Competenza Magistrato Sorveglianza: Cosa Succede se il Detenuto Viene Trasferito?
La determinazione della competenza magistrato sorveglianza è un aspetto cruciale nella fase di esecuzione della pena. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale per risolvere i dubbi che sorgono quando un detenuto viene trasferito in un altro istituto di pena dopo l’inizio di un procedimento. Vediamo nel dettaglio come la Corte ha applicato il principio della perpetuatio iurisdictionis per garantire certezza e continuità all’azione giudiziaria.
I Fatti del Caso
La vicenda nasce da una richiesta del Pubblico Ministero per il riesame della pericolosità sociale di un condannato, presentata il 19 dicembre 2023. Al momento della richiesta, l’interessato si trovava detenuto presso la casa di reclusione di Spoleto. Di conseguenza, il procedimento era stato avviato davanti al Magistrato di sorveglianza di Spoleto.
Successivamente, il 2 febbraio 2024, il detenuto veniva trasferito presso la casa circondariale di Catanzaro. A questo punto, il Magistrato di sorveglianza di Spoleto si dichiarava incompetente, ritenendo che la competenza seguisse il detenuto. Gli atti venivano quindi trasmessi al Magistrato di sorveglianza di Catanzaro, il quale, a sua volta, si dichiarava incompetente, sollevando un conflitto negativo di competenza davanti alla Corte di Cassazione. Secondo quest’ultimo, la competenza andava determinata con riferimento al luogo di detenzione al momento dell’inizio del procedimento, cioè Spoleto.
La Questione Giuridica sulla Competenza del Magistrato di Sorveglianza
Il nucleo del problema è stabilire quale giudice sia competente a decidere quando, dopo l’avvio di un procedimento di sorveglianza, il detenuto cambia istituto di pena. Si deve dare prevalenza al luogo dove si trova il detenuto al momento della decisione o a quello dove si trovava quando il procedimento è stato instaurato? Questa situazione, se non risolta, porta a una stasi processuale, impedendo di fatto la prosecuzione del giudizio e la decisione nel merito.
Il Principio della Perpetuatio Iurisdictionis
La Corte di Cassazione ha risolto il conflitto applicando un principio consolidato e di fondamentale importanza nel diritto processuale: la perpetuatio iurisdictionis (letteralmente, ‘perpetuazione della giurisdizione’).
Secondo questo principio, la competenza del giudice si determina con riferimento alla situazione di fatto e di diritto esistente al momento in cui la domanda giudiziale viene proposta o il procedimento viene avviato d’ufficio. Una volta che la giurisdizione è stata correttamente individuata e ‘radicata’ presso un determinato ufficio giudiziario, essa rimane ferma e insensibile a eventuali mutamenti successivi.
Le Motivazioni della Cassazione
La Suprema Corte, con la sentenza n. 30287/2024, ha affermato che la competenza del magistrato di sorveglianza si radica presso l’ufficio che ha giurisdizione sull’istituto di pena in cui l’interessato si trova al momento della richiesta, della proposta o dell’instaurazione del procedimento. Questo momento ‘cristallizza’ la competenza.
Nel caso specifico, il procedimento per il riesame della pericolosità sociale è iniziato quando il condannato era detenuto a Spoleto. Pertanto, la competenza apparteneva fin dall’origine al Magistrato di sorveglianza di Spoleto. Il successivo trasferimento del detenuto a Catanzaro è un evento irrilevante ai fini della determinazione della competenza, che non può essere spostata per un fatto sopravvenuto. Citando una propria precedente pronuncia (Sez. 1, n. 3084 del 28/06/1993), la Corte ha ribadito la validità di questo principio, volto a garantire la certezza del diritto e a prevenire manovre dilatorie o la ricerca di un giudice potenzialmente più favorevole.
Conclusioni
La decisione della Cassazione è di grande importanza pratica. Stabilisce in modo inequivocabile che il trasferimento di un detenuto non comporta il trasferimento della competenza giurisdizionale per i procedimenti di sorveglianza già pendenti. La competenza del magistrato di sorveglianza, una volta fissata, non segue gli spostamenti fisici della persona. Questa regola assicura che il processo possa proseguire senza interruzioni e incertezze, tutelando l’efficienza dell’amministrazione della giustizia. Di conseguenza, la Corte ha dichiarato la competenza del Magistrato di sorveglianza di Spoleto, al quale sono stati trasmessi gli atti per la prosecuzione del giudizio.
