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DASPO: nullo se convalidato prima di 48 ore

La Corte di Cassazione ha annullato la convalida di un DASPO perché emessa dal GIP prima dello scadere del termine di 48 ore concesso alla difesa per presentare memorie. La Corte ha ritenuto che tale violazione procedurale abbia causato un concreto pregiudizio al diritto di difesa, rendendo il provvedimento nullo.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

DASPO: Nullo se Convalidato Prima delle 48 Ore Concesse alla Difesa

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale a tutela del diritto di difesa: la convalida di un DASPO non può avvenire prima che siano trascorse 48 ore dalla notifica al destinatario. Questo termine è essenziale per permettere all’interessato di preparare e presentare le proprie argomentazioni difensive. Vediamo nel dettaglio il caso e le motivazioni della Suprema Corte.

I Fatti del Caso

Un cittadino si è visto notificare un provvedimento del Questore che gli imponeva l’obbligo di presentazione in questura per la durata di cinque anni, una misura nota come DASPO con obbligo di firma. Il provvedimento gli veniva notificato in data 31 marzo alle ore 16:20.

Sorprendentemente, il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) procedeva alla convalida del provvedimento il giorno successivo, 1 aprile, alle ore 14:37, ovvero meno di 24 ore dopo la notifica.

Nel frattempo, il difensore del cittadino aveva depositato una memoria difensiva, come suo diritto, la mattina del 1 aprile alle 11:24. Tuttavia, a causa della convalida anticipata, tale memoria non è stata esaminata dal GIP, che ha emesso la sua decisione basandosi unicamente sugli atti trasmessi dal Questore. L’interessato ha quindi proposto ricorso per cassazione, lamentando la violazione del proprio diritto di difesa.

La Decisione della Cassazione sul DASPO

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio l’ordinanza di convalida del GIP e dichiarando inefficace il provvedimento del Questore. La decisione si fonda su un punto cruciale: il mancato rispetto del termine di 48 ore concesso per legge alla difesa.

La Suprema Corte ha ribadito che questo termine non è una mera formalità, ma una garanzia sostanziale. Esso serve a consentire al destinatario del DASPO di esaminare la documentazione a suo carico e di predisporre un’adeguata difesa, presentando memorie e deduzioni.

L’Importanza del Termine di 48 Ore

La legge prevede che il provvedimento del Questore debba essere convalidato dal GIP entro 48 ore dalla notifica, ma stabilisce anche che l’interessato ha a disposizione lo stesso arco di tempo per esercitare il proprio diritto di difesa. La convalida non può quindi intervenire prima che questo termine sia scaduto, pena la nullità del provvedimento.

Le Motivazioni della Corte

Nelle motivazioni, la Corte di Cassazione ha evidenziato come, nel caso specifico, la violazione del termine avesse prodotto un pregiudizio concreto e specifico. Il difensore aveva infatti tempestivamente depositato una memoria difensiva, che però non era stata valutata dal giudice a causa della sua decisione prematura. Questo ha comportato un’effettiva lesione delle garanzie difensive.

La Corte ha richiamato la propria giurisprudenza consolidata, secondo cui l’inosservanza del termine di 48 ore comporta una nullità generale a regime intermedio. Sebbene tale nullità debba essere eccepita dalla parte interessata, che deve anche dimostrare il pregiudizio subito, in questo caso entrambi i requisiti erano soddisfatti. La difesa non solo ha segnalato il mancato rispetto del termine, ma ha anche provato il concreto pregiudizio, producendo le ricevute di invio e accettazione della memoria difensiva trasmessa entro il termine di legge ma ignorata dal giudice.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa sentenza rafforza un principio cardine del nostro ordinamento: il diritto di difesa non può essere compresso da esigenze di celerità procedurale. La convalida di una misura restrittiva come il DASPO richiede il pieno rispetto delle garanzie procedurali, tra cui il termine di 48 ore per presentare memorie. La decisione del GIP di anticipare la convalida, senza attendere la scadenza del termine, ha inficiato l’intero procedimento, portando all’annullamento della misura. Per i cittadini, ciò significa che qualsiasi provvedimento di convalida emesso prima dello scadere delle 48 ore dalla notifica è illegittimo e può essere efficacemente impugnato se si dimostra che ciò ha impedito l’esercizio del diritto di difesa.

Può il GIP convalidare un DASPO prima che siano trascorse 48 ore dalla notifica?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la convalida del DASPO non può intervenire prima dello scadere del termine di 48 ore concesso al destinatario per esercitare il proprio diritto di difesa, a pena di nullità dell’ordinanza di convalida.

Cosa succede se la difesa deposita una memoria dopo la convalida ma entro le 48 ore?
Se la convalida avviene prematuramente, e la difesa deposita una memoria entro il termine di 48 ore, si verifica un concreto pregiudizio al diritto di difesa. Questo costituisce il fondamento per impugnare e ottenere l’annullamento dell’ordinanza di convalida, come avvenuto nel caso di specie.

Qual è la conseguenza della convalida di un DASPO emessa senza rispettare il termine per la difesa?
La convalida emessa prima dello scadere del termine di 48 ore è affetta da nullità. Se la difesa impugna tale provvedimento dimostrando il concreto pregiudizio subito (come il mancato esame di una memoria difensiva), la Corte di Cassazione annulla l’ordinanza di convalida, rendendo di conseguenza inefficace il provvedimento del Questore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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