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Interruzione prescrizione: mediazione senza prova non vale

Un cittadino ha citato in giudizio un istituto di credito per danni derivanti da una segnalazione illegittima. La banca ha eccepito la prescrizione del diritto. La Corte di Cassazione, confermando le decisioni dei giudici di merito, ha stabilito che per ottenere l’interruzione prescrizione non è sufficiente depositare una domanda di mediazione. È necessario dimostrare che l’atto sia stato comunicato alla controparte e che il suo contenuto sia specifico e riconducibile alla pretesa fatta valere in giudizio, onere probatorio che nel caso di specie non è stato assolto.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Interruzione Prescrizione: Perché la Domanda di Mediazione da Sola Non Basta

L’interruzione prescrizione è un meccanismo fondamentale per la tutela dei diritti. Tuttavia, non tutti gli atti sono idonei a fermare il decorso del tempo. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio cruciale: per interrompere efficacemente la prescrizione, non basta avviare una mediazione, ma è indispensabile provare che la domanda sia stata comunicata alla controparte e che il suo contenuto fosse specifico. Analizziamo questa decisione per capirne le implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso: Dalla Segnalazione Illegittima all’Eccezione di Prescrizione

Un imprenditore citava in giudizio un noto istituto di credito, chiedendo il risarcimento dei danni patrimoniali e d’immagine subiti a seguito della cessazione della propria attività commerciale. Secondo l’attore, la causa scatenante era stata un’illegittima segnalazione alla Centrale di Allarme Interbancaria, a sua volta originata da un protesto di assegno infondato.

Sia in primo che in secondo grado, le corti rigettavano la domanda. Il motivo? L’accoglimento dell’eccezione di prescrizione sollevata dalla banca. I giudici osservavano che l’attore non aveva fornito la prova adeguata dell’avvenuta interruzione prescrizione. In particolare, la domanda di mediazione presentata non era stata provata nel suo contenuto specifico, rendendo impossibile verificare se fosse riferibile alla pretesa risarcitoria avanzata in tribunale.

La Prova dell’Interruzione Prescrizione e il Ruolo della Mediazione

Il cuore della questione giuridica ruota attorno a ciò che costituisce una prova valida per l’interruzione della prescrizione. Il ricorrente sosteneva che diversi atti, tra cui una raccomandata del 2007 e la domanda di mediazione del 2011, avessero interrotto il decorso del tempo prima della citazione in giudizio. La Corte di Cassazione, esaminando i motivi del ricorso, ha però demolito questa tesi, offrendo importanti chiarimenti.

La Corte ha sottolineato che l’interruzione prescrizione ha carattere recettizio: l’atto non solo deve essere compiuto, ma deve anche essere comunicato al destinatario per produrre i suoi effetti. Di conseguenza, il semplice deposito di un’istanza di mediazione non è sufficiente. È onere di chi invoca l’effetto interruttivo dimostrare sia la comunicazione dell’istanza alla controparte, sia che il contenuto di tale istanza fosse sufficientemente dettagliato da palesare l’intenzione di esercitare uno specifico diritto.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso basandosi su argomentazioni precise e rigorose.

In primo luogo, ha evidenziato come l’onere di provare il fatto interruttivo gravi su chi ha esercitato il diritto. Non è sufficiente affermare di aver inviato una comunicazione; bisogna dimostrarne il contenuto e la ricezione. Il verbale negativo di mediazione, prodotto in giudizio, non può supplire a questa mancanza, poiché attesta solo il fallimento del tentativo di conciliazione, ma non prova il contenuto della domanda iniziale che ha dato avvio al procedimento.

In secondo luogo, la Corte ha specificato che la domanda di mediazione deve essere collegata in modo inequivocabile al diritto azionato in giudizio. Una richiesta generica di risarcimento non è sufficiente, specialmente quando la pretesa giudiziale è “eterodeterminata”, cioè individuata da specifici fatti costitutivi (in questo caso, un determinato protesto di assegno). L’attore avrebbe dovuto dimostrare che la sua domanda di mediazione si riferiva proprio a quel singolo e specifico evento dannoso, e non genericamente a una serie di protesti.

Infine, è stato ribadito il principio secondo cui l’onere della prova dell’interruzione spetta a chi se ne avvale per contrastare l’eccezione di prescrizione sollevata dalla controparte.

Le Conclusioni

La decisione in esame offre una lezione pratica di grande valore. Chi intende interrompere la prescrizione di un proprio diritto deve agire con diligenza e attenzione. Non basta inviare una comunicazione generica o avviare un procedimento di mediazione. È essenziale che l’atto interruttivo:

1. Sia comunicato formalmente al debitore, conservando prova certa della ricezione (es. raccomandata con avviso di ricevimento, PEC).
2. Esponga in modo chiaro e specifico il diritto che si intende far valere, collegandolo ai fatti che ne costituiscono il fondamento.

In mancanza di queste prove, il rischio è che l’eccezione di prescrizione venga accolta, vanificando la possibilità di ottenere tutela in giudizio, anche a fronte di un diritto potenzialmente fondato.

Presentare una domanda di mediazione interrompe automaticamente la prescrizione?
No. Per interrompere la prescrizione, non è sufficiente presentare la domanda, ma è necessario dimostrare che l’atto sia stato comunicato alla controparte e che il suo contenuto sia sufficientemente specifico da essere riconducibile al diritto che si intende far valere in giudizio.

Su chi ricade l’onere di provare l’interruzione della prescrizione?
L’onere di provare il fatto interruttivo della prescrizione, come ad esempio l’invio e il contenuto di una specifica domanda di mediazione, grava sulla parte che sostiene che l’interruzione sia avvenuta, ossia chi agisce in giudizio per far valere il proprio diritto.

Il verbale negativo di mediazione costituisce prova dell’interruzione della prescrizione?
No. Secondo la Corte, il verbale negativo di mediazione non dimostra né il contenuto della domanda iniziale né la sua effettiva ricezione da parte della controparte. Pertanto, da solo, non è sufficiente a provare l’effetto interruttivo della prescrizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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