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Attenuanti generiche: quando il giudice può negarle

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro il diniego delle circostanze attenuanti generiche. La Corte ha confermato che il giudice di merito può legittimamente negare il beneficio basandosi sulla personalità negativa dell’imputato e sull’assenza di elementi positivamente valutabili, senza che ciò costituisca un vizio di motivazione. Le ammissioni parziali, limitate a fatti già accertati, non sono state considerate un elemento positivo sufficiente.

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Pubblicato il 2 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: La Cassazione Chiarisce i Criteri

L’applicazione delle circostanze attenuanti generiche previste dall’art. 62-bis del codice penale rappresenta uno dei poteri più discrezionali del giudice. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un’importante lezione su quali elementi possono legittimamente giustificare il diniego di tale beneficio. La decisione sottolinea che l’assenza di elementi positivi è di per sé una ragione sufficiente per negare le attenuanti, anche senza la presenza di specifici fattori negativi.

I Fatti del Caso

Un imputato, condannato in secondo grado dalla Corte d’Appello, ha presentato ricorso in Cassazione lamentando un vizio di motivazione. Il fulcro del ricorso era il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche. La difesa sosteneva che la Corte d’Appello avesse errato nel non concedere la riduzione di pena, basando la propria decisione su argomenti ritenuti illogici.

La Corte d’Appello aveva infatti negato le attenuanti evidenziando diversi fattori: la personalità fortemente negativa dell’imputato, gravato da precedenti condanne per delitti contro il patrimonio, e la totale assenza di elementi positivamente valutabili. Anche le ammissioni fatte dall’imputato in sede di interrogatorio erano state ritenute irrilevanti, in quanto si limitavano a confermare fatti già ampiamente accertati dagli inquirenti.

La Decisione della Corte sulle circostanze attenuanti generiche

La Suprema Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno stabilito che il motivo addotto dal ricorrente non superava il vaglio di ammissibilità perché, nella sostanza, chiedeva una nuova valutazione dei fatti, attività preclusa in sede di legittimità. Il compito della Cassazione, infatti, non è quello di riesaminare il merito della vicenda, ma di controllare la correttezza logica e giuridica della motivazione della sentenza impugnata.

Le motivazioni

La Corte ha ritenuto l’argomentazione della Corte d’Appello non solo plausibile nei fatti, ma anche ineccepibile sul piano giuridico. Si è richiamato un principio giurisprudenziale consolidato: la concessione delle circostanze attenuanti generiche non è un diritto dell’imputato che scaturisce automaticamente dalla mera assenza di elementi negativi.

In altre parole, non è sufficiente non avere ‘macchie’ particolarmente gravi per pretendere uno sconto di pena. Il giudice può, e deve, fondare la sua decisione sulla presenza di elementi positivi concreti che giustifichino una valutazione più favorevole della personalità del reo o delle modalità del fatto. L’assenza di tali elementi di segno positivo è una motivazione del tutto legittima per negare il beneficio. La Corte ha citato precedenti conformi (Cass. n. 32872/2022 e n. 24128/2021) per rafforzare questo principio.

Le conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un punto fondamentale nella prassi giudiziaria: la concessione delle attenuanti generiche è un giudizio discrezionale basato su una valutazione complessiva della situazione. Per sperare di ottenere questo beneficio, non basta semplicemente evitare elementi negativi; è necessario che emergano elementi positivi concreti, come una reale resipiscenza, una collaborazione effettiva e non di facciata, o altre circostanze che possano positivamente connotare la personalità dell’imputato. La decisione di rigetto, se motivata dall’assenza di questi fattori, è da considerarsi pienamente legittima.

È obbligatorio per un giudice concedere le circostanze attenuanti generiche se mancano elementi negativi a carico dell’imputato?
No, la loro applicazione non è un diritto conseguente all’assenza di elementi negativi. Il giudice può legittimamente negarle motivando la decisione con la mancanza di elementi o circostanze di segno positivo.

La personalità dell’imputato e i suoi precedenti penali possono giustificare il diniego delle circostanze attenuanti generiche?
Sì, la Corte di Appello ha basato la sua decisione di negare le attenuanti, tra le altre cose, sulla personalità fortemente negativa dell’imputato e sulle sue precedenti condanne per delitti contro il patrimonio. La Cassazione ha ritenuto questa motivazione legittima.

Le ammissioni parziali dell’imputato sono sufficienti per ottenere le circostanze attenuanti generiche?
Non necessariamente. Nel caso di specie, le ammissioni sono state considerate non positivamente valutabili perché si limitavano a fatti già accertati e, quindi, non sono state ritenute sufficienti per la concessione del beneficio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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