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Competenza giudice esecuzione: l’ultima sentenza conta

La Corte di Cassazione risolve un conflitto tra tribunali sulla competenza del giudice dell’esecuzione. La sentenza stabilisce che la competenza per decidere sulla revoca di una sospensione condizionale della pena spetta al giudice che ha emesso la sentenza divenuta irrevocabile per ultima, applicando un criterio strettamente cronologico come previsto dall’art. 665 del codice di procedura penale.

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Pubblicato il 6 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza Giudice Esecuzione: il Criterio Cronologico Stabilito dalla Cassazione

Determinare quale sia il giudice corretto a cui rivolgersi nella fase esecutiva di una condanna è un passaggio cruciale per garantire la certezza del diritto. La competenza del giudice dell’esecuzione è disciplinata da regole precise, pensate per evitare incertezze e ritardi. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 30298/2024, ha ribadito con chiarezza il principio fondamentale da seguire in caso di più sentenze di condanna a carico della stessa persona: il criterio cronologico dell’ultima sentenza divenuta irrevocabile.

I Fatti del Caso: un Conflitto tra Tribunali

La vicenda nasce da una richiesta di revoca del beneficio della sospensione condizionale della pena nei confronti di un imputato. Il Tribunale di Viterbo, investito della questione, si dichiarava incompetente, ritenendo che la competenza spettasse al Tribunale di Rieti. La ragione addotta era che la sentenza emessa da quest’ultimo ufficio giudiziario era, a loro avviso, l’ultima passata in giudicato.

Tuttavia, il Tribunale di Rieti, ricevuti gli atti, sollevava un conflitto negativo di competenza. Analizzando la documentazione, emergeva infatti una diversa scansione temporale:

1. La sentenza del Tribunale di Rieti era divenuta irrevocabile il 7 febbraio 2023.
2. Successivamente, una sentenza emessa dal Tribunale di Viterbo era divenuta irrevocabile il 20 giugno 2023.

Di conseguenza, secondo il Tribunale di Rieti, l’ultima pronuncia passata in giudicato era quella del Tribunale di Viterbo, il quale doveva quindi essere considerato il giudice competente.

Competenza del Giudice dell’Esecuzione: Il Principio dell’Ultima Sentenza

La Corte di Cassazione è stata chiamata a risolvere il conflitto, individuando quale dei due tribunali dovesse procedere. La soluzione si fonda su una norma chiave del nostro ordinamento processuale.

L’applicazione dell’Art. 665 c.p.p.

L’articolo 665, comma 4, del codice di procedura penale stabilisce un criterio oggettivo e inequivocabile: ‘è competente il giudice che ha emesso il provvedimento divenuto irrevocabile per ultimo’. Questa regola serve a radicare la competenza in un unico ufficio giudiziario, evitando la frammentazione dei procedimenti esecutivi e garantendo una gestione unitaria della posizione del condannato.

La Corte Suprema ha semplicemente applicato tale principio al caso concreto, confrontando le due date in cui le sentenze erano diventate definitive.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Cassazione è lineare e si basa su un’analisi puramente cronologica. Dal certificato del casellario giudiziale emergeva che la sentenza del Tribunale di Viterbo era divenuta irrevocabile il 20 giugno 2023, data successiva a quella del 7 febbraio 2023, relativa alla sentenza del Tribunale di Rieti.

Il criterio stabilito dalla legge è di tipo oggettivo e non lascia spazio a interpretazioni discrezionali. La norma intende fornire un parametro certo per individuare il giudice dell’esecuzione, e questo parametro è l’anteriorità del passaggio in giudicato. Poiché la sentenza di Viterbo è l’ultima ad essere diventata definitiva, la competenza a decidere sull’istanza di revoca della sospensione condizionale appartiene al Tribunale di Viterbo. Di conseguenza, il conflitto è stato risolto dichiarando la competenza di quest’ultimo.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La sentenza in esame riafferma un principio fondamentale per la fase esecutiva del processo penale. La decisione sulla competenza del giudice dell’esecuzione non dipende dalla gravità del reato o dal luogo di detenzione, ma esclusivamente da un dato temporale oggettivo: la data dell’ultimo passaggio in giudicato.

Questa pronuncia offre un’importante guida pratica per gli operatori del diritto. Per individuare il giudice competente a decidere su questioni esecutive, come la revoca di benefici o l’applicazione di misure alternative, è indispensabile verificare con attenzione il casellario giudiziale del condannato e identificare quale sentenza sia divenuta irrevocabile per ultima. Questo semplice accertamento previene l’insorgere di conflitti di competenza che possono causare inutili ritardi nella gestione del procedimento esecutivo, garantendo così una maggiore efficienza della giustizia.

Come si determina la competenza del giudice dell’esecuzione in presenza di più sentenze di condanna?
La competenza è attribuita al giudice che ha emesso la sentenza divenuta irrevocabile per ultima, seguendo un criterio puramente cronologico stabilito dall’art. 665, comma 4, del codice di procedura penale.

Cosa succede se un giudice si dichiara incompetente e il giudice a cui vengono trasmessi gli atti fa lo stesso?
Si verifica un ‘conflitto negativo di competenza’. In questo caso, la questione viene rimessa alla Corte di Cassazione, che ha il compito di stabilire in via definitiva quale sia il giudice competente a procedere.

Ai fini della competenza, è più importante la data di emissione della sentenza o la data in cui diventa irrevocabile?
La data determinante è quella in cui la sentenza diventa irrevocabile, cioè quando non è più soggetta a impugnazioni ordinarie (passaggio in giudicato). È questo il momento che fissa il criterio cronologico per stabilire la competenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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