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Termine perentorio appello: le conseguenze del ritardo

Un imputato, condannato per commercio di prodotti contraffatti, ha presentato ricorso in Cassazione lamentando la mancata considerazione delle sue conclusioni scritte. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché il deposito è avvenuto oltre il termine perentorio appello di cinque giorni prima dell’udienza, come previsto dalla normativa emergenziale, rendendo le conclusioni irricevibili.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine Perentorio Appello: Cosa Succede se si Depositano le Conclusioni in Ritardo?

Nel processo penale, il rispetto delle scadenze è fondamentale. Un recente intervento della Corte di Cassazione ha ribadito con forza questo principio, chiarendo le gravi conseguenze del mancato rispetto del termine perentorio appello per il deposito delle conclusioni scritte. La sentenza in esame sottolinea come un errore procedurale, apparentemente minore, possa portare all’inammissibilità dell’intero ricorso, precludendo ogni possibilità di esame nel merito. Analizziamo insieme la decisione per comprendere la sua portata pratica.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un imputato condannato in primo e secondo grado per i reati di ricettazione e commercio di prodotti con marchi contraffatti. La Corte di Appello, con una procedura camerale non partecipata (il cosiddetto rito “cartolare”), aveva confermato la sentenza di condanna. Avverso tale decisione, il difensore dell’imputato ha proposto ricorso in Cassazione, basandolo su un unico motivo di natura processuale.

Il Motivo del Ricorso: il Termine Perentorio Appello e la Presunta Violazione

Il ricorrente lamentava una violazione delle norme processuali poiché la Corte di Appello non avrebbe tenuto in alcuna considerazione le conclusioni scritte depositate dal suo difensore. Tali conclusioni erano state trasmesse telematicamente il 5 luglio 2023, a soli due giorni dall’udienza fissata per il 7 luglio 2023. Secondo la difesa, questa omissione costituiva una nullità, avendo leso il diritto di difesa. La questione centrale, dunque, era stabilire se il termine per il deposito di tali atti fosse ordinatorio o, al contrario, perentorio.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza, aderendo a un orientamento giurisprudenziale consolidato. I giudici hanno chiarito che, nel contesto del giudizio d’appello cartolare introdotto dalla normativa emergenziale per la pandemia, il termine di cinque giorni precedenti l’udienza per il deposito delle conclusioni della difesa ha natura perentoria.

Questa perentorietà non è un mero formalismo, ma risponde a precise esigenze di garanzia del contraddittorio e di corretto svolgimento del processo. Il rispetto del termine è, infatti, “imprescindibilmente funzionale a consentire il corretto svilupparsi del contraddittorio tra le parti, nonché il necessario spazio di valutazione per il giudice”. Un deposito tardivo, avvenuto solo due giorni prima dell’udienza, impedisce questo corretto funzionamento. Di conseguenza, le conclusioni presentate oltre la scadenza devono considerarsi tardive e, pertanto, irricevibili. Essendo questo l’unico motivo di ricorso, la sua infondatezza ha reso l’intera impugnazione inammissibile.

Le Conclusioni

La sentenza riafferma un principio cruciale: nel processo, la forma è sostanza. Il mancato rispetto di un termine perentorio appello non è una semplice irregolarità, ma un errore che può compromettere irrimediabilmente l’esito di un’impugnazione. La decisione serve da monito per i professionisti legali sull’importanza di una gestione scrupolosa delle scadenze processuali. Per il cittadino, emerge la consapevolezza che il successo di una causa non dipende solo dalla fondatezza delle proprie ragioni nel merito, ma anche dal rigoroso rispetto delle regole procedurali che governano il processo.

Qual è la conseguenza del deposito tardivo delle conclusioni scritte in un appello celebrato con rito cartolare?
Il deposito tardivo rende le conclusioni scritte legalmente irricevibili. Di conseguenza, il giudice non è tenuto a prenderle in esame ai fini della decisione.

Il termine di cinque giorni prima dell’udienza per il deposito delle conclusioni ha natura perentoria?
Sì, la Corte di Cassazione conferma che questo termine ha natura perentoria. Il suo mancato rispetto comporta la decadenza dal diritto di depositare l’atto, senza possibilità di sanatoria.

Un ricorso può essere dichiarato inammissibile per un motivo puramente procedurale come il deposito tardivo di un atto?
Sì. Come dimostra questo caso, se l’unico motivo di ricorso si basa sulla mancata considerazione di conclusioni depositate tardivamente, l’intero ricorso viene dichiarato inammissibile per manifesta infondatezza, poiché il giudice di merito ha agito correttamente non considerandole.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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