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Difesa Agente Riscossione: quando serve l’Avvocatura

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso dell’Ente di Riscossione. La decisione si fonda sulla nullità della procura conferita a un avvocato privato, in assenza della necessaria delibera motivata che giustifichi la scelta di non avvalersi dell’Avvocatura dello Stato, come richiesto per la difesa Agente Riscossione.

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Pubblicato il 2 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

La Difesa dell’Agente di Riscossione: Quando il Ricorso è Nullo

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale in materia di contenzioso tributario, ponendo l’accento sulle regole che disciplinano la difesa agente riscossione. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile un ricorso presentato dall’Ente, non perché infondato nel merito, ma per un vizio preliminare: la nomina di un avvocato del libero foro senza la necessaria e specifica autorizzazione. Questa pronuncia offre spunti cruciali per comprendere i limiti e le condizioni della rappresentanza legale dell’Agenzia in giudizio.

Il Contesto: Iscrizione Ipotecaria e Prescrizione

Il caso trae origine dall’impugnazione da parte di una società contribuente di due comunicazioni di iscrizione ipotecaria e delle relative cartelle di pagamento. La società lamentava l’omessa notifica degli atti presupposti e la conseguente prescrizione dei crediti tributari. La Commissione Tributaria Regionale aveva parzialmente accolto le ragioni del contribuente, annullando diverse cartelle per intervenuta prescrizione (decennale o quinquennale) e per l’inesistenza della notifica effettuata tramite PEC con un formato non consentito. Insoddisfatto della decisione, l’Agente della Riscossione decideva di presentare ricorso in Cassazione, affidandosi a un avvocato del libero foro.

La questione della difesa Agente Riscossione: Avvocatura di Stato vs. Libero Foro

Il nodo centrale della questione, che ha assorbito ogni altra valutazione, è stato proprio quello relativo alla legittimità della rappresentanza processuale dell’Ente. La normativa vigente stabilisce una regola generale e una eccezione ben definita.

La Regola Generale e l’Eccezione

Di norma, la difesa dell’Agente della Riscossione spetta all’Avvocatura dello Stato. Questo principio garantisce una gestione unitaria e specializzata del contenzioso pubblico. Tuttavia, la legge prevede la possibilità di ricorrere ad avvocati del libero foro come ipotesi residuale. Questa eccezione non è libera, ma è subordinata a condizioni precise: l’Ente deve adottare una specifica e motivata deliberazione che giustifichi, caso per caso, la scelta di un legale esterno. Tale delibera deve basarsi su criteri predeterminati da un atto organizzativo generale e, in certi casi, deve essere sottoposta agli organi di vigilanza.

La Decisione della Cassazione sulla difesa Agente Riscossione

La Corte di Cassazione, richiamando un consolidato orientamento e in particolare una pronuncia delle Sezioni Unite (sentenza n. 30008/2019), ha rilevato d’ufficio la nullità della procura conferita all’avvocato privato. Nel caso di specie, agli atti era presente solo la procura speciale in calce al ricorso, ma mancava la documentazione essenziale che avrebbe dovuto legittimare tale scelta.

La Nullità della Procura Speciale

L’assenza della delibera motivata e dell’atto organizzativo generale rende la nomina del difensore esterno invalida. Questa invalidità si traduce nella nullità del mandato alle liti e, di conseguenza, nell’inammissibilità dell’intero ricorso. Il giudice ha il potere e il dovere di rilevare tale vizio anche d’ufficio, senza che sia necessaria un’eccezione della controparte. Di conseguenza, il ricorso dell’Agente della Riscossione è stato respinto in rito, senza alcuna analisi degli otto motivi di diritto sollevati.

le motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sulla base del principio secondo cui il rapporto tra la difesa pubblica dell’Avvocatura dello Stato e quella privata è di regola ad eccezione. L’affidamento a un avvocato del libero foro è un’opzione residuale, che richiede un percorso decisionale formale e trasparente da parte dell’ente pubblico. La ratio di questa normativa è duplice: da un lato, garantire il controllo sulla spesa pubblica per le consulenze legali; dall’altro, assicurare che la difesa dell’interesse pubblico sia affidata primariamente a un organo specializzato come l’Avvocatura. La mancanza della delibera motivata interrompe questa catena di legittimazione, rendendo invalido l’atto di conferimento della procura e, a cascata, l’atto processuale compiuto dal difensore privo di un valido mandato.

le conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un importante monito per l’Agente della Riscossione e, in generale, per le pubbliche amministrazioni. La scelta di avvalersi di un avvocato del libero foro non è una mera formalità, ma una procedura rigorosa che deve essere documentata e giustificata. Per i contribuenti e i loro difensori, questa pronuncia sottolinea l’importanza di verificare sempre la regolarità della costituzione in giudizio della controparte pubblica, poiché un vizio nella procura può essere decisivo per l’esito della lite, determinando l’inammissibilità del ricorso prima ancora di entrare nel merito delle questioni tributarie.

L’Agente della Riscossione può sempre farsi difendere da un avvocato privato (del libero foro)?
No. La regola generale prevede che la difesa sia affidata all’Avvocatura dello Stato. Il ricorso a un avvocato privato è un’ipotesi eccezionale e residuale, che deve essere giustificata da una specifica e motivata delibera dell’ente.

Cosa succede se l’Agente della Riscossione affida la sua difesa a un avvocato privato senza una delibera specifica?
In assenza della delibera motivata, la procura conferita all’avvocato è nulla. Questa nullità determina l’inammissibilità della costituzione in giudizio e, di conseguenza, dell’atto processuale compiuto, come il ricorso per cassazione.

Il giudice può dichiarare d’ufficio la nullità della procura dell’avvocato dell’Agente della Riscossione?
Sì. Secondo la Corte, in difetto della prova della delibera che autorizza il ricorso a un avvocato esterno, il giudice deve rilevare, anche d’ufficio, la nullità della procura alle liti e l’inammissibilità della costituzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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