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Indennità di disoccupazione: stop con i requisiti pensione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 11965/2024, ha stabilito che il diritto all’indennità di disoccupazione cessa nel momento in cui il lavoratore matura i requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata, a prescindere dalla presentazione della domanda. Di conseguenza, le somme percepite dopo tale data costituiscono un indebito e devono essere restituite all’ente previdenziale. La sentenza chiarisce che la scelta di posticipare la richiesta di pensionamento non consente di prolungare il godimento del sussidio di disoccupazione, poiché le due prestazioni sono incompatibili.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Indennità di disoccupazione: quando scatta lo stop automatico con i requisiti della pensione?

La Corte di Cassazione ha emesso una pronuncia cruciale in materia di indennità di disoccupazione, chiarendo un punto fondamentale sull’incompatibilità tra questo sussidio e la maturazione dei requisiti per la pensione. Con l’ordinanza n. 11965 del 3 maggio 2024, è stato stabilito che il diritto all’indennità cessa non al momento della richiesta o della percezione della pensione, ma già al momento del raggiungimento dei requisiti necessari per ottenerla. Vediamo i dettagli del caso e le implicazioni di questa decisione.

I fatti del caso

Un lavoratore, dopo aver perso il lavoro, aveva percepito l’indennità di disoccupazione ASpI per il periodo dal febbraio 2014 all’aprile 2015. L’ente previdenziale, tuttavia, aveva richiesto la restituzione di tali somme, sostenendo che il lavoratore avesse già maturato i requisiti per la pensione di anzianità sin dal maggio 2010 (57 anni di età e 35 di contributi).
Nei primi due gradi di giudizio, i tribunali avevano dato ragione al lavoratore, ritenendo che, non avendo egli ancora presentato domanda di pensione né raggiunto i requisiti per la pensione di vecchiaia, non fosse decaduto dal suo diritto all’indennità. L’ente previdenziale ha quindi proposto ricorso in Cassazione.

La decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’ente, ribaltando le decisioni precedenti. I giudici hanno affermato un principio netto: il diritto alla fruizione dell’indennità di disoccupazione si perde con il “raggiungimento dei requisiti per il pensionamento di vecchiaia o anticipato”.
Questo significa che il momento determinante non è la concreta percezione della pensione, che dipende da una domanda dell’interessato, ma l’oggettivo conseguimento delle condizioni (età e contributi) previste dalla legge per poter andare in pensione. La sentenza impugnata è stata quindi cassata e, decidendo nel merito, la domanda originaria del lavoratore è stata rigettata, confermando l’obbligo di restituzione delle somme percepite.

Analisi della normativa sull’indennità di disoccupazione

La Corte ha fondato la sua decisione su un’interpretazione letterale dell’articolo 2, comma 40, della legge n. 92 del 2012 (cd. Legge Fornero). Tale norma elenca chiaramente tra le cause di decadenza dall’indennità il “raggiungimento dei requisiti per il pensionamento”. Secondo la Cassazione, questa formulazione non lascia spazio a interpretazioni diverse: il legislatore ha voluto porre un limite temporale preciso, legato a un fatto oggettivo (la maturazione dei requisiti), per evitare la duplicazione di tutele.
L’inerzia del lavoratore nel presentare la domanda di pensione non può, quindi, diventare un mezzo per prolungare indebitamente la percezione di un sussidio pensato per chi è privo di altre fonti di reddito.

Indennità di disoccupazione e principio di indisponibilità dei diritti previdenziali

Un altro punto cardine della decisione riguarda la natura dei diritti previdenziali. Questi diritti sono indisponibili, cioè non possono essere oggetto di libera scelta o disposizione da parte del beneficiario. Permettere a un lavoratore di scegliere se percepire l’indennità di disoccupazione o la pensione, pur avendone già diritto, contrasterebbe con questo principio e con la ratio del sistema, che è quella di fornire un sostegno al bisogno e non di consentire la massimizzazione dei benefici.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte di Cassazione si basano su una rigorosa interpretazione della legge, volta a garantire la coerenza e la sostenibilità del sistema previdenziale. Il fine della normativa sull’indennità di disoccupazione è offrire una protezione in caso di perdita involontaria del lavoro, ma questa tutela viene meno quando subentra un’altra forma di sostegno prevista per l’età avanzata, ovvero la pensione. La legge stessa prevede un obbligo di restituzione delle somme percepite dopo il verificarsi dell’evento che causa la decadenza, confermando che il superamento dei requisiti pensionistici segna la fine del diritto al sussidio. L’interpretazione dei giudici di merito, che collegava la decadenza alla presentazione della domanda di pensione, è stata considerata errata perché creava un vuoto di tutela ingiustificato e rimetteva all’arbitrio del singolo la durata di un beneficio pubblico.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha stabilito che:
1. Il diritto all’indennità di disoccupazione (ASpI o NASpI) cessa automaticamente quando il lavoratore matura i requisiti anagrafici e contributivi per la pensione di vecchiaia o anticipata.
2. La presentazione della domanda di pensione è irrilevante ai fini della decadenza dal diritto al sussidio.
3. Le somme percepite come indennità di disoccupazione dopo aver maturato i requisiti per la pensione sono considerate un indebito previdenziale e devono essere restituite all’ente.
Questa ordinanza fornisce un chiarimento essenziale per i lavoratori e gli operatori del settore, ribadendo che le prestazioni di sostegno al reddito non possono essere cumulate o scelte discrezionalmente quando si acquisisce il diritto a una prestazione pensionistica definitiva.

Quando si perde il diritto all’indennità di disoccupazione?
Secondo la Corte di Cassazione, il diritto si perde nel momento oggettivo in cui si raggiungono i requisiti (anagrafici e contributivi) per il pensionamento di vecchiaia o anticipato, indipendentemente dalla data di presentazione della domanda di pensione.

Se maturo i requisiti per la pensione ma non presento la domanda, posso continuare a ricevere l’indennità di disoccupazione?
No. La Corte ha chiarito che l’inerzia o la scelta di ritardare la domanda di pensione non consente di prolungare il diritto all’indennità di disoccupazione, poiché le due prestazioni sono incompatibili dal momento in cui si matura il diritto alla pensione.

Le somme percepite come indennità di disoccupazione dopo aver maturato i requisiti per la pensione devono essere restituite?
Sì. La Corte ha stabilito che le somme erogate dopo la data di maturazione dei requisiti pensionistici costituiscono un “indebito previdenziale” e devono essere restituite all’ente erogatore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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