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Diritto Tributario

Notifica cartella di pagamento: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con la sentenza 14004/2024, ha stabilito che la prova della notifica della cartella di pagamento può essere fornita anche tramite fotocopie delle relate di notifica. Una contestazione da parte del contribuente, per essere valida, non può essere generica ma deve specificare in modo chiaro e circostanziato quali aspetti della copia differiscano dall'originale. La Corte ha inoltre ribadito l'importanza del principio di autosufficienza del ricorso, dichiarando inammissibili i motivi non supportati dalla trascrizione integrale degli atti contestati.
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Sospensione giudizio tributario: il caso rottamazione
Una società, in lite con il Fisco, aderisce alla "rottamazione quater" e chiede l'estinzione del processo. La Corte di Cassazione chiarisce che l'adesione non è sufficiente per l'estinzione, ma determina la sospensione del giudizio tributario. La causa potrà essere chiusa solo dopo la prova del completo pagamento di tutte le rate previste dal piano di definizione agevolata.
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Definizione agevolata: estinzione del giudizio
Una società di autotrasporti, oggetto di un accertamento per condotta antieconomica, ha ottenuto l'estinzione del giudizio pendente in Cassazione aderendo alla definizione agevolata prevista dalla L. 197/2022. La Corte Suprema, verificata la regolarità della domanda e del pagamento, ha dichiarato estinto il processo, lasciando le spese a carico della parte che le ha anticipate.
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Onere della prova: Cassazione su studi di settore
Un autotrasportatore, a seguito di accertamento basato su studi di settore, si è visto contestare una perdita. La Cassazione ha annullato la decisione di merito, chiarendo l'onere della prova a carico del Fisco: il giudice deve valutare globalmente tutti gli indizi di capacità di spesa (mutui, acquisti, antieconomicità), non in modo isolato.
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Definizione agevolata: stop al processo tributario
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione di un giudizio tributario relativo a cartelle di pagamento per IVA, IRES e IRAP. La decisione non entra nel merito della controversia, ma prende atto della cessazione della materia del contendere a seguito dell'adesione della società contribuente alla definizione agevolata (c.d. 'rottamazione-ter'). Tale adesione comporta, per legge, la rinuncia al ricorso pendente.
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Errore di fatto: quando la Cassazione lo esclude
Una società chiede la revocazione di un'ordinanza della Cassazione per un presunto errore di fatto, sostenendo che la Corte avesse travisato le conclusioni di una corte d'appello sul momento impositivo di una compravendita immobiliare e sulla sussistenza di un giudicato esterno. La Cassazione rigetta il ricorso, chiarendo che la valutazione giuridica, anche se errata, non costituisce l'errore di fatto revocatorio, il quale deve essere una pura svista percettiva su un dato processuale.
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Incarico a dipendente pubblico: l’errore è scusabile?
Una società edile viene sanzionata dall'Agenzia Fiscale per aver affidato un incarico a un dipendente pubblico senza la prescritta autorizzazione. La società si difende invocando l'errore incolpevole, dato che il professionista aveva Partita IVA ed emetteva fatture. La Corte di Cassazione, pur confermando l'onere di diligenza del committente nel verificare lo status del professionista, annulla parzialmente la sanzione poiché una delle norme applicate è stata dichiarata incostituzionale. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per la rideterminazione della sanzione e delle spese legali.
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Accertamento analitico-induttivo: Cassazione conferma
Un'ordinanza della Corte di Cassazione ha confermato la legittimità di un accertamento analitico-induttivo a carico di un'impresa del settore ittico. Nonostante la contabilità fosse formalmente regolare, è stata ritenuta complessivamente inattendibile a causa di uno scostamento dei ricavi rispetto agli studi di settore e di una redditività irrisoria. La Corte ha stabilito che tali elementi sono sufficienti per giustificare la rettifica del reddito, respingendo il ricorso del contribuente.
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Raddoppio termini accertamento: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13936/2024, ha chiarito le condizioni per il raddoppio dei termini di accertamento fiscale in caso di reati tributari. La Corte ha stabilito che, secondo il regime transitorio applicabile al caso, non è sufficiente la mera sussistenza dell'obbligo di denuncia penale. È necessario che l'Amministrazione Finanziaria fornisca la prova di aver effettivamente trasmesso la notizia di reato all'autorità giudiziaria entro i termini ordinari di accertamento. Poiché il giudice di merito non aveva verificato questa prova, la sentenza è stata cassata con rinvio.
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Onere della prova: Cassazione su accertamento fiscale
La Corte di Cassazione ha chiarito la ripartizione dell'onere della prova in un caso di accertamento fiscale per interposizione fittizia. Un contribuente, titolare di un phone center, era stato accusato di aver utilizzato un intermediario estero per evadere l'IVA. I giudici di merito avevano annullato l'accertamento, richiedendo all'Amministrazione Finanziaria una prova certa della simulazione. La Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando che l'accertamento può legittimamente basarsi su presunzioni semplici, purché gravi, precise e concordanti. Spetta poi al contribuente fornire la prova contraria. La sentenza ha quindi rinviato il caso per un nuovo esame basato sulla corretta applicazione dei principi sull'onere della prova.
