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Equa riparazione: notifica o opposizione? La Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 20633/2024, ha chiarito un punto cruciale in materia di equa riparazione per irragionevole durata del processo (Legge Pinto). Se un cittadino ottiene un indennizzo inferiore a quello richiesto, si trova di fronte a una scelta: notificare il decreto per renderlo esecutivo, accettando così la somma, oppure fare opposizione per ottenere un importo maggiore. La Corte ha stabilito che queste due vie si escludono a vicenda. La notifica del decreto per l’esecuzione preclude la successiva proposizione dell’opposizione, rendendola improponibile, anche se presentata entro i termini di legge. La scelta di notificare equivale a un’acquiescenza alla decisione, consumando il diritto a impugnarla.

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Pubblicato il 7 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Equa Riparazione: la Scelta tra Notifica e Opposizione è Irreversibile

Quando un processo dura troppo a lungo, i cittadini hanno diritto a un’equa riparazione per i danni subiti. Tuttavia, il percorso per ottenere questo indennizzo presenta delle biforcazioni procedurali decisive. Con la recente ordinanza n. 20633/2024, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: una volta intrapresa una strada, non si può tornare indietro. La scelta tra notificare il decreto di condanna per ottenerne il pagamento e opporsi per chiedere una somma maggiore è netta e definitiva. Analizziamo questa importante pronuncia.

Il Caso: Una Scelta Procedurale Cruciale

Un gruppo di cittadini aveva ottenuto un decreto che riconosceva loro un indennizzo per l’eccessiva durata di una causa civile. L’importo, però, era inferiore a quello che avevano richiesto. A questo punto, si trovavano di fronte a un bivio previsto dalla Legge Pinto (L. 89/2001):
1. Accettare la somma liquidata: Notificare il decreto e il ricorso al Ministero della Giustizia per renderlo esecutivo e ottenere il pagamento.
2. Contestare la somma: Proporre opposizione dinanzi alla Corte d’Appello per chiedere un indennizzo più elevato.

I ricorrenti, in questo caso, hanno compiuto entrambe le azioni: prima hanno notificato il decreto al Ministero e, il giorno successivo, hanno depositato il ricorso in opposizione. La Corte d’Appello aveva ritenuto valida l’opposizione, interpretando la sua proposizione entro i termini come una chiara volontà di non accettare la somma inferiore. Il Ministero della Giustizia ha però impugnato questa decisione, portando la questione dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Cassazione sull’Equa Riparazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Ministero, ribaltando la decisione della Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno affermato in modo inequivocabile che i due rimedi – la notifica per l’esecuzione e l’opposizione – sono tra loro alternativi e si escludono a vicenda.

La notifica del decreto, finalizzata a ottenere il pagamento, costituisce un atto di acquiescenza alla decisione. Scegliendo questa via, la parte accetta implicitamente l’importo liquidato e consuma il proprio potere di impugnazione. Di conseguenza, l’opposizione presentata successivamente diventa improponibile, a prescindere dal fatto che sia stata depositata entro il termine di legge.

Le Motivazioni della Sentenza

Il fondamento giuridico della decisione risiede nel principio latino “electa una via, non datur recursus ad alteram” (scelta una via, non si può ricorrere a un’altra), che trova applicazione nell’art. 5-ter della Legge 89/2001. La norma delinea un sistema in cui il legislatore ha volutamente predisposto due percorsi distinti e non concorrenti.

La notifica del decreto per l’esecuzione e l’opposizione sono strumenti processuali con finalità opposte:
* La notifica mira a consolidare gli effetti del decreto e a ottenere il pagamento, presupponendo l’accettazione della decisione.
* L’opposizione mira a rimettere in discussione la decisione per ottenere un risultato diverso e più favorevole.

La Corte ha specificato che la legge non prevede alcuna forma di ‘revoca’ della scelta fatta. Una volta notificata la richiesta di pagamento, l’effetto preclusivo scatta immediatamente e per legge. Non è possibile ‘tornare sui propri passi’ e tentare la via dell’opposizione. L’acquiescenza al parziale riconoscimento del diritto è un effetto giuridico automatico della notifica, che rende inammissibile qualsiasi tentativo successivo di contestazione.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza della Cassazione offre un monito chiaro per chiunque si trovi a gestire un procedimento per equa riparazione. La decisione su come procedere dopo aver ricevuto un decreto parzialmente favorevole deve essere ponderata attentamente, poiché è irreversibile. È essenziale che il cittadino, assistito dal proprio legale, valuti preventivamente se la somma liquidata sia soddisfacente o se valga la pena intraprendere la via, più incerta, dell’opposizione.

In sintesi:
1. Se si notifica il decreto per il pagamento, si perde il diritto di fare opposizione.
2. Se si intende contestare l’importo, si deve procedere direttamente con l’opposizione, senza compiere atti che possano essere interpretati come accettazione della decisione.

La chiarezza della Corte su questo punto serve a garantire la certezza del diritto e a evitare abusi processuali, obbligando le parti a una scelta consapevole e definitiva fin dall’inizio.

Dopo aver ottenuto un decreto per equa riparazione di importo inferiore a quello richiesto, posso notificarlo per l’esecuzione e poi fare opposizione per chiedere di più?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la notifica del decreto finalizzata al pagamento costituisce un’accettazione della decisione e preclude la possibilità di proporre successivamente un’opposizione, rendendola improponibile.

Cosa significa il principio “electa una via, non datur recursus ad alteram” nel contesto della legge sull’equa riparazione?
Significa che la legge offre due rimedi alternativi e reciprocamente escludenti: o si accetta la somma liquidata notificando il decreto per il pagamento (acquiescenza), o si contesta la somma tramite opposizione. La scelta di una via impedisce di percorrere l’altra.

Qual è l’effetto immediato della notifica del decreto di equa riparazione al Ministero?
L’effetto immediato è quello di produrre l’improponibilità di una successiva opposizione. Questo effetto è previsto dalla legge, scatta automaticamente e determina l’acquiescenza alla decisione per la parte non accolta della domanda, consumando definitivamente il diritto di impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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