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Pagamento diretto subappaltatore: non è un obbligo

Una società di trasporti, subappaltatrice in un’opera pubblica, ha richiesto il pagamento diretto delle proprie prestazioni alla stazione appaltante. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo che il pagamento diretto subappaltatore previsto dal D.Lgs. 163/2006 è una mera facoltà e non un obbligo per l’ente pubblico, e che la L. 180/2011 non ha modificato tale principio.

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Pubblicato il 9 dicembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile

Pagamento diretto subappaltatore: la Cassazione conferma la natura facoltativa

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 21525 del 2024, è tornata a fare chiarezza su un tema cruciale nel mondo degli appalti pubblici: il pagamento diretto subappaltatore. La Suprema Corte ha stabilito che, secondo la disciplina del vecchio Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. 163/2006), la stazione appaltante ha una mera facoltà, e non un obbligo, di pagare direttamente le imprese subappaltatrici in caso di inadempienza dell’appaltatore principale. Vediamo nel dettaglio i fatti e le motivazioni di questa importante decisione.

I Fatti di Causa: Il Contenzioso tra Subappaltatore e Stazione Appaltante

Una società di trasporti, che aveva fornito un servizio di noleggio a caldo di autogrù nell’ambito della realizzazione di una grande opera autostradale, si è vista negare il pagamento delle proprie prestazioni dall’appaltatore principale. Di conseguenza, la società ha agito in giudizio contro la stazione appaltante, un consorzio, chiedendo il pagamento diretto di quanto le era dovuto.

Il Tribunale prima, e la Corte d’Appello poi, hanno respinto le richieste dell’impresa subappaltatrice. I giudici di merito hanno evidenziato che il contratto d’appalto originario non prevedeva l’obbligo di pagamento diretto, ma l’alternativa contemplata dalla legge: l’obbligo per l’appaltatore di dimostrare di aver saldato i propri subappaltatori. Insoddisfatta, la società ha proposto ricorso in Cassazione.

Il pagamento diretto subappaltatore è un obbligo? L’Analisi della Corte

Il fulcro del ricorso si basava sull’interpretazione di due normative: l’art. 118 del D.Lgs. 163/2006 e il successivo art. 13 della Legge 180/2011. La ricorrente sosteneva che la legge del 2011 avesse introdotto un vero e proprio obbligo di pagamento diretto, applicabile anche ai contratti in corso.

La disciplina del D.Lgs. 163/2006: Facoltà, non Obbligo

La Corte di Cassazione ha innanzitutto ribadito un principio consolidato: l’art. 118 del vecchio Codice dei Contratti Pubblici configurava il pagamento diretto come una mera facoltà per la stazione appaltante. Al momento della pubblicazione del bando di gara, l’amministrazione poteva scegliere tra due modalità per tutelare i subappaltatori:
1. Prevedere la possibilità di pagare direttamente il subappaltatore.
2. Obbligare l’appaltatore a trasmettere, entro 20 giorni da ogni pagamento ricevuto, le fatture quietanzate a dimostrazione dell’avvenuto saldo dei subappaltatori.

Nel caso specifico, il contratto prevedeva la seconda opzione, escludendo quindi un diritto del subappaltatore al pagamento diretto.

L’interpretazione della Legge 180/2011

La Suprema Corte ha smontato anche la tesi secondo cui la Legge 180/2011 avrebbe introdotto un’innovazione, trasformando la facoltà in obbligo. Gli Ermellini hanno chiarito che l’art. 13 di tale legge non ha una portata così ampia. Si è limitato a definire le modalità operative del pagamento (ad esempio, tramite bonifico bancario) solo per quelle ipotesi in cui la stazione appaltante avesse già scelto, a monte, di avvalersi della facoltà del pagamento diretto. La norma, quindi, non ha modificato la natura facoltativa dell’istituto.

La Questione Inammissibile delle Opere “Superspecializzate”

In un ultimo tentativo, la ricorrente ha sostenuto che il proprio servizio rientrasse nella categoria delle opere “altamente specializzate”, per le quali altre normative (D.Lgs. 152/2008) prevedevano l’obbligo di pagamento diretto. La Corte ha dichiarato questo motivo inammissibile, in quanto sollevato per la prima volta in sede di legittimità. La Cassazione, infatti, non può esaminare questioni che richiedano nuovi accertamenti sui fatti di causa, compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito dei primi due gradi di giudizio.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione della Cassazione si fonda su un’interpretazione letterale e sistematica delle norme in materia di appalti pubblici vigenti all’epoca dei fatti. Il legislatore aveva concesso alla stazione appaltante una discrezionalità nella scelta degli strumenti di tutela per i subappaltatori. La Legge 180/2011, secondo la Corte, non ha inteso eliminare questa discrezionalità, ma solo regolamentare un aspetto procedurale di una delle opzioni disponibili. L’introduzione di un obbligo generalizzato avrebbe richiesto una previsione normativa esplicita e inequivocabile, che nel testo di legge non è presente. Inoltre, il rigetto del motivo relativo alle opere specializzate riafferma il principio fondamentale secondo cui il giudizio di Cassazione è un giudizio di legittimità, non di merito.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Subappaltatori e Stazioni Appaltanti

L’ordinanza in commento consolida un orientamento importante: il pagamento diretto subappaltatore, sotto l’egida del D.Lgs. 163/2006, non era un diritto esigibile in ogni caso, ma dipendeva dalle scelte operate dalla stazione appaltante nel bando di gara e nel contratto. Per le imprese subappaltatrici, ciò sottolinea l’importanza di analizzare attentamente la documentazione di gara prima di accettare un incarico, per comprendere quali tutele siano concretamente previste. Per le stazioni appaltanti, la sentenza conferma la loro discrezionalità, pur nell’ambito delle opzioni previste dalla legge per garantire la filiera dei pagamenti. È bene precisare che la normativa è evoluta con il nuovo Codice dei Contratti Pubblici, che ha introdotto regole diverse e più stringenti in materia.

La stazione appaltante è sempre obbligata a pagare direttamente il subappaltatore in caso di inadempimento dell’appaltatore principale?
No. Secondo la Corte di Cassazione, in base alla normativa applicabile al caso (art. 118, d.lgs. 163/2006), il pagamento diretto al subappaltatore è una mera facoltà e non un obbligo per la stazione appaltante. L’ente può scegliere tra questa opzione e quella di obbligare l’appaltatore a trasmettere le fatture quietanzate dei pagamenti effettuati ai subappaltatori.

La Legge n. 180/2011 ha introdotto un obbligo generale di pagamento diretto al subappaltatore?
No. La Corte ha chiarito che l’art. 13 della L. 180/2011 non ha trasformato la facoltà di pagamento diretto in un obbligo. Tale norma si è limitata a specificare le modalità operative (es. bonifico bancario) da utilizzare nei casi in cui la stazione appaltante avesse già scelto, nell’esercizio della sua facoltà, di procedere al pagamento diretto.

È possibile sollevare per la prima volta in Cassazione la questione che i lavori subappaltati erano “altamente specializzati” per ottenere il pagamento diretto?
No. La Corte ha dichiarato inammissibile tale questione perché non era stata trattata nei precedenti gradi di giudizio. Introdurla in sede di Cassazione implicherebbe accertamenti di fatto che sono preclusi a tale Corte, la quale giudica solo sulla corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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