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Indennità ferie non godute: a chi spetta la prova?

Un dipendente comunale ha citato in giudizio l’ente per ottenere l’indennità per ferie non godute accumulate in oltre un decennio. La Corte d’Appello aveva respinto la domanda, sostenendo che il lavoratore non avesse provato di aver richiesto le ferie e che gli fossero state negate. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando un principio fondamentale: l’onere della prova grava sul datore di lavoro. Spetta a quest’ultimo dimostrare di aver messo il dipendente in condizione di fruire delle ferie, invitandolo formalmente e avvisandolo del rischio di perderle. In assenza di tale prova, l’indennità ferie non godute è dovuta.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Indennità Ferie Non Godute: La Prova è Sempre a Carico del Datore di Lavoro

Il diritto alle ferie è un principio cardine del nostro ordinamento, sancito dalla Costituzione per garantire il recupero delle energie psico-fisiche del lavoratore. Ma cosa succede quando le ferie non vengono godute? A chi spetta l’indennità ferie non godute e, soprattutto, chi deve provare i presupposti per il suo riconoscimento? Con la recente ordinanza n. 9993/2024, la Corte di Cassazione ha ribadito un punto cruciale: l’onere della prova grava interamente sul datore di lavoro, il quale deve dimostrare di aver agito diligentemente per consentire al dipendente di riposare.

I Fatti del Caso: Lavoro Continuativo e Ferie Mancate

Il caso esaminato riguardava un dipendente di un Comune che, per un lungo periodo (dal 1996 al 2011), non aveva mai beneficiato di periodi continuativi di ferie a causa delle mansioni specifiche a lui affidate in materia di anagrafe e matrimonio. Al termine del rapporto, il lavoratore aveva richiesto la corrispondente indennità sostitutiva.

La Corte d’Appello, pur riconoscendo la mancata fruizione delle ferie, aveva respinto la domanda. Il motivo? Secondo i giudici di secondo grado, il lavoratore non aveva fornito la prova di una sua formale richiesta di ferie e di un conseguente diniego da parte dell’amministrazione comunale. In sostanza, la Corte territoriale aveva addossato al dipendente l’onere di dimostrare di essere stato impossibilitato a godere del riposo.

La Decisione della Cassazione e la Regola sull’Indennità Ferie Non Godute

La Corte di Cassazione ha completamente ribaltato questa prospettiva, accogliendo il ricorso del lavoratore. Gli Ermellini hanno riaffermato che le ferie annuali retribuite costituiscono un diritto fondamentale e irrinunciabile. Di conseguenza, la perdita di tale diritto (e della relativa indennità) può verificarsi solo a condizioni molto specifiche.

Il principio cardine, in linea con la giurisprudenza nazionale ed europea (in particolare la Direttiva 2003/88/CE), è il seguente: l’onere di provare l’adempimento dell’obbligo di concedere le ferie grava sempre sul datore di lavoro. Non è il lavoratore a dover dimostrare di averle chieste e di essersele viste negare, ma è l’azienda o l’ente pubblico a dover provare di aver messo il lavoratore nelle condizioni concrete di poterle godere.

Le Motivazioni

La Corte ha specificato in modo dettagliato quali sono gli obblighi del datore di lavoro. Non basta una mera astensione dal negare le ferie; è richiesta un’azione positiva e diligente. In particolare, il datore di lavoro deve dimostrare di aver:

1. Invitato il lavoratore a godere delle ferie, se necessario anche in modo formale.
2. Avvisato il lavoratore in modo accurato e tempestivo che, in caso di mancata fruizione, le ferie sarebbero andate perse al termine del periodo di riferimento o di riporto autorizzato.

Solo se il datore di lavoro fornisce questa duplice prova, e dimostra quindi che la mancata fruizione è dovuta a una scelta consapevole e deliberata del lavoratore (configurando una sorta di mora credendi), allora può essere esonerato dal pagamento dell’indennità sostitutiva. La Corte d’Appello ha errato proprio nell’invertire questo onere probatorio, pretendendo dal lavoratore una prova che la legge pone a carico del suo datore.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento di massima tutela per il lavoratore. Le implicazioni pratiche sono significative. Per le aziende e le pubbliche amministrazioni, non è più sufficiente una gestione passiva delle ferie. È necessario implementare procedure chiare e documentabili per la pianificazione, l’invito alla fruizione e l’avviso formale sulla potenziale perdita del diritto. Per i lavoratori, questa sentenza rappresenta una forte garanzia: il diritto al riposo e alla relativa monetizzazione, in caso di mancato godimento per cause non imputabili a una loro scelta deliberata, è saldamente protetto. Il datore di lavoro che non si attiva per garantire le ferie non può successivamente sottrarsi al pagamento della relativa indennità.

Chi deve provare che il lavoratore ha potuto godere delle ferie per negare l’indennità sostitutiva?
L’onere della prova grava sempre e solo sul datore di lavoro. Egli deve dimostrare di aver adempiuto al proprio obbligo di concedere le ferie, mettendo il lavoratore in condizione di fruirne.

Il lavoratore perde il diritto all’indennità se non richiede formalmente le ferie?
No. Secondo la Corte, il diritto all’indennità si perde solo se il datore di lavoro prova di aver invitato formalmente il lavoratore a godere delle ferie e di averlo avvisato che le avrebbe perse in caso di mancata fruizione, e che il lavoratore ha scientemente e deliberatamente scelto di non goderne.

Cosa deve fare in pratica il datore di lavoro per non essere tenuto a pagare l’indennità ferie non godute?
Deve provare di aver invitato il lavoratore a godere delle ferie in modo accurato e in tempo utile, e di averlo contemporaneamente avvisato che, in caso di mancata fruizione, tali ferie sarebbero andate perse al termine del periodo di riferimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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