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Avviso bonario: quando è obbligatorio per l’Agenzia

Una società immobiliare, situata in un’area colpita da un sisma, sospendeva i versamenti d’imposta e maturava un credito. L’Amministrazione Finanziaria, tramite un controllo automatizzato, disconosceva parte del credito e notificava una cartella di pagamento senza un preventivo avviso bonario. La Corte di Cassazione ha confermato la nullità della cartella, stabilendo che in presenza di questioni interpretative complesse, e non di semplici errori di calcolo, l’invio dell’avviso bonario è un obbligo per garantire il contraddittorio con il contribuente.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Avviso Bonario: Quando è Obbligatorio e Perché Protegge il Contribuente

L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 9759/2024 ribadisce un principio fondamentale a tutela del contribuente: l’obbligo per l’Amministrazione Finanziaria di inviare un avviso bonario prima di emettere una cartella di pagamento, qualora la contestazione non riguardi un semplice errore di calcolo, ma una questione di interpretazione normativa. Questo caso specifico, scaturito dalle agevolazioni fiscali post-sisma, chiarisce i limiti del cosiddetto ‘controllo automatizzato’ e rafforza il diritto al contraddittorio.

I Fatti del Caso: La Controversia sul Credito d’Imposta Post-Sisma

Una società immobiliare, operante in un’area colpita da un grave evento sismico, si avvaleva della normativa emergenziale che consentiva la sospensione dei versamenti fiscali. In particolare, la società sospendeva il versamento degli acconti IRES per l’anno 2009. Successivamente, nella propria dichiarazione dei redditi, indicava un credito d’imposta di importo pari agli acconti sospesi.

L’Amministrazione Finanziaria, attraverso una procedura di controllo automatizzato ai sensi dell’art. 36-bis del D.P.R. 600/73, contestava la spettanza di una parte di tale credito. Secondo l’Ufficio, il credito derivante dagli acconti sospesi era riconoscibile solo nei limiti dell’imposta effettivamente dovuta a saldo. L’eccedenza, invece, veniva disconosciuta e recuperata a tassazione. Sulla base di questo controllo, veniva emessa e notificata una cartella di pagamento per circa 50.000 euro, comprensivi di imposta, sanzioni e interessi, senza alcuna comunicazione preventiva.

La società impugnava la cartella, lamentando sia la mancata ricezione del preventivo avviso di irregolarità sia l’errata interpretazione della normativa da parte dell’Ufficio. La Commissione Tributaria Regionale dava ragione alla contribuente, annullando la cartella proprio per il mancato invio della comunicazione preventiva, ritenendo che il caso presentasse una ‘incertezza interpretativa’ che non poteva essere risolta con un mero controllo automatizzato.

La Decisione della Cassazione e l’obbligo di Avviso Bonario

L’Amministrazione Finanziaria ricorreva in Cassazione, sostenendo che la questione non presentasse profili di particolare complessità e che l’errore fosse palese. La Suprema Corte, tuttavia, ha respinto il ricorso, confermando in toto la decisione dei giudici di secondo grado. La Corte ha colto l’occasione per ribadire un principio consolidato nella sua giurisprudenza.

Le Motivazioni della Corte

Il potere di accertamento tramite controllo automatizzato, previsto dall’art. 36-bis, ha una natura eccezionale. Può essere utilizzato solo quando l’errore nella dichiarazione è rilevabile ‘ictu oculi’, cioè a colpo d’occhio, tramite un semplice riscontro cartolare. Questo strumento è pensato per correggere errori materiali e di calcolo, non per dirimere questioni giuridiche o interpretative.

Nel caso di specie, la controversia non riguardava un banale errore. Riguardava, invece, l’interpretazione di una complessa normativa emergenziale, ulteriormente complicata dall’esistenza di due diversi provvedimenti direttoriali dell’Agenzia delle Entrate, uno per i residenti nel ‘cratere sismico’ e uno per quelli al di fuori. Stabilire quale normativa applicare e come interpretarla richiedeva una valutazione giuridica che va ben oltre il mero controllo documentale.

Quando emergono tali questioni interpretative, l’Amministrazione non può procedere direttamente con l’iscrizione a ruolo e l’emissione della cartella. È obbligata, ai sensi dell’art. 6, comma 5, della Legge 212/2000 (Statuto dei diritti del contribuente), a comunicare preventivamente l’esito del controllo al contribuente. Questo avviso bonario serve a instaurare un contraddittorio, dando al cittadino la possibilità di fornire chiarimenti, presentare documenti e dialogare con l’Ufficio prima che l’atto diventi esecutivo. L’omissione di questa comunicazione, nei casi in cui è richiesta, vizia l’intero procedimento e determina la nullità dell’atto impositivo successivo.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione rafforza le garanzie per i contribuenti. Viene tracciata una linea netta tra gli errori formali, emendabili con procedure rapide, e le questioni di merito, che richiedono un dialogo e un’analisi più approfondita. L’Amministrazione Finanziaria non può abusare dello strumento del controllo automatizzato per risolvere questioni giuridiche complesse, bypassando il diritto al contraddittorio. Per i contribuenti, questa sentenza rappresenta un’importante conferma: di fronte a contestazioni che implicano l’interpretazione di norme, l’omissione dell’avviso bonario è un vizio procedurale che può portare all’annullamento della pretesa fiscale.

Quando l’Amministrazione Finanziaria è obbligata a inviare un avviso bonario prima di una cartella di pagamento?
L’Amministrazione Finanziaria è obbligata a inviare un avviso bonario quando, a seguito di un controllo automatizzato, emergono ‘incertezze su aspetti rilevanti della dichiarazione’. Questo si verifica quando la questione non è un semplice errore materiale o di calcolo, ma richiede un’interpretazione di norme giuridiche.

Un controllo automatizzato può essere usato per risolvere questioni interpretative complesse?
No. La giurisprudenza costante della Corte di Cassazione stabilisce che il potere di controllo automatizzato (ex art. 36-bis D.P.R. 600/1973) è esercitabile solo per errori rilevabili ‘ictu oculi’ (a colpo d’occhio) dal semplice esame cartolare. Non può essere utilizzato per risolvere questioni giuridiche che richiedono un’indagine interpretativa.

Cosa succede se l’Amministrazione Finanziaria emette una cartella di pagamento senza il preventivo avviso bonario quando questo è richiesto?
Se l’avviso bonario è obbligatorio a causa della presenza di questioni interpretative e l’Amministrazione Finanziaria omette di inviarlo, la successiva cartella di pagamento è illegittima e può essere annullata dal giudice tributario. La mancata comunicazione preventiva costituisce un vizio del procedimento che invalida l’atto impositivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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