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Diritto Tributario

Consapevolezza frode: rinvio per trattazione congiunta
Una società ricorre in Cassazione negando la propria consapevolezza in una frode fiscale, dopo una sentenza di secondo grado che aveva confermato l'accertamento. La Suprema Corte, con ordinanza interlocutoria, non decide nel merito ma accoglie la richiesta di riunire il giudizio ad un'altra causa pendente tra le stesse parti e relativa ad annualità diverse, disponendo il rinvio a nuovo ruolo per una trattazione congiunta.
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Classificazione catastale: no retroattività per l’ICI
Un contribuente ha richiesto il riconoscimento della ruralità per delle serre agricole al fine di ottenere l'esenzione dall'ICI per l'anno 2010. Nonostante abbia ottenuto una nuova classificazione catastale rurale (D/10) nel 2012, la Corte di Cassazione ha negato l'effetto retroattivo della variazione. La Corte ha stabilito che la classificazione catastale provvisoria di tipo commerciale (D/8) del 2011, non impugnata all'epoca dal contribuente, costituiva la base imponibile corretta per l'accertamento fiscale del 2010. Di conseguenza, la nuova classificazione catastale ha efficacia solo dalla data della sua richiesta.
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Notifica atti fiscali: vale la data di spedizione
Una regione ha inviato un avviso di accertamento per bollo auto non pagato. L'atto è stato spedito prima della scadenza del termine di legge ma ricevuto dal contribuente dopo. La Corte di Cassazione ha stabilito che, ai fini del rispetto del termine di decadenza, la notifica degli atti fiscali si perfeziona per l'ente impositore alla data di consegna all'ufficio postale, non a quella di ricezione da parte del destinatario. La sentenza ha quindi dato ragione all'ente, applicando il principio della scissione degli effetti della notificazione.
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Operazioni inesistenti: prova e onere del contribuente
La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell'Agenzia delle Entrate contro una società, annullando la decisione di merito che aveva invalidato avvisi di accertamento per operazioni inesistenti. La Suprema Corte ha stabilito che i giudici di secondo grado avevano errato nel non considerare le numerose prove che indicavano come il fornitore fosse una mera società "cartiera", trasferendo così l'onere della prova sul contribuente. Inoltre, ha chiarito che l'assenza di una specifica autorizzazione per l'accesso ispettivo non invalida l'accertamento se non lede diritti fondamentali. La causa è stata rinviata per un nuovo esame.
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Classificazione catastale: la docfa non è retroattiva
Un contribuente impugnava un avviso di accertamento ICI per il 2011, sostenendo la ruralità dei suoi immobili. La Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che la variazione di classificazione catastale ottenuta con procedura docfa ordinaria ha efficacia solo dalla data della domanda e non è retroattiva. Pertanto, per l'anno d'imposta in questione, restava valida la precedente classificazione, non impugnata, che non prevedeva l'esenzione.
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Contraddittorio preventivo Docfa: quando non serve?
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 9717/2024, ha stabilito che l'Agenzia delle Entrate non è tenuta ad attivare un contraddittorio preventivo prima di modificare la rendita catastale proposta dal contribuente tramite la procedura "docfa". Tale procedura è considerata già partecipativa e l'obbligo di contraddittorio non si applica in via generale ai tributi non armonizzati, come quelli catastali, se non espressamente previsto dalla legge. Di conseguenza, il ricorso del contribuente che lamentava la nullità dell'avviso per questo motivo è stato definitivamente respinto.
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Fatturazione fittizia e reddito: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 9723/2024, interviene su un caso di fatturazione fittizia nell'ambito di una frode carosello. Una società, operante come "cartiera", aveva emesso fatture per operazioni soggettivamente inesistenti. L'Agenzia delle Entrate aveva accertato un maggior reddito basandosi sulla presunzione che l'emissione di tali fatture generasse un profitto illecito. La Corte ha accolto il ricorso dell'Agenzia, stabilendo che il reddito di una società cartiera può essere determinato induttivamente, presuponendo un vantaggio economico pari all'importo delle fatture emesse. La sentenza impugnata è stata cassata per aver erroneamente applicato le norme sulla deducibilità dei costi (tipiche delle fatture passive) a un caso di emissione di fatture attive.
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Rottamazione debiti fiscali: stop al processo tributario
La Corte di Cassazione ha sospeso un giudizio tributario riguardante contestazioni su Iva, Ires e Irap, a seguito della richiesta di rottamazione debiti fiscali presentata da una società. Il contenzioso originale verteva sulla presunta fittizietà di operazioni di esportazione verso San Marino. La decisione evidenzia l'impatto delle procedure di definizione agevolata sui processi in corso.
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Rinuncia al ricorso: quando si evita il doppio contributo
Una società di servizi ambientali, dopo aver presentato ricorso in Cassazione per una controversia sulla restituzione dell'IVA sulla tariffa di igiene ambientale, ha depositato un atto di rinuncia al ricorso a seguito di un accordo con la controparte. La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio, cogliendo l'occasione per chiarire un punto fondamentale: la rinuncia al ricorso non comporta la condanna al pagamento del doppio del contributo unificato, sanzione prevista solo per i ricorsi respinti, inammissibili o improcedibili.
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Motivazione Apparente: quando la sentenza è nulla
Una società si opponeva a delle cartelle di pagamento. La Corte d'Appello rigettava il ricorso con una motivazione apparente, limitandosi a dichiarare di condividere le argomentazioni della controparte. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, stabilendo che una motivazione meramente adesiva e generica equivale a un'assenza di motivazione, rendendo la sentenza nulla. Il caso chiarisce anche i limiti all'impugnazione delle cartelle non notificate.
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Definizione Agevolata: facoltà e non obbligo per i Comuni
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 9718/2024, chiarisce due punti cruciali in materia tributaria. In primo luogo, stabilisce che l'adesione alla definizione agevolata delle liti pendenti è una mera facoltà per gli enti territoriali e non un obbligo, preservando la loro autonomia impositiva. In secondo luogo, affronta il tema della retroattività delle variazioni catastali, precisando che la richiesta di cambio di classificazione di un immobile (da D/8 a rurale), presentata nel 2012, non può avere effetto per annualità d'imposta precedenti, come il 2009. La Corte ha quindi respinto il ricorso del contribuente, confermando la legittimità sia del diniego alla definizione agevolata sia dell'avviso di accertamento ICI per l'anno 2009 basato sulla classificazione catastale allora vigente.
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Credito d’imposta: se non lo dichiari lo perdi
Una società perde un credito d'imposta per incentivi al cinema perché non lo ha indicato nella dichiarazione dei redditi. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che la mancata indicazione comporta la decadenza definitiva dal beneficio. La Corte ha stabilito che la scelta di usufruire di un credito d'imposta è un atto di volontà (negoziale) e non un semplice errore formale, rendendo la dichiarazione non modificabile su quel punto una volta scaduti i termini specifici.
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Contributi pubblici tassazione: quando sono esenti?
Un'azienda ha ricevuto contributi pubblici per la ricostruzione post-terremoto deliberati nel 1991, prima dell'introduzione dell'IRAP. L'Agenzia delle Entrate ha tentato di tassarli nel 2005, anno di un pagamento finale. La Corte di Cassazione ha stabilito che la tassazione dei contributi pubblici segue il principio di competenza economica: il diritto è sorto nel 1991, rendendo le somme non soggette a IRAP. La Corte ha però annullato la sentenza per un vizio procedurale su altri rilievi fiscali (IVA/IRES), rinviando il caso al giudice d'appello per una nuova valutazione su quel punto specifico.
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Tassazione rifiuti speciali: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 9673/2024, interviene sulla tassazione rifiuti speciali (TARI) per le aree commerciali. Viene stabilito che l'esenzione non si applica all'intera superficie di vendita, ma solo alla porzione dove si producono in via prevalente rifiuti speciali. La quota fissa del tributo è sempre dovuta per l'intera area, mentre la quota variabile può essere esclusa solo per le parti debitamente individuate dal contribuente, su cui grava l'onere della prova.
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Liquidazione spese legali: Cassazione e D.M. 55/2014
Un contribuente, dopo aver vinto una causa contro l'agente di riscossione per un debito di oltre 145.000 euro, ha impugnato la decisione dei giudici di merito riguardo alla liquidazione delle spese legali, ritenuta eccessivamente bassa. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che la liquidazione spese legali al di sotto dei minimi tariffari previsti dal D.M. 55/2014 è possibile solo con una motivazione specifica e puntuale, non essendo sufficiente un generico riferimento alla semplicità della causa. La sentenza è stata annullata con rinvio per una nuova determinazione delle spese.
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Definizione agevolata: è una facoltà degli Enti locali
Un contribuente ha contestato il diniego di una definizione agevolata da parte di un Comune per una lite sull'ICI relativa alla classificazione rurale di alcune serre. La Corte di Cassazione ha stabilito che l'adesione alla definizione agevolata è una facoltà discrezionale per gli enti locali, non un obbligo. Ha inoltre chiarito che la riclassificazione catastale ottenuta dal contribuente non era retroattiva all'anno d'imposta in questione (2008), poiché la specifica procedura utilizzata non conferiva la retroattività quinquennale. Il ricorso del contribuente è stato quindi respinto.
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Notifica appello tributario: prova di spedizione
La Corte di Cassazione conferma che un appello tributario notificato a mezzo posta è inammissibile se non viene depositata la ricevuta di spedizione. Una data scritta a mano sull'avviso di ricevimento non costituisce valida prova di spedizione, rendendo l'impugnazione tardiva e insanabile. L'Agenzia delle entrate ha visto il proprio ricorso rigettato per questo vizio procedurale.
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Contributo statale: quando è tassabile? La Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 9677/2024, ha stabilito che un contributo statale concesso per la ricostruzione post-sisma deve essere tassato secondo il principio di competenza, ovvero nell'anno in cui il diritto è stato acquisito (1991), e non negli anni in cui sono state erogate le ultime rate. La Corte ha chiarito che le condizioni per la revoca del contributo hanno natura di condizione risolutiva e non sospensiva, rendendo il contributo parte del patrimonio aziendale fin dalla sua concessione. Di conseguenza, non essendo all'epoca soggetto a tassazione, non può essere tassato successivamente con l'introduzione dell'Irap.
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Onere della prova: Cassazione su costi non documentati
Un contribuente ha impugnato un avviso di accertamento per costi non documentati e fatture per operazioni inesistenti. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 9659/2024, ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che l'onere della prova sull'esistenza e inerenza dei costi grava sul contribuente. La Corte ha inoltre precisato che non può riesaminare nel merito la valutazione delle prove compiuta dai giudici dei gradi precedenti, ma solo verificare l'eventuale omesso esame di un fatto decisivo.
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IMU immobile inagibile: quando spetta la riduzione?
Una società richiedeva la riduzione del 50% dell'IMU per un complesso immobiliare ritenuto parzialmente inagibile. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che per beneficiare dell'agevolazione per un IMU immobile inagibile non basta il mancato utilizzo o l'assenza di allacci, ma è necessario provare un degrado strutturale grave, non risolvibile con semplice manutenzione. L'onere di fornire prove concrete e tempestive ricade interamente sul contribuente.
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