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Diritto Tributario

Impugnazione estratto di ruolo: quando è ammessa?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 13341/2024, ha chiarito i limiti dell'impugnazione dell'estratto di ruolo. Una società aveva contestato un estratto relativo a debiti IVA e IRAP. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso originario inammissibile, applicando le nuove norme (art. 3-bis D.L. 146/2021) e la giurisprudenza delle Sezioni Unite (sent. 26283/2022). La decisione stabilisce che l'impugnazione è possibile solo se il contribuente dimostra un pregiudizio concreto e attuale, come il rischio di esclusione da appalti pubblici, e non per contestare genericamente la mancata notifica delle cartelle sottostanti.
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ICI terreni edificabili: sì anche senza piano attuativo
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di due contribuenti e il ricorso incidentale di un Comune in materia di ICI per terreni edificabili. Per l'annualità 2010, è stata confermata la decadenza del Comune dal diritto di accertamento. Per l'annualità 2011, è stato ribadito che un'area è considerata edificabile, e quindi soggetta a tassazione basata sul valore venale, sulla base della sola previsione del piano regolatore generale, anche in assenza di un piano urbanistico attuativo.
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Notifica al fallito: validità e conseguenze
Un contribuente, dichiarato fallito, si vede recapitare una cartella di pagamento per debiti IVA sorti prima del fallimento. Gli avvisi di accertamento erano stati notificati solo al curatore fallimentare. Una volta tornato in bonis, il contribuente impugna la cartella, sostenendo di non aver mai avuto conoscenza degli atti. La Corte di Cassazione, di fronte alla complessa questione sulla validità della notifica al fallito eseguita solo al curatore, ha disposto con ordinanza interlocutoria il rinvio della causa a pubblica udienza per una decisione approfondita.
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Interposizione fittizia: quando una ASD è un paravento
Una società a responsabilità limitata è stata ritenuta dall'Agenzia delle Entrate l'effettivo gestore di un'attività d'impresa formalmente intestata a un'associazione sportiva dilettantistica. La Corte di Cassazione ha confermato l'accertamento fiscale, rigettando il ricorso della società. La decisione si fonda sul principio dell'interposizione fittizia, provata tramite presunzioni quali la sovrapponibilità della compagine sociale, che il contribuente non è riuscito a superare dimostrando valide ragioni economiche alternative al mero risparmio fiscale.
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Atto presupposto: l’effetto sul pagamento del tributo
Un comune ha impugnato la decisione di una commissione tributaria che annullava un'ingiunzione di pagamento per la tassa sui rifiuti del 2007 emessa nei confronti di una società turistica. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse, poiché una sentenza definitiva su un separato avviso di accertamento (l'atto presupposto) aveva già risolto la questione principale, invalidando di conseguenza l'ingiunzione di pagamento.
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Società di comodo: stop al processo per accertamenti
La Corte di Cassazione ha emesso un'ordinanza interlocutoria in un caso riguardante una società di comodo. La controversia verteva sull'annullamento di un avviso di accertamento, giustificato dal fatto che l'inattività della società era dovuta al sequestro penale del suo unico bene immobile. Durante il giudizio di legittimità, i contribuenti hanno presentato istanza di definizione agevolata. A causa della scarsa chiarezza su quali soggetti avessero effettivamente definito la propria posizione, la Corte ha sospeso il procedimento, ordinando all'Agenzia delle Entrate di fornire informazioni dettagliate entro 90 giorni.
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Donazione con riserva di usufrutto: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13298/2024, ha stabilito che la donazione di un immobile con riserva di usufrutto per il donante e, dopo la sua morte, per un terzo (es. il coniuge), costituisce due negozi giuridici distinti. Il primo è la donazione della nuda proprietà, il secondo è la donazione dell'usufrutto al terzo, sottoposta a condizione sospensiva. Quest'ultimo atto è autonomamente soggetto a imposta fissa di registro, confermando la tesi dell'Agenzia delle Entrate.
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Diniego autotutela: quando l’errore non basta
Una contribuente contesta il diniego di autotutela dell'Agenzia delle Entrate relativo a un'imposta sostitutiva sulla rivalutazione di un terreno, basata su una perizia rivelatasi errata. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che la scelta della rivalutazione è un atto di volontà irrevocabile e che l'errore del perito, attenendo all'interesse privato del contribuente e non a un rilevante interesse pubblico, non giustifica l'annullamento dell'atto impositivo in autotutela.
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Motivazione per relationem: legittimità e limiti
La Corte di Cassazione si è pronunciata sulla legittimità di una sentenza d'appello che conferma la decisione di primo grado attraverso la tecnica della motivazione per relationem. Nel caso specifico, una società turistica aveva impugnato un avviso di accertamento per la tassa sui rifiuti (TARSU), ma il suo ricorso è stato respinto in tutti i gradi di giudizio. La Suprema Corte ha chiarito che tale motivazione è ammissibile a condizione che il giudice d'appello dimostri di aver esaminato i motivi di gravame, consentendo di ricostruire l'iter logico-giuridico della decisione e non limitandosi a una mera adesione acritica alla sentenza precedente.
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Specificità dei motivi: ricorso inammissibile
Una società turistica impugna un avviso di pagamento TARSU, sostenendo fosse una duplicazione. La Cassazione dichiara il ricorso inammissibile per mancanza di specificità dei motivi, poiché l'azienda non ha criticato la sentenza d'appello, limitandosi a ripetere le argomentazioni precedenti. La Corte ribadisce che il ricorso deve essere una critica puntuale alla decisione impugnata.
