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Diritto Immobiliare

Nullità delibera condominiale: quando farla valere
Un condomino si opponeva a un decreto ingiuntivo per spese straordinarie, sostenendo la nullità della delibera assembleare. La Corte di Cassazione ha stabilito che il giudice dell'opposizione può e deve valutare la nullità della delibera, soprattutto se i lavori approvati mettono a rischio la sicurezza delle parti comuni. La Corte ha cassato la sentenza d'appello, che aveva erroneamente distinto tra annullabilità e nullità, rinviando la causa per un esame di merito sulla pericolosità dei lavori.
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Distanze legali: quando un balcone è costruzione?
Una disputa tra vicini su sopraelevazioni e balconi arriva in Cassazione. La Corte stabilisce un principio chiave sulle distanze legali: un balcone profondo 1,39 metri non può essere considerato meramente ornamentale, ma costituisce un corpo di fabbrica da includere nel calcolo delle distanze. La sentenza della Corte d'Appello, che lo aveva escluso, è stata annullata con rinvio.
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Responsabilità condominio: chi paga i danni da terrazzo?
La Corte di Cassazione ha confermato la responsabilità del condominio per i danni da infiltrazioni originati da un terrazzo a livello di uso esclusivo. Con ordinanza n. 9033/2025, è stato chiarito che se la causa del danno è unitaria (in questo caso, la vetustà della guaina impermeabilizzante), il condominio è tenuto a risarcire tutti i danni conseguenti, inclusi quelli a una loggia coperta. La Corte ha inoltre ritenuto valida la liquidazione del danno basata su fatture che confermavano le stime del consulente tecnico.
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Condomino danneggiato: paga la sua quota di danni?
Una società, proprietaria di un'unità immobiliare, ottiene una condanna al risarcimento danni contro il proprio condominio. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, stabilisce un principio fondamentale: il condomino danneggiato, pur essendo considerato un 'terzo' nella fase di accertamento della responsabilità, rimane un 'condomino' al momento della ripartizione della spesa. Di conseguenza, deve contribuire al pagamento del risarcimento in proporzione alla sua quota di proprietà (pro quota), e il suo credito verso gli altri condomini deve essere ridotto di tale importo. La Corte ha quindi respinto il ricorso della società che pretendeva di ricevere l'intera somma senza partecipare alla spesa.
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Appello incidentale: quando è necessario proporlo?
La Corte di Cassazione chiarisce i limiti del potere del giudice d'appello. In un caso di impugnazione di delibera condominiale, la Corte ha stabilito che il giudice non può riesaminare una questione processuale, come l'ammissibilità di un documento, se la parte soccombente su quel punto non ha proposto uno specifico appello incidentale, anche se vittoriosa nel merito. La sentenza di secondo grado è stata annullata per aver violato il principio della corrispondenza tra chiesto e pronunciato.
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Delibera condominiale: obbligo di pagamento delle spese
Un condomino si opponeva al pagamento delle quote per lavori straordinari, contestando la qualità dell'opera eseguita dall'impresa appaltatrice. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che l'obbligo di pagamento del condomino deriva direttamente dalla delibera condominiale di approvazione della spesa. Tale obbligazione è autonoma e distinta dal rapporto contrattuale tra il condominio e l'impresa. Pertanto, il singolo condomino non può sospendere i pagamenti a causa di vizi nell'esecuzione dei lavori, ma deve comunque versare le proprie quote al condominio.
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Improcedibilità ricorso: quando è inammissibile?
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'improcedibilità del ricorso presentato da un condominio contro una società immobiliare. La causa dell'inammissibilità è stata la mancata allegazione, da parte del ricorrente, della relazione di notificazione della sentenza impugnata, un adempimento procedurale obbligatorio. Tale omissione, rilevabile d'ufficio, ha impedito alla Corte di verificare la tempestività del ricorso, portando alla sua reiezione e alla condanna del condominio al pagamento delle spese legali.
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Notificazione residenza anagrafica: vale l’iscrizione
La Corte di Cassazione ha stabilito la validità di una notificazione eseguita presso la residenza anagrafica risultante da un certificato recente, anche se il destinatario sosteneva di essersi trasferito. Decisivo il fatto che la nuova residenza del soggetto fosse stata cancellata per irreperibilità. La Corte ha ribadito il principio secondo cui la notificazione alla residenza anagrafica è la regola, respingendo il ricorso e confermando la decisione del giudice di merito.
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Recesso per inadempimento: quando è legittimo?
La Corte di Cassazione analizza un caso di recesso per inadempimento da un contratto preliminare di vendita immobiliare. Una promittente venditrice aveva esercitato il recesso trattenendo la caparra, a seguito del ritardo della promissaria acquirente nel fissare la data per il rogito. La Corte ha cassato la decisione di merito, stabilendo che il giudice deve sempre effettuare una valutazione comparativa del comportamento di entrambe le parti e verificare la gravità effettiva dell'inadempimento, non potendo basare la decisione solo sul ritardo di una parte, specialmente se l'altra ha continuato a manifestare la volontà di concludere il contratto.
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Improcedibilità ricorso: errore formale è fatale
La Corte di Cassazione dichiara l'improcedibilità del ricorso di due acquirenti di immobili a causa di un vizio di forma: il mancato deposito della copia notificata della sentenza d'appello. Tale omissione ha impedito alla Corte di verificare il rispetto del termine breve per impugnare, rendendo il ricorso inammissibile. Di conseguenza, anche il ricorso incidentale della società costruttrice è stato dichiarato inefficace. La controversia originaria verteva sulla richiesta di risarcimento per la diminuzione di valore degli immobili, causata dalla costruzione di nuovi edifici che hanno ostruito vista e luce, contrariamente a quanto previsto nel piano di lottizzazione iniziale.
