LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisdizione danno ambientale: la parola alla Cassazione

Un’associazione sportiva ha citato in giudizio due società industriali per i danni derivanti da inquinamento. Le società hanno sollevato una questione di difetto di giurisdizione, sostenendo la competenza esclusiva dell’autorità amministrativa. La Corte di Cassazione, pur dichiarando inammissibile il ricorso per un vizio di procura, ha statuito sulla questione, affermando la giurisdizione del giudice ordinario. La Corte ha stabilito che le domande di risarcimento e di inibitoria a tutela di diritti soggettivi come proprietà e salute rientrano nella competenza del giudice ordinario, anche in presenza di procedimenti amministrativi di bonifica in corso, poiché questi ultimi non escludono ma si aggiungono alla tutela privatistica.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Giurisdizione Danno Ambientale: il Giudice Ordinario è Competente per la Tutela dei Privati

In un’importante ordinanza, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno riaffermato un principio cruciale in materia di giurisdizione danno ambientale: la competenza del giudice ordinario a decidere sulle domande di risarcimento e di cessazione dell’illecito promosse da un privato contro un altro. Questa decisione chiarisce che l’esistenza di procedimenti amministrativi per la bonifica dei siti inquinati non sottrae ai cittadini la possibilità di tutelare i propri diritti soggettivi, come la proprietà e la salute, davanti al tribunale civile.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dall’azione legale intrapresa da un’associazione sportiva dilettantistica contro due società operanti nel settore della raffinazione petrolifera. L’associazione lamentava che le attività industriali delle convenute avevano causato la contaminazione del proprio terreno e delle aree utilizzate per le attività sportive, a causa della migrazione di idrocarburi inquinanti. Di conseguenza, l’associazione ha chiesto al Tribunale di condannare le società a eseguire le opere di bonifica necessarie, a cessare le immissioni inquinanti e a risarcire tutti i danni subiti, inclusi quelli alla proprietà, all’attività sportiva, all’immagine e alla salute.

Le società convenute si sono difese eccependo, in via preliminare, il difetto assoluto di giurisdizione del giudice ordinario. A loro avviso, la materia della bonifica e del ripristino ambientale sarebbe di competenza esclusiva dell’autorità amministrativa, sulla base della normativa di settore (D.Lgs. 152/2006). Hanno quindi proposto un regolamento preventivo di giurisdizione dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Questione sulla Giurisdizione per Danno Ambientale

Il cuore della controversia verteva sulla delimitazione dei poteri tra giudice ordinario e pubblica amministrazione in caso di inquinamento. Le società ricorrenti sostenevano che un eventuale ordine del giudice civile di eseguire opere di bonifica si sarebbe sovrapposto indebitamente alle decisioni discrezionali dell’autorità amministrativa, unica competente a gestire i complessi procedimenti di ripristino ambientale.

La Corte di Cassazione, pur dichiarando inammissibile il ricorso per un vizio formale (la procura conferita ai difensori non era speciale, come richiesto dalla legge per questo tipo di procedimento), ha deciso di pronunciarsi ugualmente sulla questione di giurisdizione, in quanto la stessa associazione sportiva, nel suo controricorso, ne aveva sollecitato la risoluzione.

le motivazioni

Le Sezioni Unite hanno chiarito che la giurisdizione si determina in base all’oggetto della domanda (petitum sostanziale). Nel caso di specie, l’azione promossa dall’associazione sportiva era finalizzata a tutelare diritti soggettivi ben precisi: il diritto di proprietà, il diritto d’impresa e il diritto alla salute, lesi dalle immissioni inquinanti. Si trattava, quindi, di una controversia tra privati, avente ad oggetto pretese inibitorie e risarcitorie, che rientra a pieno titolo nella giurisdizione del giudice ordinario.

La Corte ha specificato che il cosiddetto difetto assoluto di giurisdizione si configura solo quando una domanda non è conoscibile da alcun giudice, perché invade la sfera di altri poteri dello Stato. Questo non è il caso delle azioni a tutela di diritti soggettivi, espressamente riconosciute e protette dall’ordinamento, come quella basata sull’art. 844 del codice civile contro le immissioni intollerabili.

Il fatto che la legge preveda anche un intervento della pubblica amministrazione per la gestione del danno ambientale non elimina, ma anzi rafforza la tutela. Si tratta di due binari di protezione paralleli e non alternativi: uno, di natura pubblicistica, volto a proteggere l’ambiente come bene collettivo; l’altro, di natura privatistica, volto a proteggere i diritti individuali dei singoli danneggiati. La giurisdizione del giudice amministrativo è esclusiva per le controversie relative all’impugnazione di provvedimenti amministrativi in materia ambientale, ma, come precisa lo stesso D.Lgs. 152/2006 (art. 313), resta ferma la giurisdizione del giudice ordinario per le cause risarcitorie promosse da chi ha subito un pregiudizio alla salute o alla proprietà.

le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha dichiarato che la controversia in esame rientra nella giurisdizione del giudice ordinario. Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale: un cittadino o un’impresa che subisce un danno diretto da un’attività inquinante di un altro privato può sempre rivolgersi al tribunale civile per ottenere la cessazione dell’attività lesiva e il risarcimento dei danni. L’esistenza di un procedimento amministrativo di bonifica, pur rilevante, non priva il giudice ordinario del potere di tutelare i diritti soggettivi lesi, garantendo così una protezione completa ed efficace per le vittime dell’inquinamento.

A quale giudice deve rivolgersi un privato che subisce un danno da inquinamento causato da un’altra azienda privata?
Deve rivolgersi al giudice ordinario. La Corte di Cassazione ha stabilito che le domande per risarcimento danni e per la cessazione delle immissioni a tutela di diritti soggettivi (come proprietà e salute) rientrano nella sua giurisdizione.

La presenza di un procedimento di bonifica da parte della Pubblica Amministrazione esclude la competenza del giudice ordinario?
No. L’intervento dell’autorità amministrativa per il ripristino ambientale è una forma di tutela aggiuntiva per l’interesse collettivo, ma non esclude né sostituisce la giurisdizione del giudice ordinario per proteggere i diritti dei singoli individui danneggiati.

Può un giudice ordinario ordinare a un’azienda di eseguire opere di bonifica?
Sì. Quando l’azione è basata sulla violazione di diritti soggettivi, come nel caso di immissioni inquinanti intollerabili ai sensi dell’art. 844 c.c., il giudice ordinario può condannare il responsabile a eseguire le opere idonee a eliminare la causa del danno, incluse quelle di bonifica, e a risarcire i danni provocati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati