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Giurisdizione contrattuale: il luogo dei servizi

Una risparmiatrice italiana ha citato in giudizio un promotore finanziario residente in Svizzera per presunti illeciti nella gestione di investimenti. I tribunali di merito avevano negato la giurisdizione italiana, qualificando la controversia come extra-contrattuale. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando la giurisdizione contrattuale del giudice italiano. Il principio chiave è che, ai fini della giurisdizione, si deve guardare alla domanda dell’attore (petitum sostanziale), che delineava un rapporto di consulenza finanziaria. Poiché tale servizio si svolgeva in Italia, la competenza è del tribunale italiano, secondo la Convenzione di Lugano.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giurisdizione Contrattuale nei Servizi Finanziari: Decide il Luogo della Prestazione

In un mondo sempre più globalizzato, le controversie legali transfrontaliere sono all’ordine del giorno. Una delle questioni preliminari più delicate è stabilire quale giudice abbia il potere di decidere: quello italiano o quello di un altro Stato? Una recente ordinanza delle Sezioni Unite della Cassazione fa luce su questo punto, chiarendo i criteri per determinare la giurisdizione contrattuale in materia di servizi di investimento, offrendo una tutela rafforzata al risparmiatore.

I Fatti del Caso: Un Investimento Transfrontaliero Controverso

Una cittadina italiana, insieme al coniuge, aveva affidato ingenti somme di denaro a un promotore finanziario per la sottoscrizione di polizze e prodotti finanziari. Il promotore, residente in Svizzera, avrebbe proposto gli investimenti e gestito le operazioni, che si sono poi rivelate dannose, causando perdite patrimoniali significative. Le interazioni iniziali, inclusa la consegna del denaro, erano avvenute presso il domicilio degli investitori in Italia. Di fronte al danno subito, la risparmiatrice ha avviato un’azione legale per ottenere il risarcimento, sostenendo la responsabilità del promotore per violazione di obblighi informativi e di diligenza.

Il Percorso Giudiziario: La Questione della Giurisdizione

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano declinato la giurisdizione del giudice italiano. Secondo i giudici di merito, la domanda aveva natura extra-contrattuale (cioè basata su un fatto illecito) poiché le attrici non avevano fornito prova sufficiente dell’esistenza di un vero e proprio contratto di consulenza. Di conseguenza, applicando i criteri per l’illecito, avevano individuato la giurisdizione in Svizzera, luogo in cui le polizze erano state formalmente gestite e dove si era verificata la condotta pregiudizievole.

La Svolta della Cassazione sulla Giurisdizione Contrattuale

Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno completamente ribaltato questa impostazione, accogliendo il ricorso della risparmiatrice. La Corte ha stabilito un principio fondamentale: per determinare la giurisdizione, il giudice non deve basarsi sulla prova della pretesa, ma sulla prospettazione della domanda. In altre parole, deve valutare come la parte attrice ha impostato la causa e quale rapporto giuridico ha descritto.

Nel caso specifico, le attrici avevano delineato un vero e proprio rapporto di consulenza finanziaria, un’attività professionale continuativa prestata dal promotore in loro favore. Questo rapporto, per sua natura, è di tipo contrattuale. Pertanto, la controversia ricade nell’ambito della giurisdizione contrattuale.

L’Applicazione della Convenzione di Lugano

Una volta qualificata la materia come contrattuale, la Corte ha applicato la Convenzione di Lugano del 2007, che regola i rapporti giurisdizionali tra l’UE e la Svizzera. L’articolo 5, paragrafo 1, lettera b) di tale Convenzione stabilisce che, in materia di prestazione di servizi, il foro competente è quello del luogo in cui i servizi sono stati o avrebbero dovuto essere prestati. Poiché i servizi di consulenza e assistenza finanziaria erano stati forniti al domicilio del cliente in Italia, è il giudice italiano ad avere la giurisdizione per decidere la controversia.

Le Motivazioni: Petitum Sostanziale vs. Prova del Merito

La motivazione centrale della Suprema Corte si fonda sulla distinzione cruciale tra la questione della giurisdizione e quella del merito della causa. La decisione sulla giurisdizione deve basarsi sul cosiddetto petitum sostanziale, ovvero sull’oggetto reale della domanda così come configurato dall’attore. Il giudice della giurisdizione non deve anticipare il giudizio di merito, verificando se le prove a sostegno della domanda siano sufficienti o meno. Confondere questi due piani, come avevano fatto i giudici di merito, costituisce un errore di diritto. La Cassazione ha chiarito che l’esistenza e la validità del contratto sono questioni che attengono al merito e che saranno decise dal giudice competente, una volta che la sua giurisdizione sia stata affermata sulla base della domanda.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Risparmiatori e Intermediari

Questa ordinanza rafforza la tutela dei risparmiatori italiani che si avvalgono di consulenti o intermediari residenti all’estero. Stabilisce che, se il servizio di consulenza viene di fatto prestato in Italia, il risparmiatore avrà il diritto di agire davanti ai tribunali italiani, che sono naturalmente più accessibili. Per gli intermediari, ciò significa che la localizzazione fisica della loro attività di consulenza è determinante per individuare il foro competente, indipendentemente da dove siano formalmente domiciliati o da dove vengano gestiti i prodotti finanziari. La decisione riafferma un principio di prossimità, legando la giurisdizione al luogo in cui si concretizza il rapporto di fiducia tra cliente e consulente.

Come si determina la giurisdizione in una controversia su servizi finanziari tra un residente italiano e un consulente svizzero?
La giurisdizione si determina in base alla natura del rapporto. Se la domanda del cliente delinea un servizio di consulenza finanziaria, si applica la regola della giurisdizione contrattuale prevista dalla Convenzione di Lugano 2007. La competenza è del giudice del luogo in cui i servizi sono stati o avrebbero dovuto essere prestati, che nel caso di specie è l’Italia.

Per decidere sulla giurisdizione, il giudice deve verificare la prova dell’esistenza di un contratto?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il giudice competente a decidere sulla giurisdizione deve basarsi sulla domanda così come prospettata dall’attore (il cosiddetto ‘petitum sostanziale’), senza entrare nel merito di accertare se le prove a sostegno del contratto siano sufficienti. La valutazione delle prove è una questione che riguarda la fase successiva del giudizio di merito.

Quale norma internazionale regola la giurisdizione in materia contrattuale tra Italia e Svizzera?
La materia è regolata dalla Convenzione di Lugano del 30 ottobre 2007. In particolare, l’articolo 5, paragrafo 1, lettera b), stabilisce che per la prestazione di servizi, una persona può essere convenuta davanti al giudice del luogo in cui, secondo il contratto, i servizi sono stati o avrebbero dovuto essere prestati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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