Ricorso in Cassazione senza avvocato: una strada senza uscita
Presentare un ricorso in Cassazione senza avvocato è un errore procedurale che porta a una conseguenza inevitabile: l’inammissibilità dell’atto. Una recente ordinanza della Suprema Corte ribadisce questo principio fondamentale della procedura penale, sottolineando l’importanza del patrocinio di un difensore specializzato per accedere al più alto grado di giudizio. Questo caso offre uno spunto prezioso per comprendere le regole formali che governano il processo e le gravi conseguenze del loro mancato rispetto.
Il caso in esame: un ricorso personale respinto
I fatti alla base della decisione sono semplici ma emblematici. Un soggetto, a seguito di un’ordinanza emessa dal Tribunale di Sorveglianza di Bologna in data 15 febbraio 2024, decideva di impugnare tale provvedimento direttamente davanti alla Corte di Cassazione. Tuttavia, invece di affidarsi a un legale, presentava il ricorso personalmente.
Questo atto, apparentemente un semplice dettaglio formale, ha invece costituito un vizio insanabile che ha precluso alla Corte qualsiasi valutazione sul merito della questione.
L’errore procedurale: la violazione delle norme sul patrocinio
La normativa processuale penale è estremamente chiara su questo punto. Gli articoli 571, comma 1, e 613, comma 1, del codice di procedura penale, così come modificati dalla legge n. 103 del 2017 (la cosiddetta “Riforma Orlando”), stabiliscono che il ricorso per cassazione debba essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione. Questa regola non ammette eccezioni per l’imputato.
L’obbligo di avvalersi di un difensore specializzato non è un mero formalismo, ma una garanzia di tecnicità e professionalità, necessaria per affrontare la complessità delle questioni di legittimità tipiche del giudizio in Cassazione.
Le Motivazioni della Corte
La Suprema Corte, con la sua ordinanza, ha agito in modo rapido e secondo una procedura semplificata, definita de plano. I giudici hanno semplicemente rilevato che l’atto di impugnazione era stato proposto personalmente dall’interessato e non da un difensore abilitato. Questo singolo elemento è stato sufficiente per dichiarare l’inammissibilità del ricorso.
La Corte ha richiamato l’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale, introdotto proprio dalla citata legge n. 103 del 2017, che consente di dichiarare l’inammissibilità senza le formalità dell’udienza quando il ricorso è affetto da vizi evidenti. La mancanza della sottoscrizione del difensore specializzato rientra a pieno titolo in questa casistica, come confermato anche da una precedente pronuncia delle Sezioni Unite (sentenza n. 8914/2018).
Le Conclusioni: Conseguenze e Insegnamenti Pratici
La decisione di dichiarare il ricorso in Cassazione senza avvocato inammissibile non è stata priva di conseguenze per il proponente. Oltre a vedersi negata la possibilità di una revisione del provvedimento impugnato, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Questa vicenda ribadisce un insegnamento cruciale: nel processo penale, e in particolare nel giudizio di legittimità, le regole procedurali sono pilastri invalicabili. Il tentativo di agire in autonomia, senza l’assistenza di un professionista qualificato, non solo è destinato al fallimento, ma comporta anche significative sanzioni economiche. È quindi fondamentale affidarsi sempre a un avvocato specializzato per tutelare efficacemente i propri diritti.
È possibile presentare personalmente un ricorso per cassazione in materia penale?
No, la legge richiede espressamente che il ricorso sia sottoscritto da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di cassazione, altrimenti è inammissibile.
Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene depositato senza la firma di un avvocato abilitato?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte senza essere esaminato nel merito, seguendo una procedura semplificata nota come “de plano”.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile per questo motivo?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso specifico è stata quantificata in 3.000 euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 26744 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 26744 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 20/06/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato a RECALE il DATA_NASCITA
avverso l’ordinanza del 15/02/2024 del TRIB. SORVEGLIANZA di BOLOGNA
Olatd a – parti . / udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Visti gli atti.
Esaminati il ricorso e l’ordinanza impugnata.
Rilevato che l’atto di impugnazione è stato proposto personalmente dall’interessato, NOME COGNOME, mentre avrebbe dovuto essere sottoscritto da difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di cassazione (artt. 571, comma 1, e 613, comma 1, cod. proc. pen., come modificati dalla legge n. 103 del 2017; Sez. U, n. 8914 del 21/12/2017, dep. 2018, Aiello, Rv. 272010-01).
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, de plano, a norma dell’art. 610, comma 5-bis, cod. proc. pen. (introdotto dalla medesima legge n. 103 del 2017), con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso, in Roma 20 giugno 2024.