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Diritto Immobiliare

Impugnazione delibera supercondominio: chi può agire?
Un singolo condomino ha impugnato una delibera dell'assemblea dei rappresentanti di un supercondominio. La Corte di Cassazione, pur rigettando il ricorso nel caso specifico, ha corretto la motivazione dei giudici di merito. Ha stabilito un principio fondamentale sull'impugnazione delibera supercondominio: ogni condomino ha il diritto di impugnare, a condizione che il rappresentante del proprio condominio sia risultato assente, dissenziente o astenuto. Nel caso in esame, il ricorso è stato respinto perché il rappresentante aveva votato a favore della delibera.
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Costituto possessorio: vendita e possesso dell’immobile
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 8315/2025, ha rigettato il ricorso per usucapione di un immobile venduto decenni prima, ma nel quale la famiglia del venditore aveva continuato a risiedere. La Corte ha chiarito che, con la vendita, si realizza un 'costituto possessorio': il possesso passa all'acquirente, mentre il venditore che rimane nell'immobile ne diventa un semplice detentore. La presenza di una clausola di riscatto e gli interventi di manutenzione effettuati dall'acquirente hanno ulteriormente confermato la sua qualità di possessore, rendendo impossibile l'acquisto per usucapione da parte degli occupanti.
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Accettazione tacita eredità: la voltura catastale conta
Un erede si opponeva a un pignoramento sostenendo di non aver accettato l'eredità. La Cassazione chiarisce che la voltura catastale, anche se eseguita da un coerede, costituisce un'accettazione tacita eredità, confermando le decisioni di merito. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile anche per un vizio procedurale.
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Inammissibilità ricorso cassazione: l’esposizione dei fatti
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'inammissibilità di un ricorso a causa della mancata esposizione chiara e completa dei fatti di causa, requisito fondamentale previsto dall'art. 366 c.p.c. La vicenda trae origine da un'opposizione a un'esecuzione immobiliare, basata sulla presunta inesistenza della notifica di un decreto ingiuntivo. La Corte ha sottolineato come la carenza espositiva impedisca ai giudici di comprendere appieno la controversia, confermando la rigidità dei requisiti formali per l'accesso al giudizio di legittimità. La decisione evidenzia le conseguenze di un'errata redazione dell'atto, portando a una pronuncia di inammissibilità del ricorso per cassazione.
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Pubblicità ordinanza di vendita: quando è valida?
Un debitore ha contestato un'asta immobiliare sostenendo che una modifica alle condizioni di vendita (relativa alla cauzione) fosse invalida per mancata e formale pubblicità dell'ordinanza di vendita. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che l'inserimento della modifica nell'avviso di vendita regolarmente pubblicato era sufficiente, dato che la variazione era marginale e la possibilità di una cauzione maggiorata era già contemplata nell'ordinanza originale.
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Spese legali correzione errore: la Cassazione decide
Una società, dopo aver perso una causa per la rivendicazione di un immobile, ha impugnato la condanna al pagamento delle spese legali relative a un'istanza di correzione di errore materiale. La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso su questo punto, ha stabilito, in linea con una recente pronuncia delle Sezioni Unite, che il procedimento di correzione di errore materiale non ha natura contenziosa e quindi non può dar luogo a una condanna per le spese legali, in quanto non esiste una vera e propria parte soccombente.
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Restituzione ramo d’azienda: quando il rifiuto è lecito
Una società concedente rifiutava la restituzione di un ramo d'azienda per attività di ristorazione, adducendo danni significativi. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione d'appello favorevole alla concedente, poiché i giudici di merito avevano erroneamente basato la loro valutazione solo sui danni all'immobile, trascurando completamente quelli, più ingenti, relativi al compendio aziendale. La Suprema Corte ha stabilito che per giustificare il rifiuto della restituzione ramo d'azienda, la valutazione della gravità dell'inadempimento dell'affittuario deve essere completa e non parziale, rinviando il caso per un nuovo esame.
