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Distrazione spese Stato: la Cassazione corregge

La Corte di Cassazione interviene per correggere un proprio errore materiale in un’ordinanza. La Corte aveva omesso di specificare la distrazione spese Stato a favore di una parte ammessa al patrocinio gratuito. Con questa ordinanza, si ribadisce il potere della Corte di correggere d’ufficio i propri provvedimenti per garantire la coerenza tra la volontà espressa e quella reale, anche in presenza di vizi procedurali nell’istanza di correzione.

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Distrazione Spese Stato: La Cassazione Corregge d’Ufficio un Errore Materiale

L’ordinanza in commento offre un’importante lezione sul rigore procedurale e sul potere del giudice di rimediare ai propri errori. La Corte di Cassazione si è pronunciata sulla necessità di correggere una sua precedente decisione che aveva omesso una clausola fondamentale: la distrazione spese Stato. Questo meccanismo è cruciale quando la parte vittoriosa è ammessa al patrocinio a spese dello Stato, comunemente noto come gratuito patrocinio. Il caso evidenzia come la Corte possa intervenire d’ufficio per sanare tali mancanze, garantendo la corretta applicazione della legge.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un ricorso per cassazione dichiarato inammissibile. La parte soccombente, un imprenditore individuale, era stata condannata a rimborsare le spese legali al curatore del proprio fallimento. Il curatore, tuttavia, era stato ammesso al patrocinio a spese dello Stato.

Nonostante ciò, l’ordinanza della Cassazione che definiva il giudizio aveva omesso di specificare che il pagamento delle spese dovesse avvenire “con distrazione in favore dello Stato”, come previsto dall’art. 133 del d.P.R. n. 115/2002. Tale omissione costituiva un errore materiale, poiché la legge impone che, in questi casi, le somme non vadano alla parte o al suo avvocato, ma direttamente nelle casse statali.

L’Iter della Correzione e il Potere d’Ufficio della Corte

Il difensore del curatore ha inizialmente presentato un’istanza per la correzione dell’errore. Successivamente, in un percorso processuale complesso, ha prima rinunciato all’istanza e poi l’ha riproposta.

Di fronte a questo iter, la Corte di Cassazione, richiamando un autorevole precedente delle Sezioni Unite (sent. n. 4353/2023), ha deciso di procedere alla correzione ex officio, ovvero di propria iniziativa. Questo principio stabilisce che l’inammissibilità o l’improcedibilità di un’istanza di correzione non impedisce alla Corte di emendare le proprie statuizioni. Prevale, infatti, l’esigenza superiore di rimediare all’incoerenza tra la volontà giurisdizionale effettiva e la sua manifestazione formale nel provvedimento scritto. L’importante è che sia stato garantito il contraddittorio tra le parti, come avvenuto nel caso di specie.

La Necessità della Distrazione Spese Stato

Il cuore della questione risiede nell’obbligatorietà della distrazione spese Stato. Quando una parte ammessa al gratuito patrocinio risulta vittoriosa, lo Stato, che ha anticipato i costi della difesa, ha il diritto di recuperare tali somme dalla parte soccombente. L’omessa indicazione di tale clausola nel dispositivo della sentenza è un errore che impedisce allo Stato di esercitare questo suo diritto. La Cassazione ha ribadito che questa dimenticanza non è un errore di giudizio, ma un mero errore materiale, sanabile con l’apposita procedura di correzione.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha motivato la sua decisione sulla base di principi chiari e consolidati. In primo luogo, ha accertato che l’omissione della formula “con distrazione delle spese in favore dello Stato ex art. 133 d.P.R. n. 115/2002” costituiva un palese errore materiale. La legge, infatti, dispone che “il provvedimento che pone a carico della parte soccombente non ammessa al patrocinio la rifusione delle spese processuali a favore della parte ammessa dispone che il pagamento sia eseguito a favore dello Stato”.

Richiamando la giurisprudenza delle Sezioni Unite (sent. n. 31033/2019), la Corte ha confermato che il rimedio per un’omessa pronuncia sull’istanza di distrazione delle spese è proprio il procedimento di correzione degli errori materiali. Tale procedura non richiede un nuovo giudizio sul merito, ma serve solo a rettificare il testo del provvedimento per renderlo conforme alla corretta applicazione della norma.

Infine, la Corte ha precisato che il procedimento di correzione non comporta una nuova pronuncia sulle spese processuali relative alla correzione stessa e non è soggetto al pagamento del contributo unificato.

Le Conclusioni

L’ordinanza rafforza due principi fondamentali della procedura civile. In primo luogo, sancisce l’inderogabilità della distrazione spese Stato nei casi in cui la parte vittoriosa sia assistita dal gratuito patrocinio, a tutela delle finanze pubbliche. In secondo luogo, conferma l’ampio potere del giudice, e in particolare della Corte di Cassazione, di correggere d’ufficio i propri errori materiali. Questa facoltà è essenziale per assicurare che le decisioni giudiziarie non solo siano giuste nella sostanza, ma anche formalmente corrette e immediatamente eseguibili, garantendo così la coerenza e l’efficacia del sistema giudiziario.

Cosa accade se un giudice dimentica di ordinare la distrazione delle spese a favore dello Stato per una parte con gratuito patrocinio?
L’omissione viene considerata un errore materiale. Il provvedimento può essere corretto attraverso un’apposita procedura per aggiungere la clausola che dispone il pagamento diretto a favore dello Stato, come previsto dalla legge.

La Corte di Cassazione può correggere un proprio errore anche se la parte interessata rinuncia alla richiesta di correzione?
Sì. Secondo la giurisprudenza citata nel provvedimento, la Corte può procedere alla correzione d’ufficio (di propria iniziativa) per rimediare a un’incoerenza tra la sua volontà e quanto scritto nel provvedimento, a condizione che sia stato rispettato il contraddittorio tra le parti.

Chi riceve il pagamento delle spese legali quando la parte vincitrice è ammessa al patrocinio a spese dello Stato?
Il pagamento deve essere eseguito direttamente a favore dello Stato. Il provvedimento del giudice deve contenere l’esplicita dicitura “con distrazione delle spese in favore dello Stato” per garantire che le somme recuperate dalla parte soccombente rientrino nelle casse statali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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