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Diritto Tributario

Credito d’imposta ricerca e sviluppo: l’obbligo del form
Una società si è vista negare un credito d'imposta per ricerca e sviluppo perché, pur avendolo maturato nel 2007, lo ha utilizzato nel 2009 senza presentare un formulario introdotto da una legge del 2008. La Corte di Cassazione ha stabilito che il fattore decisivo per l'obbligo di presentazione del modello è la data di fruizione del credito, non quella di maturazione. Utilizzando il credito dopo il 1° gennaio 2009, la società era tenuta a rispettare la nuova procedura, pena la decadenza dal beneficio.
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Responsabilità intermediario fiscale: la Cassazione
Un contribuente, sanzionato per violazioni fiscali commesse dal proprio consulente, veniva inizialmente esentato dalle sanzioni dai giudici di merito. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando che la responsabilità per l'operato dell'intermediario fiscale non viene meno con la sola denuncia penale. Il contribuente ha l'onere di dimostrare di aver agito con diligenza sia nella scelta (culpa in eligendo) sia nella vigilanza (culpa in vigilando) del professionista, non potendo addurre a scusante la propria incompetenza tecnica. La causa è stata rinviata per un nuovo esame.
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Responsabilità solidale cessionario: la Cassazione chiarisce
Una società cessionaria di un ramo d'azienda ha ricevuto un'intimazione di pagamento per i debiti fiscali della società cedente. I giudici di merito hanno annullato l'atto, ritenendo necessaria la previa notifica della cartella di pagamento al cessionario. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che per far valere la responsabilità solidale del cessionario è sufficiente la notifica dell'intimazione di pagamento. Inoltre, ha precisato che la mancata preventiva escussione del cedente non invalida l'atto, ma costituisce una difesa che il cessionario può far valere. La causa è stata rinviata per un nuovo esame.
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Accertamento bancario: onere della prova sul contribuente
Una professionista riceve un avviso di accertamento basato sui movimenti bancari. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 13509/2024, ha ribadito un principio fondamentale dell'accertamento bancario: l'onere di provare che i versamenti su conto corrente non costituiscono reddito imponibile spetta interamente al contribuente. La sentenza di merito, che aveva invertito tale onere, è stata cassata con rinvio.
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Prova della notifica: senza ricevuta ricorso inammissibile
Un contribuente si oppone a un'intimazione di pagamento. Il suo ricorso viene dichiarato inammissibile perché non fornisce la prova della notifica all'agente della riscossione. La Cassazione conferma la decisione, sottolineando che l'onere di dimostrare il perfezionamento della notificazione ricade interamente sul ricorrente. La semplice affermazione non basta, è necessaria la prova documentale, come l'avviso di ricevimento.
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Definizione agevolata: come estingue il processo
Un lungo contenzioso tributario tra l'Agenzia delle Entrate e una società, riguardante accertamenti per IRAP e IVA, si conclude inaspettatamente. Dopo anni di battaglie legali, i contribuenti hanno aderito alla definizione agevolata prevista dalla normativa recente. A seguito della presentazione della domanda e del pagamento, la Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio, ponendo fine alla disputa senza una decisione nel merito.
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Contraddittorio preventivo: Cassazione attende le S.U.
Un professionista contesta un avviso di liquidazione per evasione dell'imposta di bollo, lamentando la violazione del contraddittorio preventivo. La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha sospeso la decisione sul ricorso. La Corte attende una pronuncia delle Sezioni Unite sulla questione della "prova di resistenza", ovvero su cosa debba dimostrare il contribuente per ottenere l'annullamento dell'atto fiscale emesso senza un confronto preventivo.
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Prescrizione bollo auto: quando inizia a decorrere?
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13516/2024, ha stabilito un principio fondamentale sulla prescrizione del bollo auto. Il caso riguardava un automobilista che aveva impugnato una cartella esattoriale ritenendola notificata oltre i termini. La Suprema Corte ha chiarito che il termine di prescrizione triennale non decorre dalla data di notifica dell'avviso di accertamento, bensì dalla scadenza del sessantesimo giorno successivo. Questo periodo di 60 giorni, concesso al contribuente per impugnare l'atto, rende il credito non ancora definitivo. Solo alla sua scadenza, il diritto dell'ente può essere esercitato e, di conseguenza, può iniziare a decorrere la prescrizione.
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Notifica cartella: la raccomandata è obbligatoria
Un'agenzia di riscossione ha impugnato una decisione che annullava diversi avvisi di intimazione. Le cartelle esattoriali prodromiche erano state consegnate al portiere dello stabile del contribuente, ma l'ente non aveva inviato la prescritta raccomandata informativa. La Corte di Cassazione ha confermato la nullità della notifica cartella, ribadendo che l'invio della raccomandata è un adempimento inderogabile per perfezionare la procedura quando l'atto non viene consegnato direttamente al destinatario, respingendo così il ricorso.
