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Onere della prova: caduta su gradini irregolari

Una cittadina chiede il risarcimento a un Comune per una caduta su un ponte, attribuendola a gradini irregolari e scarsa illuminazione. Sebbene il Tribunale le avesse dato ragione, la Corte d’Appello e la Cassazione hanno respinto la domanda. La decisione finale si fonda sulla mancata dimostrazione, da parte della danneggiata, dell’onere della prova: non è riuscita a provare l’esatta dinamica della caduta e il nesso di causa tra il presunto difetto della scala e il danno subito.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Onere della prova: La Chiave per il Risarcimento in Caso di Caduta

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un’importante lezione su un principio fondamentale del diritto civile: l’onere della prova. Il caso riguarda una richiesta di risarcimento per una caduta avvenuta su un noto ponte, ma le conclusioni dei giudici hanno una valenza generale per chiunque subisca un danno a causa di un bene in custodia altrui, come una strada o una scala pubblica. Vediamo come la corretta dimostrazione dei fatti sia cruciale per ottenere giustizia.

I Fatti di Causa: Una Caduta e la Richiesta di Risarcimento

Una cittadina cadeva mentre saliva le scale di un ponte a Venezia. Secondo la sua versione, la caduta era stata causata da due fattori: l’irregolare andamento dei gradini, con alzate di misure diverse, e la scarsa illuminazione del ponte in quel momento. Tali difetti, a suo dire, rendevano difficile percepire il pericolo. Di conseguenza, citava in giudizio il Comune, ritenendolo responsabile per difetto di custodia del bene pubblico e chiedendo il risarcimento dei danni subiti.

Il Percorso Giudiziario: Dalla Vittoria alla Sconfitta

Il percorso legale di questa vicenda è stato caratterizzato da un completo ribaltamento di fronte.
In primo grado, il Tribunale accoglieva la domanda della danneggiata, riconoscendole un risarcimento di circa 78.000 euro. Il giudice riteneva provato il nesso di causa tra la condizione della scala e la caduta, sottolineando che il Comune non aveva fornito la prova di un caso fortuito, né aveva dimostrato di aver segnalato l’irregolarità dei gradini.
In secondo grado, la Corte d’Appello, su impugnazione del Comune, riformava completamente la decisione, rigettando la richiesta di risarcimento. La motivazione? La danneggiata non aveva assolto al suo onere della prova: non era riuscita a dimostrare in che modo fosse caduta e quale conformazione specifica della cosa avesse causato l’incidente.

L’Onere della Prova secondo la Cassazione

La questione è giunta infine dinanzi alla Corte di Cassazione, che ha confermato la decisione d’appello, respingendo il ricorso della cittadina. L’ordinanza chiarisce in modo esemplare la portata dell’onere della prova a carico del danneggiato.

La Prova del Nesso Causale è Fondamentale

Il punto centrale della decisione è che non basta affermare di essere caduti a causa di un difetto. Il danneggiato ha l’obbligo di dimostrare l’esatta dinamica dell’incidente, provando che la caduta è stata una conseguenza diretta e immediata di quel preciso difetto. Contestare il nesso di causalità, come ha fatto il Comune, significa contestare l’intera ricostruzione dei fatti proposta dalla parte lesa. I giudici hanno ritenuto che la ricorrente non avesse fornito prove sufficienti per stabilire con certezza quale gradino avesse causato la caduta e perché quel gradino, per la sua conformazione o per l’illuminazione, fosse la causa effettiva dell’incidente.

La Colpa del Danneggiato: Un Aspetto Secondario

La ricorrente si era lamentata del fatto che la Corte d’Appello avesse ipotizzato una sua disattenzione senza prove. La Cassazione ha chiarito che la questione della colpa del danneggiato (la sua negligenza o disattenzione nel percorrere la scala) è logicamente secondaria. Il primo passo che il giudice deve compiere è verificare se il danneggiato ha provato il nesso di causa. Solo se questa prova viene fornita, si passa a valutare se un eventuale comportamento colposo della vittima abbia contribuito al danno o se l’evento sia dovuto a un caso fortuito. In questo caso, mancando la prova principale, ogni discussione sulla colpa della vittima è diventata irrilevante.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso perché la danneggiata non ha superato l’ostacolo dell’onere della prova. La decisione della Corte d’Appello è stata ritenuta corretta in quanto non si è limitata a prendere atto della presenza di un potenziale pericolo, ma ha preteso, giustamente, la dimostrazione che quel pericolo fosse la causa diretta dell’evento. I motivi di ricorso sono stati giudicati inammissibili in quanto, sotto l’apparenza di una violazione di legge, miravano a ottenere dalla Corte Suprema una nuova e diversa valutazione dei fatti, compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello).

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio cruciale per chiunque voglia chiedere un risarcimento per danni da cose in custodia: non è sufficiente indicare un difetto, ma è indispensabile provare con elementi concreti (testimonianze precise, perizie, fotografie contestualizzate) come si è svolto l’incidente e come quel difetto specifico ne sia stata la causa determinante. Senza questa prova rigorosa, la domanda di risarcimento, anche a fronte di un danno reale e di un difetto oggettivo, è destinata a essere respinta.

Chi deve provare come è avvenuta una caduta per ottenere il risarcimento?
La persona danneggiata ha l’onere della prova, ovvero deve dimostrare in modo preciso non solo di essere caduta, ma anche l’esatta dinamica dell’incidente e il legame di causa-effetto (nesso causale) tra il difetto della cosa in custodia (es. un gradino rotto) e il danno subito.

È sufficiente dimostrare che una scala è irregolare per essere risarciti in caso di caduta?
No. Secondo questa ordinanza, non è sufficiente indicare la presenza di un potenziale pericolo, come gradini irregolari. Il danneggiato deve provare che la sua caduta è stata causata specificamente da quella irregolarità e non da altri fattori.

Quando viene considerata la colpa del danneggiato in un caso di caduta?
La possibile colpa o disattenzione della persona danneggiata viene valutata dal giudice solo dopo che quest’ultima ha pienamente provato il nesso di causa tra il difetto della cosa e la caduta. Se questa prova fondamentale manca, la questione della colpa del danneggiato diventa irrilevante.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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