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Ricorso per cassazione: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per cassazione presentato da un imputato condannato per furto. La decisione si fonda sul principio che il ricorso non può limitarsi a riproporre le stesse doglianze dell’appello, ma deve confrontarsi criticamente con le motivazioni della sentenza impugnata. La mancata critica specifica rende l’atto inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese e di un’ammenda.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per cassazione: I requisiti di ammissibilità per non vederlo rigettato

Presentare un ricorso per cassazione è un passo cruciale e delicato nel processo penale, che richiede un’attenzione meticolosa ai requisiti di forma e sostanza. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda un principio fondamentale: il ricorso non può essere una mera riproposizione dei motivi d’appello, ma deve costituire una critica argomentata e specifica alla sentenza di secondo grado. Vediamo insieme perché questo approccio è fondamentale per evitare una declaratoria di inammissibilità.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un individuo in primo grado per i reati di furto in abitazione e furto con scasso, come previsto dagli articoli 624-bis e 625 del codice penale. La condanna, pari a tre anni e quattro mesi di reclusione oltre a una multa, veniva integralmente confermata dalla Corte d’Appello di Palermo.

Contro la sentenza di secondo grado, la difesa dell’imputato proponeva ricorso per cassazione, basandolo su due motivi principali: l’errata valutazione delle dichiarazioni della persona offesa e l’erronea applicazione della legge nella determinazione della pena (art. 133 c.p.).

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La Corte non è entrata nel merito delle questioni sollevate, ma ha fermato la sua analisi a un livello preliminare, riscontrando un vizio insanabile nell’impostazione stessa dell’atto di impugnazione.

Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di euro 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: la critica specifica come requisito del ricorso per cassazione

La Corte ha ribadito un principio consolidato nella sua giurisprudenza: la funzione tipica dell’impugnazione è quella di una critica argomentata avverso il provvedimento che si contesta. Tale critica si deve concretizzare in motivi che indichino specificamente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che fondano il dissenso.

Nel caso specifico, i giudici di legittimità hanno osservato come i motivi del ricorso per cassazione fossero una semplice reiterazione delle medesime considerazioni già espresse nell’atto di appello. L’imputato, in altre parole, non si era confrontato con la motivazione della sentenza della Corte d’Appello, ignorando le risposte che i giudici di secondo grado avevano fornito alle sue doglianze.

Un ricorso così formulato, che non instaura un dialogo critico con la decisione impugnata, viene meno alla sua unica funzione, destinandosi inevitabilmente all’inammissibilità. La Corte Suprema non è un terzo grado di giudizio dove si possono ripresentare le stesse argomentazioni sperando in un esito diverso; è, invece, una sede dove si controlla la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione del giudice precedente. Se il ricorrente non spiega perché quella specifica motivazione è errata, il ricorso è privo del suo contenuto essenziale.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Difesa

Questa pronuncia offre una lezione importante per ogni difensore. La redazione di un ricorso per cassazione efficace non può prescindere da un’analisi approfondita e puntuale della sentenza d’appello. Non è sufficiente ripetere le censure mosse in secondo grado, ma è indispensabile:

1. Analizzare criticamente le argomentazioni della Corte d’Appello.
2. Individuare i vizi logici o giuridici presenti nella motivazione della sentenza impugnata.
3. Costruire motivi di ricorso che demoliscono specificamente quei passaggi argomentativi.

Un approccio generico o ripetitivo non solo è destinato al fallimento, ma comporta anche un ulteriore onere economico per l’assistito. La via per la Cassazione richiede precisione, specificità e un confronto diretto e ragionato con la decisione che si intende contestare.

Perché un ricorso per cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Perché si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già presentate nell’atto di appello, senza confrontarsi criticamente con le motivazioni specifiche fornite dalla Corte d’Appello nella sentenza impugnata.

Qual è la funzione essenziale di un atto di impugnazione secondo la Corte?
La funzione essenziale è quella di una critica argomentata contro il provvedimento contestato. L’impugnazione deve indicare in modo specifico le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sostengono la richiesta di annullamento o riforma.

Quali sono le conseguenze economiche per il ricorrente in caso di inammissibilità?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, in questo caso fissata in 3.000,00 euro, in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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