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Estinzione del giudizio: la rinuncia in Cassazione

Una complessa controversia commerciale tra una società di logistica e un gestore aeroportuale, giunta fino alla Corte di Cassazione, si è conclusa inaspettatamente. Le parti hanno presentato una rinuncia reciproca ai rispettivi ricorsi. La Suprema Corte, prendendo atto dell’accordo, ha dichiarato l’estinzione del giudizio, ponendo fine al contenzioso senza una decisione nel merito e compensando le spese legali tra le parti.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Estinzione del Giudizio: Quando le Parti Decidono di Fermarsi in Cassazione

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come un complesso contenzioso possa concludersi non con una sentenza che stabilisce chi ha torto o ragione, ma attraverso un atto di volontà delle parti stesse. L’estinzione del giudizio per rinuncia reciproca ai ricorsi rappresenta uno strumento procedurale che sottolinea l’autonomia delle parti nel porre fine a una lite, anche quando questa è giunta al massimo grado di giurisdizione.

I Fatti del Caso: Una Disputa su Tariffe Aeroportuali

La vicenda trae origine da una controversia tra una società di logistica e una società di gestione aeroportuale. La prima, in qualità di subconcessionaria di alcuni locali all’interno di un importante aeroporto nazionale, aveva contestato la legittimità delle tariffe contrattuali applicate dalla seconda.

In primo grado, il tribunale aveva dato ragione alla società di logistica, dichiarando il suo diritto all’applicazione di una tariffa inferiore e condannando il gestore aeroportuale alla restituzione di somme significative percepite indebitamente. Successivamente, la Corte d’Appello aveva parzialmente riformato questa decisione, accogliendo in parte le ragioni della società di gestione.

Insoddisfatte dell’esito del secondo grado, entrambe le parti avevano deciso di portare la questione dinanzi alla Corte di Cassazione: la società di logistica con un ricorso principale e la società aeroportuale con un controricorso e ricorso incidentale.

La Svolta: La Rinuncia Reciproca che Porta all’Estinzione del Giudizio

Quando tutto sembrava pronto per la decisione finale della Suprema Corte, è intervenuto un colpo di scena. Con un atto depositato congiuntamente in cancelleria, sottoscritto digitalmente sia dalle parti che dai loro legali, entrambe hanno dichiarato di rinunciare reciprocamente ai rispettivi ricorsi.

Questo atto congiunto non solo manifestava la volontà di non proseguire oltre con la causa, ma conteneva anche un accordo sulla gestione delle spese legali, prevedendone l’integrale compensazione. In pratica, le parti hanno deciso di porre fine alla battaglia legale, accordandosi affinché ciascuna sostenesse i propri costi.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione, di fronte a questa chiara e concorde manifestazione di volontà, non ha potuto far altro che prenderne atto e agire di conseguenza. La motivazione della sua decisione è prettamente procedurale e si fonda sull’applicazione degli articoli 390 e 391 del Codice di Procedura Civile.

L’articolo 391 c.p.c. stabilisce che, in caso di rinuncia, il giudice dichiara l’estinzione del processo. La Corte non entra nel merito della controversia (le tariffe aeroportuali), poiché la volontà delle parti di porre fine alla lite prevale sulla necessità di una pronuncia giurisdizionale. La decisione di estinguere il procedimento è, quindi, un atto dovuto che ratifica l’accordo raggiunto tra i contendenti.

Conclusioni: L’Autonomia delle Parti come Chiave di Volta

Questo caso dimostra come il processo civile, anche ai suoi massimi livelli, non sia un percorso rigido e ineluttabile verso una sentenza. L’autonomia delle parti rimane un principio fondamentale che consente loro di controllare il destino della lite. La rinuncia al ricorso, specialmente se reciproca e accompagnata da un accordo sulle spese, rappresenta uno strumento efficace per concludere un contenzioso che potrebbe essere diventato troppo oneroso, lungo o semplicemente non più strategico. L’estinzione del giudizio sancisce formalmente questa scelta, chiudendo definitivamente il sipario sulla controversia.

Cosa significa ‘estinzione del giudizio’ in Cassazione?
Significa che il processo si chiude definitivamente senza che la Corte emetta una decisione sul merito della questione. Questo avviene perché si è verificato un evento, come la rinuncia delle parti, che fa venir meno l’interesse a proseguire la causa.

Perché la Corte ha dichiarato l’estinzione invece di decidere il caso?
La Corte ha dichiarato l’estinzione perché entrambe le parti hanno depositato un atto formale in cui rinunciavano reciprocamente ai loro ricorsi. Secondo l’articolo 391 del Codice di Procedura Civile, di fronte a una rinuncia accettata, il giudice deve dichiarare l’estinzione del processo.

Cosa è stato deciso riguardo alle spese legali?
Le parti, nel loro atto di rinuncia reciproca, hanno anche concordato di compensare integralmente le spese legali. Ciò significa che ogni parte ha sostenuto i costi dei propri avvocati e non vi è stata alcuna condanna al pagamento delle spese della controparte. La Corte ha ratificato questo accordo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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