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Revoca patente UE: sì alla revoca anche per stranieri

Un cittadino europeo, condannato per guida in stato di ebbrezza, ha impugnato la sentenza che disponeva la revoca della sua patente polacca. Sosteneva che dovesse essere applicata solo un’inibizione alla guida in Italia. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo che la revoca patente UE è una sanzione penale accessoria obbligatoria che si affianca, e non sostituisce, le misure amministrative come l’inibizione alla guida.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Revoca patente UE: la Cassazione conferma la linea dura

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18367 del 2024, ha affrontato un’importante questione riguardante la revoca patente UE per i cittadini comunitari che commettono gravi infrazioni al Codice della Strada in Italia. La decisione chiarisce che la sanzione accessoria della revoca, prevista per reati come la guida in stato di ebbrezza, si applica pienamente anche ai titolari di patenti rilasciate da altri Stati membri, senza possibilità di ‘sconti’ o alternative.

I fatti del caso

Il caso ha origine dal ricorso di un cittadino polacco, condannato a seguito di patteggiamento dal Tribunale di Pordenone per il reato di guida in stato di ebbrezza, aggravato dallo svolgimento di attività professionale. Oltre alla pena principale, convertita in lavori di pubblica utilità, il giudice di merito aveva disposto la sanzione amministrativa accessoria della revoca della patente di guida.
L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che, in base agli articoli 135 e 136-ter del Codice della Strada, il giudice non avrebbe potuto disporre la revoca di una patente estera. A suo avviso, l’unica misura applicabile sarebbe stata l’inibizione alla guida sul territorio nazionale per un periodo di tre anni, da dimezzare per effetto della conversione della pena in lavori di pubblica utilità.

La decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, rigettando su tutta la linea le argomentazioni della difesa. I giudici hanno confermato la piena legittimità della revoca della patente, anche se rilasciata da un altro Stato dell’Unione Europea, ribadendo un orientamento già consolidato.

Le motivazioni: distinzione tra sanzione penale e misura amministrativa

Il cuore della motivazione della sentenza risiede nella netta distinzione tra le misure amministrative di competenza del Prefetto e le sanzioni accessorie di competenza del giudice penale.

Misure Amministrative Prefettizie

La Corte chiarisce che l’inibizione alla guida, prevista dagli artt. 135 e 136-ter del Codice della Strada per i titolari di patente comunitaria, è un provvedimento di natura amministrativa e cautelare. Viene disposta dal Prefetto, ad esempio a seguito del ritiro della patente al momento della contestazione della violazione. Questa misura ha una funzione ‘interinale’, ovvero serve a impedire la guida in attesa dell’accertamento giudiziale definitivo del reato.

La revoca patente UE come sanzione accessoria

La revoca della patente, invece, è una sanzione amministrativa accessoria a una sanzione penale. Essa non è ‘alternativa’ all’inibizione, ma consegue per legge all’accertamento di specifici reati, come quello previsto dall’art. 186-bis del Codice della Strada. La Corte sottolinea come l’art. 136-bis, comma 1, del Codice della Strada stabilisca chiaramente che i conducenti con patente rilasciata da uno Stato UE o SEE sono tenuti all’osservanza di tutte le norme di comportamento e sono soggetti alle medesime sanzioni previste per i titolari di patente italiana. Pertanto, la revoca è una conseguenza automatica e obbligatoria della condanna per quel tipo di reato, a prescindere dalla nazionalità della patente.
Infine, la Corte ha respinto la richiesta di dimezzamento della durata della sanzione, specificando che tale beneficio è previsto dall’art. 186, comma 9-bis, solo per la sanzione della sospensione della patente e non per la revoca.

Le conclusioni

La sentenza consolida un principio fondamentale: chiunque guidi sul territorio italiano è soggetto alle leggi italiane, comprese le più severe sanzioni accessorie. La nazionalità della patente non costituisce uno scudo contro la revoca. La decisione riafferma che le misure amministrative cautelari del Prefetto e le sanzioni penali accessorie del giudice operano su piani diversi e cumulativi, garantendo che le conseguenze di gravi reati stradali siano le stesse per tutti i conducenti, in linea con il principio di parità di trattamento.

Un giudice italiano può revocare una patente di guida rilasciata da un altro Stato dell’Unione Europea?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che la sanzione accessoria della revoca della patente si applica anche ai titolari di patente rilasciata da uno Stato UE, in quanto l’articolo 136-bis del Codice della Strada equipara i loro doveri e le sanzioni a quelle previste per i titolari di patente italiana.

La revoca della patente UE e l’inibizione alla guida sono la stessa cosa?
No. L’inibizione alla guida è una misura amministrativa cautelare disposta dal Prefetto, che impedisce temporaneamente la guida in Italia. La revoca è una sanzione penale accessoria, disposta dal giudice a seguito di una condanna per specifici reati, che consegue automaticamente alla sentenza.

In caso di condanna per guida in stato di ebbrezza con patente UE, la sanzione accessoria della revoca è automatica?
Sì. Per i reati previsti dall’articolo 186-bis, comma 5, del Codice della Strada, la revoca della patente è una sanzione accessoria che consegue automaticamente alla condanna, senza che il giudice debba fornire una motivazione specifica, poiché è un effetto predeterminato dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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