La Corte di Cassazione ha confermato la sanzione disciplinare a un dipendente pubblico che, agendo come socio accomandante di una S.a.s., aveva di fatto assunto un ruolo gestorio, diventando un "accomandatario occulto". Tramite procure speciali, aveva ceduto crediti della società per finanziare interessi personali, in palese conflitto con gli scopi sociali e con i suoi doveri di pubblico impiegato. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che l'ampiezza dei poteri esercitati, e non la forma della procura, determina la violazione del divieto di immistione nella gestione.
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