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Definizione agevolata: estinzione del giudizio

Una società sportiva ha impugnato un preavviso di fermo amministrativo, contestando la notifica della cartella di pagamento presupposta. Durante il ricorso in Cassazione, la società ha aderito alla definizione agevolata prevista dalla Legge n. 197/2022, pagando le rate dovute. La Corte di Cassazione, preso atto dell’adesione, ha dichiarato l’estinzione del giudizio, senza pronunciarsi nel merito delle questioni sollevate.

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Pubblicato il 7 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: Come Sancisce l’Estinzione del Processo Tributario

L’adesione alla definizione agevolata rappresenta uno strumento strategico per i contribuenti, in grado di porre fine a contenziosi tributari pendenti, anche in Cassazione. Una recente ordinanza della Suprema Corte chiarisce come l’adesione a tale procedura determini l’estinzione del giudizio, indipendentemente dal merito delle questioni sollevate. Analizziamo insieme i dettagli del caso e le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso: Dalla Notifica PEC alla Cassazione

Una società sportiva si era opposta a un preavviso di fermo amministrativo, sostenendo di non aver mai ricevuto la notifica della cartella di pagamento che ne costituiva il presupposto. In primo grado, i giudici avevano dato ragione alla società. Tuttavia, la Commissione tributaria regionale aveva ribaltato la decisione, ritenendo valida la notifica della cartella effettuata tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) dall’agente della riscossione.

La società, non soddisfatta della decisione, ha proposto ricorso in Cassazione, sollevando due questioni principali:
1. La violazione delle norme sulla ripartizione dell’onere della prova, poiché l’agente della riscossione non avrebbe dimostrato l’effettiva notifica e il contenuto dell’atto.
2. La nullità della notifica via PEC per l’assenza della ricevuta di accettazione e per la mancata prova della titolarità dell’indirizzo PEC del destinatario.

La Svolta: L’Adesione alla Definizione Agevolata

Durante la pendenza del giudizio in Cassazione, la società ricorrente ha compiuto un passo decisivo. Ha presentato una dichiarazione di adesione alla definizione agevolata prevista dalla Legge n. 197 del 2022, relativa proprio alla cartella di pagamento oggetto della controversia. La società ha non solo presentato la domanda, ma ha anche allegato la prova del pagamento delle rate già scadute, chiedendo alla Corte di sospendere o chiudere il processo.

La Decisione della Corte e la Definizione Agevolata

La Corte di Cassazione non è entrata nel merito delle questioni legali sollevate dalla società riguardo alla validità della notifica PEC. Ha invece preso atto dell’avvenuta adesione del contribuente alla procedura di definizione agevolata. Questa scelta ha avuto un effetto dirimente sull’intero procedimento.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda direttamente sulla normativa che regola la definizione agevolata (art. 1, commi 197 e 198, Legge n. 197/2022). La legge stabilisce chiaramente che il contribuente che intende aderire alla definizione agevolata per una controversia pendente deve depositare presso l’organo giurisdizionale copia della domanda e del versamento degli importi dovuti (o della prima rata). A fronte di tale adempimento, la norma prevede espressamente che «il processo è dichiarato estinto». La Corte, quindi, non ha fatto altro che applicare questa disposizione, dichiarando l’estinzione del giudizio. Ha inoltre specificato che le spese del processo estinto restano a carico della parte che le ha anticipate e che, data l’adesione alla definizione, non sussistono i presupposti per la condanna al pagamento del doppio contributo unificato.

Le Conclusioni

Questa ordinanza conferma un principio fondamentale: la definizione agevolata è uno strumento efficace per chiudere le liti fiscali. L’adesione a questa procedura prevale sulle questioni di merito del contenzioso, portando alla sua estinzione automatica una volta che il contribuente ha adempiuto agli oneri richiesti (deposito della domanda e prova del pagamento). Per i contribuenti, ciò significa poter chiudere un contenzioso lungo e dall’esito incerto, beneficiando delle condizioni favorevoli previste dalla sanatoria. Per il sistema giudiziario, rappresenta un meccanismo per deflazionare il carico di lavoro, risolvendo le controversie in via amministrativa anziché giurisdizionale.

Cosa succede a un processo tributario se il contribuente aderisce alla definizione agevolata?
Il processo viene dichiarato estinto dall’organo giurisdizionale presso cui pende, a condizione che il contribuente depositi copia della domanda di definizione e la prova del pagamento degli importi dovuti o della prima rata.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata?
Le spese del processo restano a carico della parte che le ha anticipate. Non vi è una condanna alle spese a favore dell’altra parte.

L’adesione alla definizione agevolata evita il pagamento del doppio contributo unificato in Cassazione?
Sì, l’ordinanza chiarisce che l’adesione alla definizione agevolata comporta l’assenza dei presupposti per la condanna al pagamento del doppio contributo unificato, previsto in caso di rigetto o inammissibilità del ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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