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Estorsione tentata: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello che aveva qualificato i suoi atti come estorsione tentata. Il ricorso è stato ritenuto manifestamente infondato, in quanto basato su un’erronea applicazione della legge già correttamente interpretata dai giudici di merito in conformità con la giurisprudenza consolidata. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Estorsione Tentata: La Cassazione Dichiara Inammissibile il Ricorso

Con l’ordinanza n. 15229/2024, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi sui confini del reato di estorsione tentata, delineando con chiarezza i criteri di ammissibilità di un ricorso presentato dinanzi alla massima corte. La decisione sottolinea come un’impugnazione basata su motivi palesemente privi di fondamento non possa trovare accoglimento, confermando la validità della qualificazione giuridica operata dal giudice di merito.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Genova. I giudici di secondo grado, in riforma della decisione precedente, avevano riqualificato la condotta dell’imputato nel delitto di estorsione tentata, ai sensi dell’articolo 629 del codice penale. L’imputato, ritenendo errata tale applicazione della legge penale, proponeva ricorso per Cassazione, lamentando una violazione degli articoli 393 e 629 c.p.

La Decisione della Corte: Ricorso per Estorsione Tentata Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. La Corte ha ritenuto l’unico motivo di ricorso “manifestamente infondato”. Questo giudizio si basa sul fatto che le argomentazioni presentate dal ricorrente non introducevano validi elementi di diritto per contestare la decisione della Corte d’Appello, la quale aveva già fornito una motivazione logica e coerente con gli indirizzi giurisprudenziali consolidati.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La motivazione della Cassazione è sintetica ma perentoria. I giudici di legittimità hanno evidenziato come la Corte d’Appello avesse correttamente riqualificato il fatto come estorsione tentata. Questa valutazione era stata compiuta in piena conformità con principi ermeneutici stabili e riconosciuti, come dimostrato dai richiami a precedenti sentenze (Cass. n. 6818/2013 e n. 51949/2018).

In sostanza, la Corte Suprema ha stabilito che il ricorso non sollevava una vera e propria questione di diritto, ma mirava a una rivalutazione del merito della vicenda, compito che esula dalle competenze della Corte di Cassazione. L’infondatezza manifesta del motivo ha quindi condotto a una declaratoria di inammissibilità, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di 3.000 euro a favore della Cassa delle ammende.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio sul merito, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge. Quando un’impugnazione si rivela palesemente infondata, non solo viene respinta, ma comporta anche significative conseguenze economiche per il proponente. La decisione consolida inoltre l’orientamento giurisprudenziale in materia di estorsione tentata, confermando che la corretta qualificazione del reato da parte dei giudici di merito, se ben motivata e allineata ai precedenti, difficilmente può essere messa in discussione in sede di legittimità.

Per quale motivo il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché l’unico motivo presentato è stato ritenuto “manifestamente infondato”, ovvero palesemente privo di fondamento giuridico, in quanto la decisione impugnata era in linea con indirizzi giurisprudenziali consolidati.

Qual era il reato per cui si procedeva?
La Corte d’Appello aveva riqualificato il fatto come estorsione tentata. La Corte di Cassazione, dichiarando inammissibile il ricorso, ha di fatto cristallizzato questa qualificazione giuridica.

Quali sono le conseguenze economiche per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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