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Responsabilità Ente Pubblico: chi paga per i dissuasori?

La Corte di Cassazione ha stabilito che la responsabilità ente pubblico per i danni causati da oggetti pericolosi su suolo pubblico, come i dissuasori di sosta, è presunta. A seguito del ferimento di un minore causato da un dissuasore non ancorato, la Corte ha chiarito che spetta all’ente proprietario della strada, e non al cittadino, dimostrare l’assenza di un rapporto di custodia o la presenza di un caso fortuito, ribaltando così le decisioni dei gradi inferiori.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità Ente Pubblico e Dissuasori Pericolosi: La Cassazione Chiarisce

L’ordinanza in esame affronta un tema cruciale per la vita quotidiana dei cittadini: la responsabilità ente pubblico per la sicurezza delle strade e dei marciapiedi. Quando un elemento di arredo urbano, come un dissuasore di sosta, causa un danno, chi ne risponde? La Corte di Cassazione, con una decisione illuminante, stabilisce un principio fondamentale: la responsabilità del Comune, in quanto proprietario della strada, si presume, invertendo l’onere della prova a svantaggio della pubblica amministrazione.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine da un incidente occorso a un bambino. All’uscita da un ristorante, il minore appoggiava il piede su una catena che collegava due dissuasori di sosta posti sulla sede viaria. A causa del peso, seppur esiguo, uno dei dissuasori, non ancorato al suolo, si ribaltava, colpendolo e procurandogli gravi lesioni.

I genitori del bambino citavano in giudizio il Comune per ottenere il risarcimento dei danni. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello rigettavano la domanda, sostenendo che i genitori non avessero provato la responsabilità del Comune. I giudici di merito avevano dedotto che, trovandosi i dissuasori di fronte a un ristorante e all’interno di un’area delimitata da strisce bianche, fosse stato il titolare dell’esercizio commerciale a installarli, escludendo così la custodia e la responsabilità dell’ente locale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dei genitori, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa a un nuovo esame. La Corte ha ritenuto errato il ragionamento dei giudici di merito, che avevano addossato al cittadino danneggiato l’onere di provare la proprietà o la custodia dei dissuasori da parte del Comune.

Le Motivazioni della Scelta sulla Responsabilità Ente Pubblico

Il cuore della decisione risiede nell’applicazione dell’articolo 2051 del codice civile, che disciplina la responsabilità per i danni cagionati da cose in custodia. Secondo la giurisprudenza consolidata, questo principio si applica pienamente agli enti pubblici proprietari di strade aperte al transito.

La Cassazione ha chiarito i seguenti punti chiave:

1. Presunzione di Custodia: L’ente proprietario di una strada pubblica si presume custode della stessa e di tutte le sue pertinenze, inclusi gli elementi di arredo urbano come i dissuasori di sosta. La semplice presenza di un oggetto pericoloso sul suolo pubblico è sufficiente a far scattare il dovere di intervento e la conseguente responsabilità dell’ente.

2. Inversione dell’Onere della Prova: Non spetta al cittadino danneggiato dimostrare che il Comune è il custode. Al contrario, è il Comune, se vuole liberarsi dalla responsabilità, a dover fornire la prova contraria. Questa prova non può consistere in una semplice deduzione, ma deve essere concreta e documentata.

3. Le Vie di Fuga per l’Ente Pubblico: Per escludere la propria responsabilità, il Comune avrebbe dovuto dimostrare una di due circostanze precise:
* Che l’area fosse stata oggetto di una concessione a terzi (ad esempio, il ristoratore) con un titolo amministrativo che trasferisse esplicitamente anche gli oneri di custodia.
* Che i dissuasori fossero stati posizionati da terzi in un lasso di tempo talmente breve prima dell’incidente da non consentire ragionevolmente un intervento di rimozione del pericolo (il cosiddetto caso fortuito).

Poiché il Comune non ha fornito alcuna di queste prove, la Corte d’Appello ha errato nel desumere la responsabilità del ristoratore solo dalla posizione dei manufatti.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza rafforza in modo significativo la tutela del cittadino nei confronti della pubblica amministrazione. Il principio affermato è chiaro: la responsabilità ente pubblico per la manutenzione e la sicurezza delle aree pubbliche è una regola generale, non un’eccezione. I Comuni non possono sottrarsi ai loro obblighi di vigilanza e custodia limitandosi a ipotizzare l’intervento di terzi. Devono, al contrario, esercitare un controllo attivo sul territorio di loro competenza per prevenire pericoli per i cittadini. Per chi subisce un danno, questa sentenza semplifica l’azione legale, poiché la colpa dell’ente si presume, salvo prova contraria, che deve essere fornita dall’ente stesso.

Chi è responsabile se un cittadino si fa male a causa di un oggetto pericoloso, come un dissuasore di sosta, su una strada pubblica?
In linea di principio, la responsabilità è dell’ente pubblico proprietario della strada. La Corte di Cassazione stabilisce che la responsabilità dell’ente si presume, in base al suo dovere di custodia sul bene pubblico.

Cosa deve fare l’ente pubblico per non essere considerato responsabile?
L’ente deve fornire una prova rigorosa per liberarsi dalla responsabilità. Deve dimostrare o che l’area era stata data in concessione a un terzo con un titolo che trasferiva anche l’obbligo di custodia, oppure che l’oggetto pericoloso è stato posizionato da ignoti così poco tempo prima dell’incidente da rendere impossibile un intervento (caso fortuito).

Il cittadino danneggiato deve provare chi ha installato l’oggetto pericoloso?
No. Secondo la sentenza, non spetta al cittadino danneggiato l’onere di provare chi ha materialmente posizionato l’oggetto. La semplice presenza del pericolo sul suolo pubblico è sufficiente a far sorgere la presunzione di responsabilità in capo all’ente proprietario della strada.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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