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Motivazione rafforzata: obblighi dell’Agenzia
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una società e dei suoi soci contro un accertamento basato sugli studi di settore. La Corte ha stabilito che l'obbligo di motivazione rafforzata è assolto quando l'Agenzia delle Entrate risponde puntualmente alle osservazioni del contribuente nella fase pre-contenziosa. Le contestazioni sulla presunta antieconomicità dell'attività, se non supportate da prove decisive, non possono essere riesaminate in sede di legittimità.
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Estratto di ruolo: quando si può impugnare?
Una società ha contestato un estratto di ruolo per la presunta mancata notifica di diverse cartelle di pagamento. La Corte di Cassazione, applicando una recente modifica legislativa interpretata dalle Sezioni Unite, ha dichiarato inammissibile il ricorso originario. L'impugnazione estratto di ruolo è ora consentita solo se il contribuente dimostra un pregiudizio concreto e specifico, come l'esclusione da appalti pubblici. La sentenza di merito è stata cassata senza rinvio.
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Rinvio a nuovo ruolo: la Cassazione unifica i giudizi
La Corte di Cassazione ha disposto il rinvio a nuovo ruolo di un ricorso in materia tributaria. La controversia riguardava un avviso di accertamento per IVA basato su operazioni soggettivamente inesistenti. La decisione di posticipare il giudizio è stata presa per consentire la trattazione unitaria con un altro procedimento pendente tra le stesse parti e relativo alla medesima imposta, dove la società ricorrente figurava come responsabile solidale.
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Plusvalenza immobile: tassabile anche senza pagamento
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13965/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di plusvalenza immobile. La tassazione scatta al momento della stipula del contratto di compravendita, che segna il trasferimento giuridico della proprietà, indipendentemente dall'effettivo pagamento del prezzo. La successiva risoluzione del contratto per inadempimento dell'acquirente non annulla retroattivamente l'obbligo fiscale sorto. Il venditore potrà, tuttavia, registrare una minusvalenza nell'esercizio in cui avviene la risoluzione.
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Operazioni inesistenti: Cassazione su IVA e sanzioni
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13947/2024, ha rigettato il ricorso di una società in fallimento contro un avviso di accertamento dell'Agenzia delle Entrate. Il caso riguarda delle operazioni inesistenti, nello specifico una compravendita immobiliare seguita da locazione, ritenuta fittizia e finalizzata a ottenere vantaggi fiscali illeciti. La Corte ha confermato l'indetraibilità dell'IVA per il cessionario e la legittimità delle sanzioni, ribadendo che l'Amministrazione finanziaria può basarsi su presunzioni gravi, precise e concordanti per provare la fittizietà dell'operazione. Una volta fornita tale prova, spetta al contribuente dimostrare la propria buona fede e l'assenza di colpevolezza.
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Dichiarazione d’intenti falsa: onere del fornitore
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13959/2024, ha rigettato il ricorso di una società a cui era stata contestata la vendita di beni in sospensione d'IVA sulla base di una dichiarazione d'intenti falsa fornita da un cliente. La Corte ha stabilito che il fornitore ha un onere di diligenza e non può beneficiare dell'esenzione se dispone di elementi per sospettare dell'irregolarità. Inoltre, è stata confermata la legittimità del raddoppio dei termini di accertamento in presenza di indizi di reato e l'irrilevanza, nel giudizio tributario, di una eventuale sentenza di assoluzione penale per i medesimi fatti.
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Firma a stampa: quando l’avviso di accertamento è valido?
La Corte di Cassazione ha stabilito che un avviso di accertamento tributario con firma a stampa è valido anche se l'atto dirigenziale che nomina il funzionario responsabile non indica la fonte dei dati. Secondo la Corte, la legge non richiede che entrambe le indicazioni (funzionario e fonte dati) siano contenute in un unico provvedimento. L'essenziale è che l'atto sia inequivocabilmente riconducibile all'ente impositore e che le informazioni siano comunque accessibili al contribuente.
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Definizione agevolata: estingue il giudizio tributario
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione di un giudizio relativo all'imposta di registro sulla cessione di quote di una farmacia. La decisione non è entrata nel merito della controversia, ma è scaturita dalla perfezionata definizione agevolata da parte di uno dei soggetti coobbligati. In applicazione della normativa specifica, il beneficio della definizione si è esteso a tutte le parti in causa, determinando la cessazione del contenzioso per tutti i soggetti coinvolti.
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Definizione agevolata: come estingue il processo
Un contribuente, dopo due sentenze sfavorevoli, aderisce alla definizione agevolata durante il ricorso in Cassazione. La Corte Suprema dichiara estinto il processo, stabilendo che la domanda di sanatoria e il relativo pagamento manifestano in modo inequivocabile la volontà di rinunciare al ricorso, rendendo superflua una rinuncia formale.
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Reddito d’impresa: abitualità batte organizzazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13893/2024, ha stabilito che un'attività di intermediazione, se svolta con abitualità, genera reddito d'impresa ai fini fiscali, anche in assenza di una vera e propria organizzazione aziendale. Il caso riguardava una contribuente che operava come procacciatrice d'affari e che sosteneva di non dover essere tassata come impresa per la mancanza del requisito organizzativo. La Corte ha chiarito che, per le attività commerciali specificate nell'art. 2195 c.c., la normativa fiscale richiede solo la professionalità e l'abitualità, a differenza di quella civilistica.
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