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Correzione errore materiale: guida alla procedura

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 8924/2024, interviene d’ufficio per la correzione di un errore materiale contenuto in un suo precedente provvedimento. Il caso riguardava l’errata indicazione dell’autorità giudiziaria di primo grado. La Corte ha chiarito che per attivare tale procedura non è necessario un ricorso formale, ma è sufficiente una semplice istanza della parte, e ha disposto la rettifica senza pronunciarsi sulle spese.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Correzione Errore Materiale: Quando il Giudice Può Correggere Sé Stesso

Nel percorso di un contenzioso giudiziario, può accadere che un provvedimento, come una sentenza o un’ordinanza, contenga delle imprecisioni che non ne inficiano la sostanza decisionale ma ne compromettono la chiarezza o l’eseguibilità. In questi casi interviene la procedura di correzione errore materiale, uno strumento agile che permette al giudice di emendare i propri atti. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione, l’ordinanza n. 8924 del 2024, offre un chiaro esempio di come funzioni questo istituto, anche in ambito tributario.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un ricorso presentato da un contribuente avverso una sentenza della Commissione Tributaria Provinciale di Roma. La Corte di Cassazione, nel decidere sul ricorso con una precedente ordinanza (la n. 29226/2023), era incorsa in un’imprecisione: aveva indicato come organo che aveva emesso la sentenza impugnata la ‘Commissione tributaria regionale del Lazio’ anziché, correttamente, la ‘Commissione tributaria provinciale di Roma’.

Di conseguenza, anche il rinvio della causa era stato disposto erroneamente verso la ‘Corte di giustizia tributaria di secondo grado del Lazio’, invece che verso quella di primo grado. Il ricorrente, accortosi dell’errore, ha presentato un’istanza alla Corte per sollecitarne la correzione.

La Procedura di Correzione Errore Materiale

La Corte Suprema ha colto l’occasione per chiarire alcuni aspetti procedurali di fondamentale importanza. In primo luogo, ha specificato che per la correzione errore materiale non è necessario presentare un autonomo e formale ricorso. È sufficiente un’istanza della parte interessata che stimoli il potere del giudice di intervenire ‘d’ufficio’, cioè di propria iniziativa, per emendare l’errore.

Inoltre, per garantire il rispetto del principio del contraddittorio, la Corte ha fissato un’udienza camerale, notificando il decreto a tutte le parti e dando loro la possibilità di depositare memorie. Questo passaggio assicura che ogni parte possa esprimere la propria posizione prima della decisione finale sulla correzione.

Le Motivazioni della Corte

La Cassazione ha ritenuto l’istanza del contribuente fondata, riconoscendo che l’errata indicazione dell’autorità giudiziaria costituiva un ‘mero errore materiale’. Questo tipo di errore non riguarda il merito della decisione, ma solo la sua estrinsecazione formale, e può quindi essere corretto senza alterare il contenuto della pronuncia.

La Corte ha pertanto disposto la correzione della propria precedente ordinanza. Ha stabilito che, ovunque nel testo fosse menzionata la ‘Commissione tributaria regionale del Lazio’, si dovesse intendere e leggere ‘Commissione tributaria provinciale di Roma’. Tale correzione era indispensabile per garantire che il giudizio di rinvio potesse essere correttamente riassunto dinanzi al giudice competente, cioè quello di primo grado.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce la funzione essenziale della procedura di correzione errore materiale come strumento di garanzia della coerenza e della precisione degli atti giudiziari. La decisione dimostra che il sistema giudiziario possiede meccanismi interni per rettificare le sviste, anche ai massimi livelli, in modo rapido ed efficace. Per le parti in causa, ciò significa che è possibile sanare imprecisioni formali senza dover avviare complessi e lunghi procedimenti di impugnazione. Infine, la Corte ha precisato che, trattandosi di un procedimento di questa natura, non vi è luogo a provvedere sulle spese di giudizio.

È necessario un ricorso formale per chiedere la correzione di un errore materiale in un’ordinanza?
No, secondo questa ordinanza, non è necessario un autonomo ricorso. È sufficiente un’istanza che solleciti la Corte a esercitare il suo potere di emendare l’errore d’ufficio.

Cosa si intende per errore materiale correggibile?
Si intende un mero errore, come l’indicazione errata di un’autorità giudiziaria (in questo caso, ‘Commissione tributaria regionale’ invece di ‘provinciale’), che non incide sul contenuto della decisione ma solo sulla sua formulazione.

Chi paga le spese nel procedimento di correzione di errore materiale?
L’ordinanza stabilisce che non vi è nulla da disporre in merito alle spese, in quanto si tratta di un procedimento di correzione di errore materiale e non di un giudizio di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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