Quando si stabilisce la competenza territoriale del Magistrato di sorveglianza?
La competenza territoriale si determina con riferimento alla situazione di fatto esistente al momento dell’instaurazione del procedimento di sorveglianza, ovvero quando viene presentata una richiesta o una proposta. Il luogo di detenzione del condannato in quel preciso momento radica la competenza.
Il trasferimento del detenuto in un altro carcere modifica il giudice competente?
No. In base al principio della perpetuatio iurisdictionis, la competenza del Magistrato di sorveglianza, una volta radicatasi, rimane ferma anche se successivamente il detenuto viene trasferito in un altro istituto di pena che ricade nella giurisdizione di un diverso ufficio.
Cosa succede se due Magistrati di sorveglianza si dichiarano entrambi incompetenti?
Si verifica un ‘conflitto negativo di competenza’. In tal caso, la questione viene rimessa alla Corte di Cassazione, che ha il compito di decidere quale dei due giudici sia competente e a cui disporre la trasmissione degli atti per la prosecuzione del procedimento, superando così la stasi processuale.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 1 Num. 30287 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 1 Num. 30287 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 21/05/2024
SENTENZA
sul conflitto di competenza sollevato dal RAGIONE_SOCIALE di RAGIONE_SOCIALE di Catanzaro nei confronti del RAGIONE_SOCIALE di RAGIONE_SOCIALE di Spoleto con ordinanza dell’11/03/2024
visti gli atti;
udita la relazione svolta dal consigliere NOME COGNOME;
lette le conclusioni del Pubblico ministero, in persona dell’AVV_NOTAIO, e del difensore del condannato, avvocato AVV_NOTAIO COGNOME, che hanno chiesto dichiararsi la competenza del RAGIONE_SOCIALE di RAGIONE_SOCIALE di Spoleto;
RITENUTO IN FATTO
Con l’ordinanza in epigrafe il RAGIONE_SOCIALE di RAGIONE_SOCIALE di Catanzaro ritenendosi territorialmente incompetente a decidere sul riesame del pericolosità sociale di NOME COGNOMECOGNOME chiesto dal pubblico ministero ai se dell’art. 679 cod. proc. pen. in data 19 dicembre 2023, ha sollevato confl negativo di competenza nei confronti del RAGIONE_SOCIALE di Spoleto in precedenza dichiaratosi incompetente a provvedere al riguardo, sul rilievo c il condannato fosse stato trasferito il 2 febbraio 2024 presso la casa circonda di Catanzaro – e ha rimesso gli atti a questa Corte di cassazione per la risoluzione, ai sensi degli artt. 28, comma 1, lett. b), e 30 cod. proc. pen.
Secondo il RAGIONE_SOCIALE rimettente, la competenza andrebbe determinata con riferimento alla situazione di fatto esistente all’atto dellinstaurazi procedimento di RAGIONE_SOCIALE, allorché la detenzione era in corso presso la ca di reclusione di Spoleto.
Il giudizio di cassazione si è svolto a trattazione scritta, ai sensi d 23, comma 8, d.l. 28 ottobre 2020, n. 137, conv. dalla legge 18 dicembre 2020 n. 176.
CONSIDERATO IN DIRITTO
Il conflitto è ammissibile in quanto al rifiuto dei due giudici di proceder riesame della pericolosità sociale del condannato consegue una stasi dell’atti processuale, che può essere superata solo con la decisione di questa Corte.
Nel merito, il conflitto deve essere risolto con l’affermazione de competenza del RAGIONE_SOCIALE di RAGIONE_SOCIALE di Spoleto, in applicazione de principio di diritto, di risalente e sempre valida formulazione (Sez. 1, n. 308 28/06/1993, confl. comp. in proc. Berni, Rv. 194848-01), secondo cui l competenza della magistratura di RAGIONE_SOCIALE, radicatasi presso l’ufficio ave giurisdizione sull’istituto di pena in cui l’interessato si trova al moment richiesta o proposta, ovvero dell’instaurazione del procedimento di ufficio, rim ferma anche nel caso che, successivamente a uno di tali eventi, l’interes venga trasferito in altro istituto di pena (c.d. perpetuatio iurisdictionis).
Segue la trasmissione degli atti al RAGIONE_SOCIALE di RAGIONE_SOCIALE di Spolet giudice territorialmente competente.
Decidendo sul conflitto, dichiara la competenza del RAGIONE_SOCIALE di sorveaiianza di Spoleto cui dispone trasmettersi gli atti.
Così deciso il 21/05/2024