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Donazione con riserva di usufrutto: la tassazione
Una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce il regime fiscale della donazione con riserva di usufrutto per il donante e, successivamente, per un terzo. Il caso riguardava un avviso di liquidazione dell'imposta di registro su un atto di liberalità in cui un genitore donava la nuda proprietà di immobili alle figlie, riservando l'usufrutto per sé e, dopo la sua morte, per il coniuge. La Suprema Corte ha stabilito che tale operazione configura due distinti negozi giuridici: il primo è la donazione della nuda proprietà, il secondo è la donazione dell'usufrutto al terzo, sottoposta a condizione sospensiva. Di conseguenza, quest'ultimo atto è soggetto a tassazione autonoma, confermando la legittimità dell'avviso emesso dall'Agenzia delle Entrate.
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Inammissibilità dell’appello: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di una Commissione Tributaria Regionale che, dopo aver dichiarato l'inammissibilità dell'appello per presunta carenza di specificità dei motivi, aveva comunque esaminato e deciso nel merito della causa. Secondo la Suprema Corte, una volta dichiarata l'inammissibilità, il giudice si spoglia della 'potestas iudicandi' (potere di giudicare) e qualsiasi ulteriore argomentazione sul merito è giuridicamente irrilevante. Di conseguenza, il ricorso è stato accolto e la causa rinviata per un nuovo esame.
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Definizione agevolata: sospensione del giudizio
Una società di costruzioni ha impugnato in Cassazione una sentenza relativa a diverse cartelle esattoriali. Durante il processo, ha aderito alla definizione agevolata dei debiti ("rottamazione quater"). La Corte di Cassazione, applicando la normativa specifica, ha emesso un'ordinanza interlocutoria con cui ha sospeso il giudizio in attesa del perfezionamento del pagamento, rinviando la causa a nuovo ruolo e richiedendo chiarimenti sulla documentazione parzialmente incompleta.
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Autofattura servizi: quando scatta l’obbligo IVA?
Una società di assicurazioni in liquidazione è stata sanzionata per non aver emesso un'autofattura per commissioni di coassicurazione. La Corte di Cassazione ha annullato la sanzione, stabilendo che per l'autofattura servizi l'obbligo scatta solo al momento del pagamento del corrispettivo. Senza prova del pagamento, non c'è violazione. La Corte ha anche accolto il ricorso della società contro l'ingiustificata compensazione delle spese legali decisa nel precedente grado di giudizio.
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Sospensione termini notifica: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13249/2024, ha stabilito che la sospensione dei termini di notifica per calamità naturali non è automatica. Spetta all'Agenzia delle Entrate provare che il contribuente ha espressamente richiesto di avvalersi del beneficio. In assenza di tale prova, valgono i termini di decadenza ordinari e la cartella di pagamento notificata oltre tali termini è da considerarsi illegittima. Il caso riguardava un omesso versamento IRAP a seguito del sisma in Sicilia del 2002.
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Impugnazione incidentale tardiva: sempre ammissibile
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13287/2024, ha stabilito che l'impugnazione incidentale tardiva è ammissibile anche quando l'appello principale verte su un capo autonomo della sentenza, come quello sulle spese di giudizio. La controversia nasceva da un accertamento di valore di un immobile. I contribuenti avevano appellato la sentenza di primo grado solo sulla compensazione delle spese, mentre l'Agenzia delle Entrate ha proposto un'impugnazione incidentale tardiva sul merito della valutazione. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso dei contribuenti, confermando la piena ammissibilità dell'appello incidentale per garantire la parità delle armi tra le parti e l'economia processuale.
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Estinzione del giudizio per definizione agevolata
Una società cooperativa ha impugnato un avviso di accertamento IMU. Giunto il ricorso in Cassazione, la società ha aderito alla definizione agevolata dei carichi tributari e ha rinunciato al ricorso. La Suprema Corte ha dichiarato l'estinzione del giudizio, compensando le spese legali tra le parti e chiarendo che in caso di estinzione non è dovuto il raddoppio del contributo unificato.
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Prova notifica appello: basta la ricevuta di ritorno
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13261/2024, ha stabilito un principio cruciale in materia di prova notifica appello nel processo tributario. Ha chiarito che, per dimostrare la tempestività della notifica a mezzo posta, è sufficiente depositare l'avviso di ricevimento (la c.d. 'cartolina di ritorno') se su di esso è apposta la data di spedizione dall'ufficio postale, anche in assenza della distinta ricevuta di spedizione. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva dichiarato inammissibile l'appello dell'Amministrazione Finanziaria per la mancata produzione di quest'ultimo documento, commettendo un errore di diritto.
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Inutilizzabilità documenti fiscali: la Cassazione fa luce
La Corte di Cassazione rigetta il ricorso dell'Amministrazione Finanziaria, chiarendo le condizioni per l'inutilizzabilità dei documenti fiscali prodotti in ritardo. La sanzione non è automatica e dipende dal contesto della richiesta: per le richieste d'ufficio, l'onere della prova su un avvertimento formale grava sull'ente impositore, a differenza delle ispezioni in loco dove è richiesto un rifiuto sostanziale del contribuente.
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Sospensione termini tributari: la scelta del contribuente
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13270/2024, ha stabilito che la sospensione dei termini tributari a seguito di calamità naturali non è automatica per l'Amministrazione Finanziaria. L'estensione dei termini di decadenza per la notifica delle cartelle di pagamento opera solo se il contribuente manifesta la volontà di aderire alle procedure di definizione agevolata previste dalla legge. In assenza di tale scelta, si applicano i termini ordinari. Nel caso di specie, l'Agenzia delle Entrate non ha provato la scelta del contribuente, pertanto la cartella di pagamento è stata annullata perché notificata oltre il termine di decadenza.
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