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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione, con ordinanza 15208/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile contro una condanna per il reato di cui all’art. 334 c.p. L’impugnazione è stata respinta poiché i motivi addotti dal ricorrente sono stati ritenuti manifestamente infondati e generici, confermando la logicità e coerenza della motivazione della Corte d’Appello riguardo l’elemento soggettivo del reato e la mancata concessione di benefici.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione Ribadisce l’Importanza di Motivi Specifici

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame offre un importante spunto di riflessione sui requisiti di ammissibilità delle impugnazioni. Quando un ricorso viene presentato con motivi generici e manifestamente infondati, la conseguenza è una dichiarazione di ricorso inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria. Analizziamo questa decisione per comprendere meglio i principi applicati dalla Suprema Corte.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Palermo per il reato previsto dall’articolo 334 del codice penale. L’imputato, ritenendo ingiusta la decisione, ha proposto ricorso per Cassazione, affidando la sua difesa a diversi motivi volti a smontare l’impianto accusatorio e le conclusioni dei giudici di merito.

I motivi del ricorso: una critica a tutto campo

Il ricorrente ha basato la sua impugnazione su più punti. In primo luogo, ha contestato l’integrazione dell’elemento soggettivo del reato, sostenendo che la Corte d’Appello avesse errato nella valutazione della sua intenzione. In secondo luogo, si è lamentato della mancata concessione di diversi benefici:

* Le circostanze attenuanti generiche (art. 62-bis c.p.).
* La causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.).
* La sospensione condizionale della pena.

L’obiettivo era ottenere un annullamento della condanna o, in subordine, una pena più mite.

La Valutazione del Ricorso Inammissibile da Parte della Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato i motivi presentati e li ha ritenuti tutti inammissibili. La Corte ha sottolineato come le censure mosse dall’imputato fossero “manifestamente infondate e generiche”. Questo giudizio si basa sulla constatazione che il ricorrente non ha sollevato critiche specifiche e puntuali contro la logica giuridica della sentenza impugnata, ma si è limitato a riproporre argomentazioni già valutate e respinte in modo coerente dai giudici di secondo grado.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha spiegato che la Corte d’Appello aveva già fornito una motivazione “logica, coerente e puntuale” su tutti i punti controversi. Per quanto riguarda il primo motivo, relativo all’elemento soggettivo, i giudici di merito avevano adeguatamente argomentato le ragioni per cui ritenevano provata la consapevolezza e la volontà dell’imputato. Analogamente, anche le decisioni relative alla mancata concessione delle attenuanti, della causa di non punibilità e della sospensione condizionale erano state supportate da un ragionamento giuridicamente corretto e privo di vizi logici. Di fronte a una motivazione così solida, il ricorso non poteva che essere dichiarato inammissibile, poiché non evidenziava reali errori di diritto, ma si risolveva in una richiesta di rivalutazione del merito dei fatti, attività preclusa in sede di legittimità.

Le Conclusioni

La decisione in commento ribadisce un principio fondamentale del processo penale: per avere successo in Cassazione, non è sufficiente dissentire dalla decisione di merito. È necessario che il ricorso individui vizi specifici della sentenza impugnata, dimostrando in che modo il giudice abbia violato la legge o sia incorso in un errore logico manifesto. Un ricorso inammissibile perché generico non solo non porta all’annullamento della condanna, ma comporta anche l’onere aggiuntivo del pagamento delle spese processuali e di una sanzione a favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro. Questa pronuncia serve da monito sulla necessità di formulare impugnazioni tecnicamente precise e giuridicamente fondate.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha ritenuto il ricorso inammissibile perché i motivi presentati erano manifestamente infondati e generici, non riuscendo a contestare efficacemente la motivazione logica, coerente e puntuale fornita dalla Corte d’Appello nella sentenza impugnata.

Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso inammissibile?
In base all’ordinanza, il ricorrente il cui appello è dichiarato inammissibile viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo specifico caso è stata quantificata in tremila euro.

Cosa si intende quando si afferma che una motivazione è ‘logica, coerente e puntuale’?
Significa che il ragionamento del giudice è ben strutturato, non presenta contraddizioni interne e risponde in modo preciso a tutte le questioni sollevate dalle parti, rendendo la decisione giuridicamente solida e difficile da contestare con successo in sede di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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