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Ricorso tardivo: inammissibilità e conseguenze

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso poiché presentato oltre il termine perentorio di 15 giorni dalla notifica. Il caso riguarda un’impugnazione contro un’ordinanza della Corte d’Appello, ma il mancato rispetto dei termini ha impedito l’esame nel merito della questione. L’analisi delinea come il ricorso tardivo comporti non solo l’inammissibilità ma anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Tardivo: Quando il Mancato Rispetto dei Termini Conduce all’Inammissibilità

Nel processo penale, il rispetto dei termini è un principio cardine che garantisce la certezza del diritto e la ragionevole durata dei procedimenti. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ha ribadito con forza le conseguenze di un ricorso tardivo, dimostrando come la negligenza procedurale possa precludere l’esame nel merito di una questione, con significative ripercussioni per il ricorrente. Questo caso offre uno spunto fondamentale per comprendere la perentorietà dei termini di impugnazione e le sanzioni previste dalla legge.

I Fatti del Caso: Un Appello Inizialmente Inammissibile

La vicenda processuale ha origine da un’ordinanza della Corte d’Appello di Bologna, che aveva dichiarato inammissibile l’appello proposto da un imputato. La ragione di tale decisione risiedeva nella presunta violazione di una norma procedurale relativa all’elezione di domicilio. L’imputato, ritenendo errata l’applicazione della legge da parte della Corte territoriale, decideva di impugnare questa ordinanza dinanzi alla Corte di Cassazione. Il suo argomento difensivo si basava sulla tesi che l’informazione mancante, posta a fondamento della precedente inammissibilità, fosse in realtà già presente negli atti.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Ricorso Tardivo

Nonostante le argomentazioni presentate, la Corte di Cassazione non è mai entrata nel merito della questione sollevata dal ricorrente. L’attenzione dei giudici si è infatti concentrata su un aspetto puramente procedurale: la data di presentazione del ricorso. L’ordinanza della Corte d’Appello era stata notificata al difensore in data 15 novembre 2023. Secondo la legge, il termine per proporre impugnazione era di 15 giorni, con scadenza fissata al 30 novembre 2023. Tuttavia, il ricorso è stato depositato solo il 15 dicembre 2023, ben oltre il limite massimo consentito. Di conseguenza, la Corte ha dichiarato il ricorso tardivo e, pertanto, inammissibile, senza alcuna formalità.

Le Motivazioni: Il Calcolo Matematico del Termine per Impugnare

La motivazione della Suprema Corte è lineare e si fonda su un’applicazione rigorosa dell’articolo 585 del codice di procedura penale. Tale norma stabilisce in modo inequivocabile che il termine per impugnare è di quindici giorni quando la legge non dispone diversamente. Il conteggio parte dal giorno della notifica dell’atto al difensore. Nel caso di specie, il calcolo era semplice: dalla notifica del 15 novembre 2023, il quindicesimo giorno utile scadeva il 30 novembre 2023. La presentazione del ricorso il 15 dicembre ha reso l’atto irrimediabilmente tardivo. La Corte ha inoltre specificato che l’inammissibilità, in casi come questo, viene dichiarata senza formalità, ai sensi dell’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale, evidenziando la gravità della violazione procedurale.

Le Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche dell’Inammissibilità

La decisione della Corte di Cassazione non si limita a chiudere il caso, ma impone conseguenze concrete per il ricorrente. Oltre a vedere respinta la propria richiesta, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali. In aggiunta, la Corte ha disposto il pagamento di una somma di quattromila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria viene applicata quando non emergono elementi che possano giustificare il ritardo, escludendo una colpa da parte del ricorrente. Citando una sentenza della Corte Costituzionale, i giudici hanno rafforzato il principio secondo cui la responsabilità del rispetto dei termini grava sulla parte, e la sua violazione comporta sanzioni economiche. Questo provvedimento serve da monito sull’importanza della diligenza e della precisione nella gestione dei termini processuali, la cui inosservanza può vanificare qualsiasi argomentazione di merito.

Qual è il termine per impugnare un’ordinanza come quella del caso in esame?
Ai sensi dell’art. 585, comma 1, lett. a) del codice di procedura penale, il termine per impugnare l’ordinanza era di 15 giorni dalla data di notifica al difensore.

Cosa accade se un ricorso viene presentato dopo la scadenza del termine?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non esamina le ragioni e gli argomenti di merito, ma si ferma alla verifica del requisito procedurale del rispetto dei termini.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile per tardività?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma pecuniaria in favore della Cassa delle ammende, che nel caso specifico è stata determinata in quattromila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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