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Indennità di occupazione fallimento: la Cassazione decide
Una società, dopo aver risolto un contratto di affitto d'azienda per inadempimento, si è vista negare gran parte del credito per la successiva occupazione dei locali da parte della curatela fallimentare della ex affittuaria. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 8926/2025, ha ribaltato la decisione. Ha stabilito che l'indennità di occupazione fallimento è sempre dovuta per tutto il periodo di detenzione senza titolo del bene da parte della curatela, configurandosi come responsabilità extracontrattuale. Tale credito, inoltre, va ammesso in prededuzione, a prescindere da una colpa del curatore.
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Esclusione socio cooperativa: motivi inammissibili
Una socia impugnava la delibera di esclusione da una cooperativa edilizia per il mancato pagamento delle quote di un mutuo. La Corte di Cassazione ha dichiarato il suo ricorso inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito. I motivi del ricorso sono stati ritenuti inammissibili perché tentavano una rivalutazione dei fatti, mancavano di autosufficienza e, soprattutto, non si confrontavano con la vera ragione della decisione impugnata (la genericità e novità delle censure sollevate in appello). Il caso sottolinea l'importanza di formulare motivi di impugnazione specifici e pertinenti alla ratio decidendi della sentenza che si intende contestare.
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Cessazione materia del contendere: effetti e spese
Un privato cittadino ha presentato ricorso in Cassazione contro una decisione della Corte d'Appello che aveva respinto la sua richiesta di proprietà per usucapione a favore di un istituto di credito. Durante il processo, le parti hanno raggiunto un accordo transattivo. Di conseguenza, la Corte Suprema ha dichiarato la cessazione materia del contendere, annullando l'efficacia della sentenza impugnata e disponendo la compensazione integrale delle spese legali, come concordato dalle parti.
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Onere della prova: vizi nel preliminare, chi prova?
In una controversia su un contratto preliminare di compravendita, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale sull'onere della prova. A fronte della denuncia di vizi da parte del promissario acquirente, tali da rendere l'immobile inidoneo, spetta al promittente venditore dimostrare di aver adempiuto correttamente alla propria obbligazione, provando l'assenza di tali vizi. La Corte ha cassato la sentenza di merito che aveva erroneamente invertito tale onere.
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Poteri Sindaco: Responsabilità del Comune per inerzia
La Corte di Cassazione ha confermato la responsabilità di un Comune per i danni subiti da una società immobiliare a causa del mancato sgombero di un'area occupata abusivamente. L'ordinanza chiarisce che l'esercizio dei poteri del Sindaco tramite ordinanza contingibile e urgente per questioni di rilevanza locale (ex art. 50 TUEL) impegna la responsabilità diretta dell'ente locale e non dello Stato, poiché il Sindaco agisce quale rappresentante della comunità.
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Produzione documenti in appello: i limiti del 345 cpc
La Corte di Cassazione ha cassato una sentenza d'appello che aveva ammesso un documento decisivo prodotto tardivamente. Il caso riguardava una controversia immobiliare in cui la società attrice aveva introdotto una nuova scrittura privata solo in secondo grado. La Corte ha ribadito che la produzione di documenti in appello è eccezionale e deve essere rigorosamente motivata, cosa che la corte territoriale non aveva fatto. L'ordinanza ha anche dichiarato improcedibile il ricorso incidentale della società per tardivo deposito, confermando la severità delle preclusioni processuali.
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Difetto di titolo esecutivo: asta valida e danni
La Corte di Cassazione ha stabilito che un'esecuzione forzata iniziata con un difetto di titolo esecutivo è invalida dall'origine, anche se altri creditori intervengono. Tuttavia, la vendita dell'immobile all'asta a un terzo in buona fede rimane valida per tutelare l'affidamento. Al debitore, che perde ingiustamente il bene, viene riconosciuto il diritto di chiedere il risarcimento dei danni al creditore che ha agito illegittimamente.
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Mutuo fondiario: ipoteca non si cancella senza saldo
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'acquirente di un immobile, pur avendo pagato l'intero prezzo al costruttore, non ha diritto alla cancellazione automatica dell'ipoteca iscritta a garanzia del mutuo fondiario originario se non si è accollato la relativa quota di debito o non ha saldato la banca. L'acquirente può solo pretendere il frazionamento dell'ipoteca, ma la sua estinzione richiede il soddisfacimento del creditore. Questo verdetto ribalta un precedente orientamento giurisprudenziale.
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Responsabilità del committente: la Cassazione decide
Una proprietaria subisce danni al proprio immobile a causa di lavori di costruzione nel fondo adiacente. La Corte d'Appello condanna solo l'impresa di demolizioni, escludendo la responsabilità del committente. La Corte di Cassazione ribalta la decisione, affermando la persistente responsabilità del committente ai sensi dell'art. 2051 c.c., che non viene meno con l'affidamento dei lavori a un'impresa. La Cassazione cassa la sentenza e rinvia il caso per una nuova valutazione delle responsabilità di tutti i soggetti coinvolti.
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Ricorso inammissibile: quando l’appello è un abuso
La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro una sentenza della Corte d'Appello che confermava l'estinzione di una procedura esecutiva. Il ricorso è stato giudicato carente nell'esposizione dei fatti, rendendolo non scrutinabile. La Corte ha inoltre sanzionato il ricorrente per abuso del potere di impugnazione, condannandolo al pagamento di una somma in favore della Cassa delle ammende.
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