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Testimonianza de relato: la Cassazione annulla sentenza

Un imprenditore è stato condannato per reati fiscali legati a fatture per operazioni inesistenti. La condanna, basata in gran parte sulla testimonianza di un ufficiale della Guardia di Finanza che riferiva i risultati di indagini svolte da un altro reparto (testimonianza de relato), è stata impugnata. La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna, rilevando una profonda contraddittorietà nella motivazione della Corte d’Appello. Quest’ultima aveva negato la richiesta della difesa di ascoltare la fonte diretta delle informazioni, ritenendola non necessaria, per poi fondare la dichiarazione di colpevolezza proprio su quelle stesse informazioni non verificate.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Testimonianza de relato e onere della prova: la Cassazione fa chiarezza

Nel processo penale, la formazione della prova è un momento cruciale che deve rispettare il principio del contraddittorio. Ma cosa succede quando una condanna si basa su una testimonianza de relato, ovvero su un racconto ‘per sentito dire’? Con la sentenza n. 14957 del 2024, la Corte di Cassazione ha annullato una condanna per reati fiscali, mettendo in luce un’insanabile contraddizione nella valutazione della prova da parte dei giudici di merito.

Il Caso: Accuse di Frode Fiscale tra due Società

Il legale rappresentante di una società cooperativa era stato condannato in primo e secondo grado per reati tributari. Le accuse erano principalmente due:
1. Dichiarazione fraudolenta: aver utilizzato fatture per operazioni inesistenti emesse da un consorzio per abbattere il reddito imponibile.
2. Emissione di fatture false: aver emesso una fattura duplicata a favore dello stesso consorzio per consentirgli di generare costi fittizi.

L’impianto accusatorio si fondava in modo significativo sulle dichiarazioni di un maresciallo della Guardia di Finanza, il quale aveva condotto le indagini sulla società cooperativa. Tuttavia, durante la sua deposizione, il testimone aveva fatto continui riferimenti a un’attività investigativa parallela svolta da un’altra Tenenza della Guardia di Finanza nei confronti del consorzio.

I Motivi del Ricorso: dalla Testimonianza de relato al Legittimo Impedimento

La difesa aveva presentato ricorso in Cassazione basandosi su tre motivi principali. I primi due, di natura procedurale, lamentavano il rigetto di un’istanza di rinvio per legittimo impedimento del difensore, ma sono stati ritenuti infondati dalla Suprema Corte. Il fulcro della questione, tuttavia, risiedeva nel terzo motivo.

La difesa contestava la contraddittorietà della motivazione e il travisamento della prova riguardo al rigetto della richiesta di rinnovazione dell’istruttoria in appello. In pratica, dopo aver ascoltato il maresciallo che testimoniava ‘per sentito dire’ (de relato) circa le indagini sul consorzio, la difesa aveva chiesto di sentire come testimone l’ufficiale che quelle indagini le aveva condotte direttamente. La Corte d’Appello aveva negato la richiesta, giudicandola non necessaria, per poi però utilizzare proprio quelle informazioni indirette per confermare la condanna.

La rilevanza di sentire la fonte diretta

L’ascolto della fonte diretta era essenziale per la difesa, al fine di verificare la concretezza e l’affidabilità delle affermazioni riportate dal primo testimone. Negare questa possibilità e, al contempo, fondare la colpevolezza su tali affermazioni ha creato un cortocircuito logico-giuridico che non è sfuggito alla Cassazione.

Le Motivazioni della Cassazione: la Contraddittorietà Insanabile

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondato il terzo motivo di ricorso. I giudici hanno evidenziato come la motivazione della sentenza d’appello fosse intrinsecamente contraddittoria. Da un lato, la Corte territoriale affermava la non necessità di acquisire la prova diretta, sostenendo che le indagini sulla società ‘speculare’ (il consorzio) non fossero direttamente rilevanti per la posizione dell’imputato.

Dall’altro lato, la stessa Corte d’Appello, per confermare la penale responsabilità dell’imprenditore, trascriveva e valorizzava proprio le parti della testimonianza indiretta che si basavano sull’accertamento svolto dall’altra Tenenza della Guardia di Finanza. Si è verificata una situazione paradossale: un elemento probatorio è stato ritenuto non indispensabile quando la difesa ne ha chiesto la verifica diretta, ma è diventato fondamentale e decisivo nel momento in cui è stato utilizzato a sostegno della condanna.

La Suprema Corte ha chiarito che, sebbene la testimonianza de relato sia utilizzabile a certe condizioni, quando la difesa chiede di esaminare la fonte diretta, il giudice deve valutare tale richiesta con una motivazione logica e coerente. Negare la rinnovazione e poi basare la decisione proprio su quella prova indiretta costituisce un vizio che rende nulla la sentenza.

Conclusioni: L’Importanza di una Prova Diretta e Completa

La decisione della Cassazione ribadisce un principio fondamentale del giusto processo: la condanna non può fondarsi su prove incerte o non adeguatamente verificate nel contraddittorio tra le parti. La sentenza impugnata è stata quindi annullata con rinvio ad un’altra sezione della Corte d’Appello di Milano, che dovrà procedere a un nuovo giudizio, tenendo conto dei principi espressi e, presumibilmente, ammettendo l’audizione del testimone diretto. Questo caso sottolinea l’importanza, per la difesa, di insistere per l’acquisizione della prova nella sua forma più pura e diretta e, per il giudice, di fornire una motivazione coerente quando decide sulla sua ammissibilità e rilevanza.

Quando una testimonianza de relato (indiretta) è sufficiente per una condanna?
Una testimonianza de relato può essere utilizzata, ma la sua validità è rafforzata se la difesa, pur avendone la facoltà, non chiede di esaminare la fonte diretta della testimonianza. Se la difesa richiede l’audizione della fonte diretta, il giudice deve valutare tale richiesta e non può rigettarla per poi fondare la condanna proprio su quell’elemento non verificato.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza in questo caso specifico?
La Cassazione ha annullato la sentenza per un vizio di contraddittorietà intrinseca della motivazione. La Corte d’Appello aveva negato la richiesta della difesa di ascoltare il testimone diretto (un maresciallo della G.d.F.), ritenendola non necessaria, ma aveva poi basato la conferma della condanna proprio sulle informazioni riferite indirettamente da un altro testimone, valorizzando così un elemento di prova di cui aveva impedito la verifica diretta.

La richiesta di rinvio per legittimo impedimento del difensore deve sempre essere accolta?
No, non deve essere sempre accolta. La sentenza chiarisce che il difensore deve prospettare l’impedimento non appena ne viene a conoscenza, indicare specificamente le ragioni che rendono essenziale la sua presenza, rappresentare l’assenza di un co-difensore e l’impossibilità di nominare un sostituto. Inoltre, viene considerato il criterio della priorità temporale nella fissazione delle udienze.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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