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Estratti conto incompleti: la Cassazione decide

Una società ha citato in giudizio un istituto bancario per addebiti illegittimi, ma ha fornito estratti conto incompleti. Mentre i tribunali di primo e secondo grado hanno respinto la domanda per mancanza di prove, la Corte di Cassazione ha annullato la decisione. In caso di estratti conto incompleti per periodi intermedi, il giudice non può respingere automaticamente la domanda ma deve applicare specifici criteri, come l’azzeramento del saldo per i periodi non documentati, rinviando il caso alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 2 dicembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Estratti Conto Incompleti: La Cassazione Stabilisce le Regole per il Ricalcolo

Affrontare una causa contro un istituto bancario per addebiti illegittimi, come interessi anatocistici o commissioni non dovute, è un percorso complesso. Uno degli ostacoli più comuni per il correntista è la difficoltà di reperire la documentazione completa del rapporto, specialmente se questo è durato molti anni. La questione degli estratti conto incompleti è centrale in molti contenziosi e una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti fondamentali su come il giudice debba gestire questa carenza probatoria.

I Fatti del Caso: La Controversia tra Correntista e Istituto Bancario

Una società citava in giudizio un istituto di credito, sostenendo di aver subito l’applicazione di interessi anatocistici, tassi usurari e altre spese non pattuite su un conto corrente attivo dal 1990. La società chiedeva la restituzione di oltre 21.000 euro, considerati indebitamente percepiti dalla banca. Tuttavia, a sostegno della propria domanda, la società non era riuscita a produrre la totalità degli estratti conto relativi all’intero periodo del rapporto, ma solo una serie discontinua di documenti.

La Decisione dei Giudici di Merito e il Problema degli Estratti Conto Incompleti

Sia il Tribunale in primo grado sia la Corte d’Appello avevano respinto la domanda del correntista. La motivazione era netta: la mancanza di una documentazione completa impediva di provare i fatti costitutivi della pretesa. In sostanza, secondo i giudici di merito, l’onere della prova ricadeva interamente sulla società attrice e la produzione di estratti conto incompleti non era sufficiente a dimostrare l’illegittimità degli addebiti. Di conseguenza, anche la consulenza tecnica d’ufficio (c.t.u.), che si basava su integrazioni matematiche per colmare le lacune documentali, era stata ritenuta inattendibile.

Il Principio della Cassazione sulla Gestione degli Estratti Conto Incompleti

La Corte di Cassazione, investita della questione, ha ribaltato la prospettiva. Accogliendo uno dei motivi di ricorso, ha chiarito che il giudice non può limitarsi a respingere la domanda solo perché la documentazione è parziale, specialmente quando le lacune riguardano periodi intermedi del rapporto.

La Suprema Corte ha richiamato un suo precedente orientamento (sent. n. 1763/24) che stabilisce un principio di gestione della prova in queste situazioni. Il giudice, pur rimanendo il dominus dell’accertamento, deve applicare criteri specifici per la rideterminazione del saldo.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha stabilito che, in presenza di documentazione lacunosa, il giudice deve adottare un approccio più articolato. Se mancano gli estratti conto iniziali, si può partire da un saldo zero sul primo estratto conto disponibile. Se, invece, mancano documenti relativi a periodi intermedi, il saldo relativo a quei periodi può essere azzerato. Questo significa che, per i trimestri non documentati, la banca non può pretendere alcun importo e, simmetricamente, il correntista non può recuperare nulla. Questo meccanismo, definito di ‘acquisizione processuale’, impedisce che una delle parti sia eccessivamente penalizzata dalla carenza documentale e previene il rischio di due saldi finali divergenti. La Corte d’Appello, rigettando la domanda senza applicare questo principio o senza motivare dettagliatamente l’insufficienza della documentazione residua, ha commesso un errore di diritto.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche. Essa fornisce uno strumento concreto per superare l’impasse probatorio causato dagli estratti conto incompleti. Non è più sufficiente per il giudice respingere la domanda in automatico; è necessario un esame approfondito della documentazione disponibile e l’applicazione di criteri di ricalcolo equi. Questa ordinanza rafforza la tutela del correntista, che spesso non è in possesso di un archivio ventennale, e obbliga i tribunali a una valutazione più analitica del caso. La causa è stata quindi rinviata alla Corte d’Appello, che dovrà riesaminare la vicenda attenendosi a questo fondamentale principio di diritto.

Se mancano alcuni estratti conto, posso comunque fare causa alla banca per addebiti illegittimi?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la mancanza di alcuni estratti conto, specialmente se relativi a periodi intermedi, non comporta automaticamente il rigetto della domanda. Il giudice deve applicare specifici principi per ricalcolare il saldo.

Cosa succede se gli estratti conto mancanti riguardano l’inizio del rapporto bancario?
In assenza di documentazione iniziale, il calcolo per la rideterminazione del saldo può partire dal saldo del primo estratto conto disponibile, potenzialmente azzerando il saldo di partenza se non diversamente provato.

Come viene ricalcolato il saldo se mancano estratti conto per periodi intermedi?
Per i periodi intermedi non documentati, si applica un meccanismo di azzeramento del saldo. Ciò significa che per quei periodi la banca non ottiene nulla e il correntista non recupera nulla, prevenendo così un calcolo squilibrato a favore di una delle due parti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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