LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Errore di fatto: limiti del ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13971 del 2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso straordinario per errore di fatto. Il caso riguardava un imputato condannato per calunnia che contestava una precedente decisione della stessa Corte. I giudici hanno chiarito che l’errore di fatto, previsto dall’art. 625-bis c.p.p., consiste in una svista percettiva nella lettura degli atti e non in una diversa valutazione del merito o in un errore di giudizio. Poiché il ricorrente tentava di ottenere una nuova ponderazione delle prove, il suo ricorso è stato rigettato, ribadendo i confini invalicabili del giudizio di legittimità.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 12 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Errore di Fatto: Quando un Ricorso Straordinario in Cassazione è Inammissibile

Il ricorso straordinario per errore di fatto rappresenta un rimedio eccezionale nel nostro ordinamento processuale penale, pensato per correggere sviste materiali della Corte di Cassazione. Tuttavia, i suoi confini sono molto stretti. La recente sentenza n. 13971/2024 della Suprema Corte offre un’occasione preziosa per comprendere la differenza fondamentale tra un errore percettivo, che può giustificare tale ricorso, e un errore di valutazione, che invece non può essere fatto valere in questa sede.

I Fatti del Processo

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un individuo per il reato di calunnia, confermata dalla Corte di Appello. L’imputato ha proposto ricorso per cassazione, ma la Sesta Sezione Penale lo ha dichiarato inammissibile. Non rassegnato, l’imputato ha presentato un ulteriore ricorso, questa volta di natura straordinaria ai sensi dell’art. 625-bis del codice di procedura penale, sostenendo che la Corte fosse incorsa in un errore di fatto. Secondo la difesa, i giudici di legittimità avrebbero equivocato il contenuto di un motivo di ricorso, interpretandolo come una richiesta di rivalutazione delle prove, mentre in realtà mirava a evidenziare come la condanna si basasse su specifico materiale documentale.

La Decisione della Corte sul Concetto di Errore di Fatto

La Seconda Sezione Penale della Cassazione ha dichiarato il ricorso straordinario inammissibile. La Corte ha ribadito un principio consolidato nella giurisprudenza: l’errore di fatto che legittima questo speciale rimedio deve consistere in un errore puramente percettivo. Si tratta di una svista o di un equivoco nella lettura degli atti processuali interni al giudizio di legittimità (ad esempio, leggere una parola per un’altra o non vedere un documento presente nel fascicolo).

Questo tipo di errore deve essere tale da aver viziato il processo formativo della volontà del giudice, portandolo a una decisione che altrimenti non avrebbe preso. Crucialmente, la Corte ha sottolineato che se la causa dell’errore non è unicamente una percezione errata dei fatti processuali, ma implica un’attività valutativa o interpretativa, non si è più di fronte a un errore di fatto, bensì a un errore di giudizio, non sindacabile con lo strumento del ricorso straordinario.

Le Motivazioni della Sentenza

Nelle motivazioni, i giudici spiegano che il ricorrente, pur invocando formalmente l’errore di fatto, stava in realtà tentando, per l’ennesima volta, di ottenere una rilettura della piattaforma probatoria. Le sue argomentazioni non denunciavano una svista della Corte, ma contestavano la valutazione che la stessa aveva fatto dei suoi motivi di ricorso. La precedente sentenza di inammissibilità aveva correttamente ritenuto che l’imputato, sotto la veste di un vizio di motivazione, stesse chiedendo una nuova ponderazione delle emergenze processuali (come l’autenticità di alcuni scritti o l’attendibilità di una persona), un’attività preclusa al giudice di legittimità.

Il ricorso straordinario, quindi, si palesava come un tentativo incongruo di insistere su una diversa ricostruzione della vicenda, in particolare sulla sussistenza del dolo di calunnia. Questo, secondo la Corte, esula completamente dal perimetro dell’errore percettivo e rientra nell’ambito della valutazione di merito, che non può essere oggetto di revisione tramite l’art. 625-bis c.p.p. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali, di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende e alla rifusione delle spese legali sostenute dalle parti civili.

Le Conclusioni

La sentenza in esame è di fondamentale importanza perché traccia una linea netta tra l’errore percettivo emendabile e l’errore di giudizio insindacabile. Il ricorso straordinario per errore di fatto non è una terza istanza di merito mascherata, né uno strumento per contestare l’interpretazione giuridica o la valutazione delle prove fornite dalla Corte di Cassazione. È un rimedio chirurgico, limitato a quei rari casi in cui la Corte, per una pura e semplice svista, ha basato la sua decisione su un presupposto fattuale processuale inesistente o travisato. Chi intende avvalersi di questo strumento deve dimostrare un’errata percezione materiale degli atti, non un presunto errore di valutazione, pena l’inevitabile declaratoria di inammissibilità.

Che cos’è un “errore di fatto” secondo la Corte di Cassazione?
Un errore di fatto è un errore puramente percettivo, come una svista o un equivoco, in cui la Corte di Cassazione incorre nella lettura degli atti processuali. Non è un errore di valutazione o di giudizio, ma un’inesatta percezione di una risultanza processuale che ha condizionato la decisione.

Perché il ricorso straordinario è stato dichiarato inammissibile in questo caso?
È stato dichiarato inammissibile perché il ricorrente non ha denunciato un errore percettivo, ma ha tentato di ottenere una nuova valutazione del merito della vicenda e delle prove, in particolare riguardo alla sussistenza del dolo di calunnia. Tale attività è preclusa nel giudizio di legittimità e non rientra nell’ambito dell’art. 625-bis c.p.p.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
Il ricorrente la cui impugnazione viene dichiarata inammissibile è condannato al pagamento delle spese del procedimento, al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende a titolo di sanzione pecuniaria e alla rifusione delle spese di assistenza e rappresentanza sostenute dalle parti civili costituite.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati