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Inadempimento appalto: come tutelarsi dai vizi

Un committente cita in giudizio un’impresa edile per grave inadempimento appalto, vizi e ritardi nei lavori di ristrutturazione. Il Tribunale di Torino accoglie le richieste, condannando l’impresa (rimasta contumace) al pagamento di una penale per il ritardo, al risarcimento dei danni per i difetti costruttivi, alla restituzione delle somme pagate in eccesso e alla consegna delle certificazioni di conformità.

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Inadempimento Appalto: Come Ottenere Tutela per Vizi e Ritardi

Quando si affida la ristrutturazione della propria casa a un’impresa, la speranza è che tutto proceda senza intoppi. Purtroppo, non è raro che si verifichino problemi come ritardi, lavori eseguiti male e difetti costruttivi. Una recente sentenza del Tribunale di Torino offre un quadro chiaro degli strumenti a disposizione del committente per tutelarsi in caso di inadempimento appalto. Il caso analizzato vede un proprietario di casa costretto a citare in giudizio l’impresa edile per gravi mancanze nell’esecuzione dei lavori, ottenendo pieno riconoscimento delle proprie ragioni.

I Fatti di Causa: una Ristrutturazione Problematica

Un privato cittadino aveva stipulato un contratto d’appalto con un’impresa individuale per una serie di lavori di ristrutturazione nel suo immobile. Il contratto prevedeva un termine preciso per la fine dei lavori, fissato per il 24 marzo 2023, e una penale di 100 euro per ogni giorno di ritardo.

Non solo l’impresa non ha rispettato la scadenza, ma i lavori eseguiti presentavano numerosi e gravi difetti, tra cui:
* Infiltrazioni d’acqua all’appartamento sottostante a causa di un impianto idraulico difettoso.
* Posa non a regola d’arte della pavimentazione.
* Errori nel montaggio di sanitari, box doccia e porte.
* Mancata coibentazione di una parete come da accordi.

A fronte di questi problemi, il committente ha dapprima contestato formalmente i vizi e il ritardo, per poi sospendere i pagamenti e avviare una causa legale. L’impresa, dal canto suo, non si è mai presentata in giudizio, rimanendo contumace.

La Decisione del Tribunale e l’Inadempimento dell’Appalto

Il Tribunale di Torino, dopo aver analizzato le prove documentali, ascoltato un testimone e, soprattutto, basandosi sulla perizia di un Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU), ha accolto quasi integralmente le domande del proprietario di casa.

L’Accertamento dei Vizi e dei Ritardi

Il giudice ha innanzitutto accertato il grave inadempimento appalto da parte dell’impresa. La perizia del CTU ha confermato l’esistenza di numerosi difetti e difformità rispetto a quanto pattuito e alle regole dell’arte. Anche il ritardo è stato provato: alla data del 27 luglio 2023, ben oltre la scadenza contrattuale, i lavori non erano ancora stati ultimati. Questo ha fatto scattare il diritto del committente a ottenere il pagamento della penale prevista dal contratto.

La Condanna al Pagamento della Penale e del Risarcimento

La sentenza ha quantificato le somme dovute dall’impresa inadempiente:
1. Penale per il ritardo: Calcolando 125 giorni di ritardo (dal 24.03.2023 al 27.07.2023), l’impresa è stata condannata a pagare 12.500,00 euro.
2. Riduzione del corrispettivo: Il CTU ha ricalcolato il valore corretto dei lavori eseguiti, riducendo l’importo totale a 29.790,00 euro. Poiché il committente aveva già pagato 35.122,23 euro, il Tribunale ha ordinato all’impresa di restituire la differenza di 5.332,32 euro.
3. Risarcimento danni: I costi necessari per eliminare i difetti e le difformità sono stati quantificati in 5.257,99 euro, importo che l’impresa è stata condannata a versare a titolo di risarcimento.
4. Consegna delle certificazioni: Il giudice ha ordinato all’impresa di consegnare le dichiarazioni di conformità dell’impianto idrico-sanitario, documento fondamentale per la regolarità dell’immobile.

Le Motivazioni della Sentenza

Il Tribunale ha basato la sua decisione su alcuni principi cardine del diritto dei contratti. In primo luogo, ha riconosciuto la legittimità della sospensione dei pagamenti da parte del committente (ai sensi dell’art. 1460 c.c.), poiché l’inadempimento dell’impresa era grave e conclamato. L’assenza dell’impresa dal processo (contumacia) non ha impedito al giudice di accertare i fatti sulla base delle prove fornite dal committente. La consulenza tecnica è stata fondamentale per quantificare oggettivamente sia il minor valore dell’opera eseguita male, sia i costi necessari per porre rimedio ai difetti. La testimonianza ha inoltre confermato lo stato di incompletezza dei lavori alla data della formale contestazione, legittimando l’applicazione della clausola penale per il ritardo.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce l’importanza di redigere contratti d’appalto chiari e completi, che includano termini di consegna precisi e clausole penali per i ritardi. Dimostra inoltre che il committente ha a disposizione strumenti efficaci per tutelarsi in caso di inadempimento, anche di fronte a un’impresa che si sottrae al confronto. L’azione legale, supportata da prove documentali e da una perizia tecnica, consente di ottenere non solo il risarcimento dei danni materiali, ma anche la restituzione di quanto pagato ingiustamente e l’applicazione delle penali pattuite, ristabilendo l’equilibrio contrattuale violato dall’appaltatore.

Quando è possibile smettere di pagare un’impresa edile se i lavori non procedono correttamente?
Secondo la sentenza, basata sull’art. 1460 del Codice Civile, è legittimo sospendere i pagamenti quando l’inadempimento dell’altra parte è grave. Nel caso specifico, i numerosi vizi, difformità e il significativo ritardo nell’esecuzione dei lavori hanno giustificato la decisione del committente di interrompere i pagamenti.

Cosa succede se l’impresa citata in giudizio non si presenta in tribunale?
Se una parte non si costituisce in giudizio viene dichiarata ‘contumace’. Questo non ferma il processo. Il giudice procede basandosi sulle prove presentate dalla parte presente. Come dimostra questo caso, la contumacia dell’impresa non le ha impedito di essere condannata, poiché le prove del committente (documenti, testimonianze e perizia tecnica) sono state ritenute sufficienti per accertare il suo inadempimento.

Come si calcola il risarcimento per vizi e ritardi in un contratto di appalto?
La sentenza mostra che il risarcimento può comporsi di più voci: 1) l’applicazione della ‘clausola penale’ prevista nel contratto per il ritardo, calcolata moltiplicando l’importo giornaliero per i giorni di ritardo accertati; 2) la ‘riduzione del corrispettivo’, che consiste nel ricalcolare il giusto prezzo dei lavori al netto dei difetti, con conseguente restituzione di quanto pagato in più; 3) il ‘risarcimento del danno’, pari ai costi necessari per eliminare i vizi e ripristinare l’opera a regola d’arte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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