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Conflitto di giurisdizione: vince il Tribunale Militare

La Corte di Cassazione ha risolto un conflitto di giurisdizione tra il Tribunale militare e quello ordinario. Un militare, accusato sia di disobbedienza che di rifiuto di atti d’ufficio per la stessa condotta, sarà giudicato solo dal giudice militare. La Corte ha applicato il principio di specialità reciproca, affermando che la norma militare, in quanto speciale, prevale su quella generale per evitare una doppia sanzione per un unico fatto.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Conflitto di giurisdizione: Quando il Giudice Militare Prevale su Quello Ordinario

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18355 del 2024, ha sciolto un importante nodo procedurale, chiarendo a chi spetti la competenza quando un’unica azione commessa da un militare integra sia un reato comune che uno militare. Il caso ha sollevato un conflitto di giurisdizione tra il Tribunale militare di Napoli e il Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Avellino, risolto a favore del primo in applicazione del principio di specialità.

I Fatti del Caso: Un Unico Atto, Due Accuse

La vicenda trae origine dalla condotta di un Brigadiere dei Carabinieri. L’uomo era accusato di essersi rifiutato di eseguire un ordine impartitogli da un superiore gerarchico. Nello specifico, gli era stato ordinato di attendere i colleghi in caserma per poi intervenire in un’abitazione privata dove si trovava una persona affetta da disturbo bipolare.

Questo singolo comportamento omissivo ha dato vita a due distinti procedimenti penali:
1. Presso il Tribunale militare, per il reato di disobbedienza aggravata, previsto dal codice penale militare di pace.
2. Presso il Tribunale ordinario, per il reato di rifiuto di atti d’ufficio, previsto dal codice penale comune.

Il Conflitto di Giurisdizione tra i due Tribunali

Il Giudice ordinario (GUP di Avellino) aveva richiesto la trasmissione degli atti, ritenendo la propria competenza prevalente a causa della connessione tra i reati e della maggiore gravità del reato comune. Secondo questa impostazione, i due reati sarebbero stati concorrenti, in quanto offensivi di beni giuridici diversi (la sicurezza pubblica per il reato comune, il funzionamento dell’apparato militare per quello militare).

Di parere opposto il Tribunale militare di Napoli, che ha sollevato il conflitto di giurisdizione. Secondo il giudice speciale, l’unica condotta contestata all’imputato configurava un caso di ‘concorso apparente di norme’, da risolvere attraverso il criterio della specialità reciproca. L’applicazione di tale principio avrebbe portato a riconoscere la giurisdizione del giudice militare.

Le Motivazioni della Cassazione: il Principio di Specialità Reciproca

La Suprema Corte ha accolto la tesi del Tribunale militare, affermando la sua giurisdizione esclusiva. Il ragionamento dei giudici si fonda sull’articolo 15 del codice penale, che disciplina il principio di specialità.

Secondo la Corte, per risolvere il conflitto di giurisdizione, non bisogna guardare ai diversi beni giuridici tutelati, ma effettuare una comparazione strutturale tra le due fattispecie astratte di reato.

Nel caso specifico, i due reati (disobbedienza e rifiuto di atti d’ufficio) presentano:
– Un nucleo comune: il rifiuto di compiere un atto doveroso.
Elementi specializzanti reciproci:
– Il reato di disobbedienza richiede che l’autore sia un militare.
– Il reato di rifiuto di atti d’ufficio richiede che l’autore sia un pubblico ufficiale e che l’atto da compiere sia motivato da ragioni di giustizia o sicurezza pubblica.

Poiché la condotta del Brigadiere conteneva tutti questi elementi, si è verificato un caso di ‘specialità reciproca’. Le due norme, in apparenza concorrenti, in realtà si sovrapponevano perfettamente. Per evitare di punire due volte l’imputato per lo stesso fatto (violando il principio del ne bis in idem), è necessario applicare solo una delle due norme.

Le Conclusioni: la Giurisdizione Spetta al Giudice Speciale

In base al principio di specialità, la legge penale militare, in quanto legge speciale destinata a una categoria circoscritta di soggetti (i militari) e a tutelare interessi peculiari, deroga alla legge penale comune, che ha carattere generale.

Di conseguenza, la Corte di Cassazione ha dichiarato la competenza del Tribunale militare di Napoli, a cui dovranno essere trasmessi tutti gli atti del procedimento. La sentenza ribadisce un principio fondamentale: di fronte a un’unica condotta che integra astrattamente più reati, l’analisi strutturale delle norme permette di individuare la sola fattispecie applicabile, garantendo la certezza del diritto e il giusto processo.

Cosa accade quando una singola azione di un militare costituisce sia un reato militare che un reato comune?
Secondo la Corte di Cassazione, si crea un concorso apparente di norme che deve essere risolto applicando il principio di specialità. La legge speciale (codice penale militare) prevale su quella generale, e la giurisdizione spetta al giudice militare per evitare una doppia sanzione.

Perché la Cassazione ha deciso a favore del giudice militare in questo conflitto di giurisdizione?
La Corte ha riscontrato un rapporto di ‘specialità reciproca’ tra il reato di disobbedienza e quello di rifiuto di atti d’ufficio. Poiché la legge penale militare è considerata legislazione speciale rispetto a quella comune, essa deroga alla legge generale, radicando così la competenza del giudice militare.

Qual è il ‘principio di specialità’ menzionato nella sentenza?
È un principio sancito dall’art. 15 del codice penale, secondo cui, quando più leggi regolano la stessa materia, la norma più specifica prevale su quella più generale. Questo criterio è fondamentale per risolvere i conflitti apparenti tra norme incriminatrici ed evitare duplicazioni sanzionatorie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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