri, legittimando così la ricostruzione induttiva del maggior reddito da parte del Fisco.
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Accertamento bancario professionista: la Cassazione
Un professionista è stato oggetto di un accertamento fiscale basato su indagini bancarie. La Corte di Cassazione, intervenendo su un caso di accertamento bancario professionista, ha annullato la decisione di merito. Ha ribadito che, in seguito alla sentenza della Corte Costituzionale n. 228/2014, la presunzione di reddito imponibile per i prelevamenti ingiustificati non si applica ai lavoratori autonomi, a differenza dei versamenti. La causa è stata rinviata per un nuovo esame.
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Imposta di registro: calcolo su corrispettivo variabile
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 9491/2024, ha stabilito i criteri per il calcolo dell'imposta di registro su contratti a lungo termine con corrispettivo in parte fisso e in parte variabile. Nel caso di un parco eolico, la Corte ha chiarito che l'imposta si calcola sull'intero valore del contratto, comprensivo della parte variabile quantificata in base al primo anno di fatturato, salvo successivo conguaglio. Viene così rigettata l'idea di una tassazione annuale basata sul fatturato di ogni singolo esercizio.
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Aggio di riscossione: natura e disciplina applicabile
Una società contesta una cartella di pagamento, sostenendo che l'aggio di riscossione non fosse dovuto secondo la normativa dell'anno d'imposta. La Corte di Cassazione rigetta il ricorso, stabilendo che la condotta della società era evasione fiscale e non elusione. Inoltre, chiarisce che l'aggio di riscossione ha natura retributiva, non sanzionatoria, e pertanto si applica la legge in vigore al momento dell'attività di riscossione, non quella dell'anno in cui è sorto il debito fiscale.
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Imposta unica scommesse: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una società estera di scommesse, confermando la legittimità dell'avviso di accertamento per l'imposta unica scommesse relativa all'anno 2007. La Corte ha stabilito che l'imposta è dovuta anche da operatori esteri privi di concessione che raccolgono scommesse in Italia tramite centri di trasmissione dati (CTD). È stata ribadita la solidarietà paritetica nel pagamento del tributo tra il bookmaker e il CTD, e l'assenza di contrasto con i principi del diritto dell'Unione Europea in materia di libera prestazione di servizi e non discriminazione.
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Accertamento fiscale e valori OMI: la Cassazione
Una società edile ha impugnato sanzioni derivanti da un accertamento fiscale per maggiori redditi non dichiarati dalla vendita di immobili. L'Amministrazione Finanziaria ha basato le sue pretese non solo sui valori OMI, ma anche su accertamenti bancari che rivelavano mutui superiori al prezzo dichiarato e su calcoli errati delle superfici. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando la validità dell'accertamento fiscale in quanto fondato su una pluralità di elementi gravi, precisi e concordanti.
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Presunzione distribuzione utili: la Cassazione decide
Una società immobiliare, a seguito di un accertamento per maggiori redditi da vendite di immobili, è stata chiamata a versare le ritenute sui profitti che l'Amministrazione finanziaria presumeva fossero stati distribuiti ai soci. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, confermando la legittimità della presunzione di distribuzione utili per le società a ristretta base partecipativa e sottolineando che l'accertamento era fondato su una pluralità di indizi gravi, precisi e concordanti, non solo sui valori del mercato immobiliare (OMI).
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Cessione verbale di azienda: la prova presuntiva
La Cassazione chiarisce i criteri per la riqualificazione di cessioni di merci in una unica cessione verbale di azienda ai fini dell'imposta di registro. L'Agenzia Fiscale può basarsi su presunzioni gravi, precise e concordanti per accertare l'operazione non dichiarata. La Corte ha rigettato sia il ricorso dell'Agenzia, che contestava la riduzione del valore accertato, sia quello della società, che lamentava vizi procedurali e di motivazione.
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Ricorso per cassazione inammissibile: la redazione
Una società impugnava un avviso di rettifica del valore di un immobile. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso per cassazione inammissibile a causa di una tecnica di redazione errata, definita "assemblaggio", che viola il principio di autosufficienza. La Corte ha ritenuto che la motivazione della corte d'appello, basata su elementi fattuali come i costi di ristrutturazione, non fosse meramente apparente, rendendo la sua valutazione insindacabile in sede di legittimità.
