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Ricorso inammissibile: Cassazione chiarisce i limiti

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 14161/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per tentato furto aggravato. La Corte ha stabilito che il ricorso era generico, in quanto si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già respinte in Appello, e mirava a una nuova valutazione dei fatti, compito precluso alla Corte di legittimità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, confermando la decisione impugnata.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Dice ‘No’ a un Riesame dei Fatti

Presentare un ricorso in Cassazione richiede una tecnica giuridica precisa e rigorosa. Non è una terza istanza di giudizio dove poter ridiscutere i fatti, ma una sede di legittimità. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce con forza questo principio, dichiarando un ricorso inammissibile perché generico e basato su una diversa lettura delle prove. Analizziamo insieme questa decisione per capire i limiti e i requisiti di un ricorso efficace.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una condanna per il reato di tentato furto aggravato in concorso, emessa dal Tribunale e successivamente confermata dalla Corte d’Appello. L’imputato, ritenendo ingiusta la decisione, ha deciso di proporre ricorso per cassazione, contestando la sua responsabilità penale e la motivazione dei giudici di merito.

La Decisione della Corte: Focus sul Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. La decisione non è entrata nel merito delle accuse, ma si è fermata a un livello preliminare, quello procedurale. La Corte ha ritenuto che il ricorso mancasse dei requisiti essenziali per poter essere discusso, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e a una sanzione di tremila euro.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si fondano su due pilastri fondamentali della procedura penale che definiscono i confini di un ricorso inammissibile.

In primo luogo, la Corte ha rilevato la genericità e la non specificità del motivo. Il ricorrente si era limitato a riproporre le stesse argomentazioni già presentate e respinte dalla Corte d’Appello. Un ricorso in Cassazione, per essere ammissibile, deve contenere una critica specifica e puntuale alla motivazione della sentenza impugnata, evidenziando dove e perché il giudice di secondo grado avrebbe sbagliato nell’applicare la legge o nel ragionare. Ripetere le stesse difese senza un confronto diretto con la decisione d’appello rende il motivo generico e, come previsto dall’art. 591, comma 1, lett. c), del codice di procedura, inammissibile.

In secondo luogo, il motivo è stato giudicato ‘versato in fatto’. Questo significa che il ricorrente non contestava un errore di diritto, ma cercava di ottenere dalla Cassazione una diversa ricostruzione dei fatti o una differente valutazione delle prove (ad esempio, l’attendibilità di una fonte). Questo tipo di richiesta è preclusa in sede di legittimità. La Corte di Cassazione, come chiarito dalla giurisprudenza consolidata (tra cui la celebre sentenza ‘Jakani’ delle Sezioni Unite), non è un ‘terzo giudice’ del fatto. Il suo compito non è quello di sovrapporre la propria valutazione a quella dei giudici di merito, ma solo di controllare la tenuta logica e la correttezza giuridica della loro motivazione. Se la motivazione è esente da vizi logici, come nel caso di specie, la Corte non può sindacarla, anche se fossero possibili altre ricostruzioni dei fatti.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza è un monito importante per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. Evidenzia che l’accesso al giudizio di legittimità è tutt’altro che scontato e richiede il rispetto di requisiti stringenti. Non è sufficiente essere in disaccordo con la sentenza di condanna; è necessario individuare precisi errori di diritto o vizi logici manifesti nella motivazione. Un ricorso che si limiti a criticare genericamente la decisione o a proporre una propria versione dei fatti è destinato a essere dichiarato ricorso inammissibile. Le conseguenze non sono solo la conferma della condanna, ma anche un ulteriore esborso economico per le spese processuali e la sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
Risposta: Il ricorso è stato dichiarato inammissibile principalmente per due motivi: era generico, in quanto riproponeva le stesse argomentazioni già respinte in appello senza criticare specificamente la sentenza impugnata, e chiedeva una nuova valutazione dei fatti, cosa non permessa in sede di legittimità.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘versato in fatto’?
Risposta: Significa che il motivo non contesta un errore nell’applicazione della legge, ma propone una diversa ricostruzione storica dei fatti o una differente valutazione delle prove. La Corte di Cassazione non può riesaminare i fatti, ma solo verificare la correttezza giuridica e la logicità della motivazione della sentenza precedente.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Risposta: La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria (in questo caso, tremila euro) a favore della Cassa delle ammende, rendendo così definitiva la condanna dei gradi di giudizio precedenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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