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Notifica cartelle pagamento: la raccomandata è decisiva
Una contribuente ha impugnato tredici avvisi di intimazione, sostenendo di non aver mai ricevuto le cartelle di pagamento presupposte. La Corte di Cassazione ha chiarito un punto cruciale sulla notifica cartelle pagamento: se una cartella viene consegnata a un familiare dopo il 4 luglio 2006, la notifica è nulla se l'agente della riscossione non prova di aver inviato la successiva raccomandata informativa al destinatario. La Corte ha quindi cassato la sentenza precedente e rinviato il caso alla corte territoriale per verificare il rispetto di questa procedura.
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Litisconsorzio necessario tributario: il rinvio
La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha affrontato un caso di accertamento fiscale a una socia di una società di persone. Ribadendo il principio del litisconsorzio necessario tributario, ha stabilito che la causa non può essere decisa separatamente da quella della società. Constatata la pendenza di un ricorso analogo da parte della società, ha disposto il rinvio della causa per una trattazione congiunta.
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Tassazione aree edificabili: la destinazione a verde
Una società concessionaria ha impugnato una sentenza che annullava un avviso di accertamento TASI su terreni adibiti a cava. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che la tassazione aree edificabili si basa sulla qualificazione urbanistica, non sull'uso effettivo. La destinazione a verde pubblico incide sul valore, ma non esclude l'imponibilità.
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Motivazione avviso di accertamento: Cassazione annulla
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di secondo grado relativa a un avviso di accertamento IMU per un'area soggetta a perequazione urbanistica. Il motivo della cassazione risiede nella motivazione della sentenza impugnata, giudicata irriducibilmente contraddittoria e incomprensibile. La Corte ha stabilito che una motivazione meramente apparente o fondata su affermazioni inconciliabili viola il 'minimo costituzionale' e deve essere annullata, rinviando il caso a un nuovo giudice per una decisione nel merito.
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Difesa agente riscossione: quando l’appello è nullo
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso dell'Agente della Riscossione a causa di un vizio nella rappresentanza legale. La nomina di un avvocato del libero foro, invece dell'Avvocatura dello Stato, ha violato le norme sulla difesa agente riscossione, rendendo nullo l'atto. La sentenza conferma che il patrocinio dell'ente è convenzionalmente affidato all'Avvocatura di Stato, salvo eccezioni specifiche che in questo caso non sussistevano. È stato inoltre respinto il ricorso incidentale del contribuente sulla compensazione delle spese legali.
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Prova delle esportazioni: la motivazione è valida
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell'Amministrazione Finanziaria riguardante la prova delle esportazioni ai fini IVA. La Corte ha stabilito che la motivazione 'per relationem' della corte d'appello è valida se dimostra un'analisi autonoma dei motivi di gravame e delle prove, confermando la decisione di primo grado. La decisione ha risolto anche una controversia collegata per l'anno successivo, basata sul medesimo presupposto, a favore della società contribuente.
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Accertamento presuntivo: onere della prova del Fisco
Un'impresa del settore giochi contesta un accertamento presuntivo basato su dati di terzi. La Cassazione rigetta il ricorso, confermando che spetta al contribuente fornire prova contraria specifica, come i contratti, per superare le presunzioni del Fisco. Viene inoltre negata la deducibilità di costi non provati nell'inerenza e effettività.
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Prova analitica e accertamenti: onere del contribuente
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13427/2024, ha rigettato il ricorso di un contribuente contro un avviso di accertamento basato su indagini finanziarie. La Corte ha ribadito che spetta al contribuente fornire una prova analitica, dettagliata per ogni singola operazione, per superare la presunzione di legge che le movimentazioni bancarie non giustificate costituiscano reddito imponibile. La sentenza sottolinea che anche la valutazione del giudice deve essere altrettanto analitica e non può basarsi su giustificazioni generiche o per categorie.
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Accertamento analitico: scelta discrezionale Ufficio
Una società impugnava un avviso di accertamento basato su un accertamento analitico che calcolava la base imponibile sulla somma di saldi negativi di cassa. La società sosteneva che tale metodo fosse errato e che si dovesse utilizzare una base imponibile inferiore. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile in quanto doglianza di merito. Ha inoltre chiarito che la scelta dell'accertamento analitico è discrezionale per l'Amministrazione Finanziaria, che non è obbligata a procedere con metodo induttivo neppure in presenza di scritture contabili inattendibili.
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Esenzione TARI: quando si paga la quota fissa?
Una società che produce prevalentemente rifiuti speciali (imballaggi terziari) e li smaltisce autonomamente ha diritto all'esenzione TARI solo per la parte variabile del tributo. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13455/2024, ha stabilito che la quota fissa della TARI resta sempre dovuta, in quanto copre i costi generali del servizio di gestione dei rifiuti a beneficio dell'intera collettività, a prescindere dall'effettivo utilizzo del servizio pubblico di raccolta.
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Esenzione Tarsu luoghi di culto: la decisione della Corte
Un'associazione religiosa ha contestato il diniego parziale dell'esenzione Tarsu per i suoi locali, sostenendo che anche le aree secondarie fossero destinate al culto. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando la decisione che limitava il beneficio al solo locale principale. La Corte ha ritenuto le doglianze sulla valutazione delle prove una questione di merito, inammissibile in sede di legittimità anche per difetto di autosufficienza, delineando così i confini dell'esenzione Tarsu luoghi di culto.
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