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Straordinario base pensionabile: no al ricalcolo pensione

Un ex dipendente di un’azienda di trasporto pubblico ha richiesto il ricalcolo della propria pensione, sostenendo che il compenso per lavoro straordinario dovesse essere incluso nella base pensionabile. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che, per questo specifico settore, la normativa di riferimento (L. 889/1971) esclude categoricamente e in toto il compenso per straordinario dalla retribuzione utile ai fini pensionistici. La Corte ha chiarito che tale compenso è un concetto unitario e non può essere scisso in una quota base e una maggiorazione, confermando l’orientamento consolidato sul tema dello straordinario base pensionabile.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Straordinario e Base Pensionabile: La Cassazione Nega il Ricalcolo della Pensione

La questione se il compenso per lavoro straordinario debba essere incluso nel calcolo della pensione è un tema di grande interesse per molti lavoratori. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento decisivo per il settore dei trasporti pubblici, stabilendo che lo straordinario base pensionabile non può includere tali compensi. Analizziamo insieme questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa: La Richiesta del Lavoratore

Il caso ha origine dalla richiesta di un ex dipendente di un’azienda di trasporto pubblico locale. Dopo essere andato in pensione, il lavoratore aveva chiesto all’ente previdenziale di ricalcolare il suo assegno, sostenendo che nella retribuzione pensionabile dovesse essere incluso anche il compenso percepito per le ore di lavoro straordinario svolte nel corso della sua carriera. In particolare, il ricorrente proponeva una distinzione: il compenso per straordinario, a suo avviso, doveva essere scisso in due parti: una quota pari alla retribuzione ordinaria, di natura puramente retributiva, e una seconda quota, la cosiddetta ‘maggiorazione’, di natura indennitaria. Secondo questa tesi, solo la prima quota avrebbe dovuto essere inclusa nel calcolo pensionistico.

La Decisione nei Gradi di Giudizio

Inizialmente, il tribunale di primo grado aveva dato ragione al lavoratore. Tuttavia, la Corte d’Appello ha ribaltato la decisione, accogliendo la tesi dell’ente previdenziale e negando il diritto al ricalcolo della pensione. La Corte territoriale ha stabilito che, per la specifica categoria di lavoratori, il compenso per lo straordinario, anche se svolto in modo continuativo, non poteva essere computato nella base pensionabile. Insoddisfatto, il lavoratore ha presentato ricorso in Cassazione.

L’analisi dello straordinario base pensionabile in Cassazione

Con l’unico motivo di ricorso, il lavoratore ha lamentato la violazione di norme specifiche (artt. 5 e 17 della Legge n. 889/1971) e del codice civile (art. 2108 c.c.). La sua difesa si basava sull’idea che la natura retributiva della quota base del compenso per straordinario ne imponesse l’inclusione ai fini pensionistici. La Corte di Cassazione, però, ha ritenuto il motivo infondato, confermando la decisione della Corte d’Appello.

le motivazioni: L’Indivisibilità del Compenso per Lavoro Straordinario

La Suprema Corte ha basato la sua decisione su un orientamento giurisprudenziale consolidato, richiamando diverse sentenze precedenti. I giudici hanno chiarito diversi punti fondamentali:

1. Disciplina Speciale: Per il personale addetto ai pubblici servizi di trasporto, prevale la disciplina speciale contenuta nella Legge n. 889/1971 rispetto alla norma generale del Codice Civile (art. 2108 c.c.).
2. Nozione Unitaria: L’articolo 5 di tale legge parla di ‘compenso per lavoro straordinario’ come una voce unitaria e indivisibile. L’idea di scomporla in una ‘quota tabellare’ e una ‘maggiorazione’ è stata implicitamente respinta dal legislatore.
3. Esclusione Esplicita: L’articolo 17 della stessa legge esclude esplicitamente dalla retribuzione pensionabile proprio i compensi menzionati all’articolo 5, tra cui quello per il lavoro straordinario.
4. Incompatibilità con il Forfait: La legge prevede che il compenso per straordinario possa essere erogato anche in misura forfettaria. Questa modalità è logicamente incompatibile con una voce retributiva composta da più elementi distinti. In sostanza, il compenso per straordinario è un tutt’uno e, come tale, è interamente escluso dal calcolo.

le conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

La decisione della Cassazione ribadisce un principio chiaro: per i dipendenti del settore dei trasporti pubblici, il lavoro straordinario non contribuisce ad aumentare l’importo della pensione. La specificità della normativa di settore prevale su qualsiasi interpretazione estensiva basata sul diritto comune. Questa pronuncia offre certezza giuridica sia per i lavoratori, che sanno di non poter contare su tali emolumenti per il proprio futuro previdenziale, sia per gli enti, che vedono confermata la correttezza del loro metodo di calcolo. La distinzione tra natura retributiva e indennitaria, spesso oggetto di contenzioso, in questo caso non rileva, poiché il legislatore ha operato una scelta netta a monte, escludendo l’intero compenso dalla base pensionabile.

Il compenso per lavoro straordinario rientra nella base di calcolo della pensione per i dipendenti del trasporto pubblico?
No. Secondo la Corte di Cassazione, per il personale addetto ai pubblici servizi di trasporto, la normativa speciale (L. n. 889/1971) esclude espressamente e completamente il compenso per lavoro straordinario dalla base pensionabile.

È possibile dividere il compenso per straordinario in una quota ‘retributiva’ (da includere nella pensione) e una ‘maggiorazione’ (da escludere)?
No. La Corte ha stabilito che il ‘compenso per lavoro straordinario’ è una nozione unitaria e non può essere frazionato. L’idea di una simile scomposizione è stata implicitamente respinta dal legislatore e non trova fondamento nella normativa di settore.

La normativa generale sul lavoro straordinario (art. 2108 c.c.) si applica in questi casi?
No. In questa materia prevale la disciplina specifica prevista per gli addetti ai pubblici servizi di trasporto (L. n. 889/1971), che deroga alla norma generale del Codice Civile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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