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Ordine di demolizione: non si prescrive mai, dice la Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro un ordine di demolizione emesso con sentenza penale. La Corte ribadisce che l’ordine non è una pena, ma una sanzione amministrativa con finalità ripristinatoria e, pertanto, non è soggetto a prescrizione. Viene inoltre negato l’interesse del condannato a contestare le procedure di appalto per i lavori di demolizione.

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Pubblicato il 2 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ordine di demolizione: non è una pena e non cade mai in prescrizione

Con la recente sentenza n. 26531/2024, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia di abusi edilizi: l’ordine di demolizione del manufatto abusivo non è soggetto a prescrizione. Questa decisione chiarisce definitivamente la natura giuridica di tale sanzione, distinguendola nettamente dalle pene criminali e confermando la sua funzione di ripristino della legalità sul territorio. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso: La Lunga Strada di un Abuso Edilizio

La vicenda trae origine da una sentenza di condanna per abuso edilizio, divenuta irrevocabile nel lontano 2007, che includeva l’ordine di demolizione di un immobile costruito illegalmente. A distanza di molti anni, la parte condannata ha presentato un’istanza al tribunale, in qualità di giudice dell’esecuzione, chiedendo la sospensione e la revoca di tale ordine. Il tribunale ha rigettato la richiesta, spingendo la ricorrente a impugnare la decisione fino in Cassazione.

Le Doglianze della Ricorrente: Prescrizione e Vizi Procedurali

La difesa ha basato il proprio ricorso su due motivi principali:
1. Prescrizione dell’ordine di demolizione: Si sosteneva che l’ordine di demolizione dovesse essere considerato una “pena” ai sensi della giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) e, come tale, soggetto alla prescrizione prevista dall’art. 173 del codice penale.
2. Vizi nella procedura di esecuzione: Si contestavano le modalità con cui la Procura stava procedendo all’esecuzione della demolizione, lamentando una presunta violazione delle norme del Codice degli Appalti.

L’Ordine di Demolizione secondo la Cassazione: Natura e Implicazioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, smontando entrambe le argomentazioni della difesa e fornendo chiarimenti cruciali sulla natura dell’ordine di demolizione.

Perché l’Ordine di Demolizione Non si Prescrive Mai?

Il punto centrale della sentenza è la netta distinzione tra la sanzione penale e l’ordine di demolizione. La Corte ha stabilito che quest’ultimo non ha una finalità punitiva, ma amministrativa e ripristinatoria. Il suo scopo non è punire il colpevole, ma eliminare le conseguenze materiali dell’illecito, ripristinando l’assetto del territorio violato dalla costruzione abusiva. Essendo una sanzione amministrativa a carattere reale (legata all’immobile), essa non è soggetta alla disciplina della prescrizione prevista per le sanzioni penali.

La Corte ha inoltre precisato che la giurisprudenza europea citata dalla ricorrente (caso Homer c. Belgio) non è pertinente, in quanto riferita a un sistema giuridico diverso e non costituente una “sentenza pilota” in grado di imporre un cambiamento nell’ordinamento italiano, il cui orientamento sul punto è ormai consolidato.

L’Irrilevanza dei Vizi nella Procedura di Appalto

Anche il secondo motivo di ricorso è stato giudicato inammissibile. I giudici hanno affermato che il condannato non ha alcun interesse giuridicamente rilevante a contestare le modalità con cui la Pubblica Amministrazione affida i lavori di demolizione. L’eventuale accoglimento di tale doglianza, infatti, imporrebbe solo la rinnovazione della procedura di affidamento dei lavori, ma non farebbe venir meno la validità e l’esecutività dell’atto principale, ovvero l’ordine di demolizione stesso.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su un orientamento giurisprudenziale stabile e consolidato. L’ordine di demolizione è una misura che ha lo scopo di tutelare il bene giuridico leso, ovvero il corretto assetto del territorio. La sua natura è quella di un obbligo di fare, imposto per ragioni di interesse pubblico, che prescinde dalla persona dell’autore dell’abuso e si applica a chiunque sia in rapporto con il bene immobile. Per questo, la sanzione non si estingue con il passare del tempo, né con la morte del reo, né può essere oggetto di amnistia o indulto. La sua efficacia perdura fino al completo ripristino dello stato dei luoghi, garantendo che l’illecito edilizio non venga mai sanato dal semplice decorso del tempo.

Le Conclusioni

La sentenza in esame rafforza un principio cardine nella lotta all’abusivismo edilizio: l’ordine di demolizione è uno strumento indefettibile e perenne. Chi commette un abuso edilizio non può sperare che il trascorrere degli anni cancelli l’obbligo di ripristinare la legalità. Questa decisione conferma che la tutela del territorio e del paesaggio è un valore preminente che l’ordinamento giuridico protegge con strumenti efficaci e non soggetti a limiti temporali, assicurando che le conseguenze dell’illecito vengano rimosse, a prescindere dal tempo trascorso dalla condanna.

L’ordine di demolizione di un abuso edilizio può cadere in prescrizione come una pena?
No. La Corte di Cassazione ha ribadito che l’ordine di demolizione non è una sanzione penale con finalità punitiva, ma una sanzione amministrativa con natura ripristinatoria. Il suo scopo è eliminare l’opera abusiva per ripristinare lo stato dei luoghi, pertanto non è soggetto alla prescrizione prevista per le pene dall’art. 173 del codice penale.

Il condannato per un abuso edilizio può contestare il modo in cui la Procura affida i lavori di demolizione?
No. Secondo la Corte, il condannato non ha un interesse giuridicamente tutelato a contestare i vizi del procedimento amministrativo seguito dalla Procura per l’affidamento dei lavori (es. violazione del codice degli appalti). L’eventuale annullamento della procedura di affidamento non farebbe comunque venir meno la validità e l’obbligatorietà dell’ordine di demolizione stesso.

La giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) obbliga l’Italia a considerare l’ordine di demolizione una pena?
No. La sentenza chiarisce che le pronunce della Corte EDU, come quella nel caso ‘Homer c. Belgio’, sono specifiche per i sistemi giuridici esaminati e non costituiscono sentenze ‘pilota’ che impongono un’interpretazione generalizzata a tutti gli Stati membri. L’orientamento consolidato nell’ordinamento italiano, che qualifica la demolizione come sanzione amministrativa, è pienamente compatibile con le norme convenzionali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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