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Appello rito abbreviato: non serve mandato specifico

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13714/2024, ha stabilito che in caso di appello rito abbreviato, l’imputato non è considerato assente. Pertanto, il suo difensore non necessita di uno specifico mandato per impugnare la sentenza, a differenza di quanto previsto per i processi in assenza. La richiesta di rito abbreviato tramite procura speciale equivale a una ‘presenza ex lege’, garantendo la conoscenza del procedimento da parte dell’imputato.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Appello Rito Abbreviato: La Cassazione Elimina l’Obbligo del Mandato Specifico

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 13714 del 2024, interviene su un tema cruciale della procedura penale, chiarendo i requisiti per l’impugnazione di una sentenza emessa a seguito di giudizio abbreviato. La Suprema Corte ha stabilito che, in caso di appello rito abbreviato, non si applicano le più stringenti formalità previste per l’imputato giudicato in assenza. Questo principio sancisce che la scelta del rito speciale equivale a una piena consapevolezza del processo, rendendo superflue ulteriori garanzie per l’impugnazione.

I Fatti del Caso: Dall’Appello Dichiarato Inammissibile al Ricorso in Cassazione

Il caso trae origine da una condanna per rapina e lesioni personali emessa dal GIP del Tribunale di Bologna. L’imputato, giudicato con rito abbreviato, veniva condannato a quattro anni e due mesi di reclusione. Successivamente, il suo difensore proponeva appello, ma la Corte di Appello di Bologna lo dichiarava inammissibile. La ragione? L’appello era stato presentato da un difensore privo di uno specifico mandato a impugnare, rilasciato dopo la sentenza e con contestuale elezione di domicilio, formalità richieste dall’art. 581, commi 1-ter e 1-quater del codice di procedura penale, per gli imputati giudicati in assenza.

Contro questa decisione, l’imputato, tramite il suo difensore, ricorreva in Cassazione. La difesa sosteneva che l’imputato non poteva essere considerato ‘assente’ in senso tecnico. Egli era infatti comparso alla prima udienza e, soprattutto, il processo si era svolto nelle forme del rito abbreviato, richiesto tramite un difensore munito di procura speciale. Questa scelta processuale, secondo la difesa, implicava di per sé la piena conoscenza e partecipazione al giudizio.

La Decisione della Corte sul Appello Rito Abbreviato

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio l’ordinanza della Corte d’Appello. I giudici supremi hanno affermato che la corte territoriale aveva commesso un errore nel non considerare la specificità del rito abbreviato. La richiesta di tale rito, avanzata da un difensore con procura speciale, costituisce un caso di ‘presenza ex lege’. Di conseguenza, le norme restrittive previste per l’appello dell’imputato assente non trovano applicazione.

Le motivazioni

La Cassazione fonda la sua decisione su un principio logico e giuridico molto solido. La scelta di accedere al rito abbreviato, formalizzata attraverso una procura speciale, è un atto che dimostra in modo inequivocabile la conoscenza del procedimento penale, dell’imputazione e della sua celebrazione da parte dell’imputato. Non si tratta di un’assenza inconsapevole, ma di una precisa strategia difensiva.

Il legislatore ha introdotto le formalità dell’art. 581, comma 1-quater c.p.p. per evitare impugnazioni presentate all’insaputa dell’imputato, garantendo che la volontà di appellare sia una scelta ‘ponderata e personale’. Tuttavia, questa esigenza di garanzia non sussiste quando l’imputato ha già manifestato la sua volontà di partecipare attivamente al processo scegliendo un rito alternativo. In questi casi, la volontà di impugnare deve essere vista come la naturale prosecuzione del mandato difensivo conferito per quel procedimento, il cui esito è certamente noto all’assistito. Si presume, infatti, che il difensore, in virtù del potere di rappresentanza conferitogli, sia in contatto con il suo cliente e possa fornirgli tutte le informazioni necessarie per contestare una decisione sfavorevole.

Le conclusioni

La sentenza chiarisce un importante aspetto procedurale con rilevanti implicazioni pratiche. Viene stabilito che l’imputato che sceglie il rito abbreviato tramite procura speciale è da considerarsi legalmente presente. Di conseguenza, per proporre appello, il suo difensore non è tenuto a munirsi di un nuovo e specifico mandato post-sentenza, come invece è richiesto per l’imputato assente. Questa pronuncia semplifica l’iter di impugnazione in questi casi, riconoscendo che la scelta di un rito speciale è già di per sé una garanzia sufficiente della partecipazione consapevole dell’imputato al processo, evitando così inutili formalismi che potrebbero pregiudicare il diritto di difesa.

È necessario un mandato specifico per l’appello se il processo di primo grado si è svolto con rito abbreviato?
No. Secondo la sentenza, se il giudizio di primo grado si è svolto con rito abbreviato su richiesta dell’imputato tramite procuratore speciale, non sono richieste le formalità previste dall’art. 581, commi 1-ter e 1-quater, cod. proc. pen., come il mandato specifico a impugnare rilasciato dopo la sentenza.

Perché la richiesta di rito abbreviato tramite procuratore speciale viene considerata una ‘presenza ex lege’?
Perché tale richiesta, che rappresenta una precisa scelta difensiva, dà garanzia assoluta della conoscenza dell’esercizio dell’azione penale, dell’imputazione e della celebrazione del processo da parte dell’imputato. Anche se non fisicamente in aula, la sua volontà di partecipare attivamente al rito è legalmente riconosciuta.

Qual era lo scopo della norma che la Corte d’Appello ha applicato erroneamente?
La norma (art. 581, comma 1-quater c.p.p.) ha lo scopo di limitare le impugnazioni che non derivano da una scelta ponderata e personale della parte giudicata in assenza, assicurando che l’imputato sia effettivamente a conoscenza della sentenza e voglia contestarla. La Cassazione ha ritenuto che tale esigenza non sussiste nel caso del rito abbreviato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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