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Rinnovazione notifica tardiva: quando è inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso a causa della rinnovazione notifica tardiva dell'atto. L'errore iniziale, consistente nella notifica all'indirizzo sbagliato del difensore avversario, è stato ritenuto imputabile alla parte ricorrente. Secondo la Corte, sarebbe bastata l'ordinaria diligenza, come la consultazione dell'albo professionale, per reperire il domicilio corretto, rendendo così ingiustificabile il ritardo nel perfezionamento della notifica oltre i termini di legge.
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Giurisdizione tributaria: Catasto e confini demaniali
Una contribuente contesta una variazione catastale che modifica il confine tra la sua proprietà e il demanio marittimo. L'Amministrazione Finanziaria eccepisce il difetto di giurisdizione, sostenendo che la competenza sia del giudice ordinario. La Corte di Cassazione respinge il ricorso, affermando la giurisdizione tributaria. La Corte distingue nettamente tra l'accertamento dei diritti di proprietà (competenza del giudice ordinario) e la contestazione delle risultanze catastali, che, incidendo sulla determinazione dei tributi, rientra nella giurisdizione delle commissioni tributarie.
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Ricorso improcedibile per mancato deposito notifica
Un ricorso di un contribuente contro l'Agenzia delle Entrate è stato dichiarato improcedibile dalla Corte di Cassazione. La causa della decisione è stata la mancata allegazione della copia della sentenza impugnata con la relativa prova di notifica, un adempimento essenziale per verificare la tempestività del ricorso. La Suprema Corte ha ribadito che questa omissione procedurale impedisce l'esame nel merito del caso, sottolineando la rigorosità delle norme processuali e la responsabilità della parte ricorrente.
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Motivazione avviso accertamento: la Cassazione decide
Una società turistica ha impugnato un avviso di accertamento TARES, ottenendone l'annullamento nei primi due gradi di giudizio per carenza di motivazione, dato che il Comune non aveva allegato il regolamento tributario. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, accogliendo il ricorso del Comune. I giudici supremi hanno stabilito che la motivazione dell'avviso di accertamento non richiede l'allegazione del regolamento, essendo questo un atto generale e pubblico. È sufficiente che l'atto impositivo indichi gli elementi essenziali per consentire al contribuente la difesa. La Corte ha inoltre censurato la decisione di secondo grado per aver disapplicato il regolamento basandosi su motivi non sollevati originariamente dalla società.
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Rinuncia al ricorso: estinzione e spese compensate
Due società impugnavano cartelle esattoriali per vizi di notifica e nel merito. Giunte in Cassazione, hanno presentato una rinuncia al ricorso. La Corte Suprema ha dichiarato l'estinzione del giudizio, compensando le spese legali tra le parti a causa della sopravvenuta carenza di interesse.
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Successione ex lege: no interruzione processo
Una società contesta l'estinzione di un processo tributario. La Cassazione chiarisce che la successione ex lege dall'ex agente della riscossione al nuovo Ente di Riscossione non è causa di interruzione del processo. Pertanto, l'erronea interruzione e la successiva estinzione per inattività sono state annullate, rinviando la causa al giudice di merito.
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Ricorso inammissibile: quando e perché la Cassazione lo dichiara
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un contribuente contro un'intimazione di pagamento basata su vecchie cartelle esattoriali. Il ricorso è stato respinto non nel merito, ma per vizi formali: il primo motivo mescolava in modo errato diverse censure (c.d. motivo misto), mentre il secondo non rispettava il principio di autosufficienza, omettendo di trascrivere i documenti essenziali (le relate di notifica) per la valutazione della Corte. La decisione sottolinea l'importanza di redigere l'atto di impugnazione con estrema precisione tecnica per evitare un esito di inammissibilità.
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Decadenza TARSU: quando scatta il termine per l’avviso
Un contribuente ha impugnato un avviso di accertamento per la TARSU 2009, notificato nel 2015. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che la decadenza TARSU per omessa denuncia si calcola diversamente a seconda dell'inizio dell'occupazione. Se l'immobile è già occupato all'inizio dell'anno, il termine quinquennale per l'accertamento decorre dall'anno stesso della mancata dichiarazione (in questo caso, il 2009), scadendo quindi il 31 dicembre 2014. Di conseguenza, l'avviso notificato nel 2015 è stato annullato perché tardivo.
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