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Edilizia residenziale pubblica: il diritto non si eredita
Una recente ordinanza della Cassazione affronta il tema dell'edilizia residenziale pubblica, chiarendo che il diritto all'acquisto di un alloggio popolare non è trasmissibile agli eredi. Il caso riguardava la pretesa di un'erede di riscattare un immobile basandosi su vecchie offerte fatte al padre. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che tale diritto è personale e non ereditario, e che mancano i presupposti per il subentro nel contratto di locazione.
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Indennità di occupazione: quando è dovuta tra ex coniugi
Una recente sentenza della Corte d'Appello ha confermato la condanna di un ex coniuge al pagamento di un'indennità di occupazione in favore dell'altro. Il caso riguardava l'uso esclusivo della casa familiare in comproprietà dopo la separazione. La Corte ha stabilito che l'indennità è dovuta non dalla data della separazione, ma dal momento in cui il comproprietario escluso manifesta formalmente la volontà di utilizzare l'immobile o di ottenere un compenso, cristallizzando così il suo diritto.
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Pignoramento immobiliare: l’errore sulla cantina
Una debitrice impugna un pignoramento immobiliare sostenendo un errore nell'identificazione della cantina annessa all'appartamento. La Corte d'Appello respinge il ricorso, stabilendo che i dati catastali prevalgono sul possesso di fatto e che solo il nuovo acquirente, non il debitore esecutato, può contestare eventuali discrepanze dopo l'aggiudicazione. La sentenza conferma la validità della procedura esecutiva basata sui registri ufficiali.
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Usucapione figlio naturale: quando si interrompe?
La Corte di Cassazione stabilisce un principio fondamentale in materia di usucapione e diritti successori del figlio naturale. La sentenza chiarisce che un figlio, la cui discendenza è riconoscibile secondo la legge vigente al momento della morte del genitore, ha il potere di interrompere l'usucapione sui beni ereditari anche prima che una sentenza passi in giudicato e accerti formalmente la sua filiazione. Secondo la Corte, l'interesse alla conservazione del patrimonio ereditario sussiste fin dal momento della morte del genitore e giustifica l'esercizio di azioni conservative, come l'interruzione dell'usucapione, distinguendole dal diritto di accettare l'eredità, che matura solo con l'accertamento definitivo dello status.
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Usucapione beni ereditari: figlio naturale e diritti
In una complessa vicenda successoria, un uomo viene giudizialmente riconosciuto come figlio naturale di un testatore deceduto decenni prima. La Corte di Cassazione, riunendo due ricorsi, stabilisce un principio fondamentale in materia di usucapione dei beni ereditari: il figlio, anche prima di ottenere la sentenza definitiva che accerta il suo status, ha il potere e l'interesse giuridico per compiere atti interruttivi del possesso altrui. La Corte chiarisce che il decorso del tempo per l'usucapione non è sospeso in attesa dell'accertamento giudiziale della filiazione, distinguendo tra impossibilità giuridica e ostacoli di mero fatto. La sentenza viene cassata con rinvio, fornendo principi guida sui diritti successori e le azioni a tutela del patrimonio.
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Trascrizione accettazione tacita: i requisiti formali
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8520/2025, ha stabilito un principio fondamentale in materia di successioni. Un atto di citazione per una petizione ereditaria, pur costituendo un atto di accettazione tacita, non è un titolo idoneo per la trascrizione nei registri immobiliari. Per la pubblicità immobiliare sono necessari requisiti formali specifici, come una sentenza, un atto pubblico o una scrittura privata autenticata. La Corte ha quindi annullato la decisione di merito che aveva ritenuto legittima una trascrizione accettazione tacita basata sulla sola citazione.
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Lastrico Solare Condominiale: La Nuova Proprietà
La Cassazione chiarisce: se la proprietà di un edificio torna a un unico soggetto, il condominio si estingue. Con la successiva vendita di unità, il lastrico solare condominiale, senza una nuova riserva di proprietà, diventa bene comune. Annullata la parte sulle spese legali.
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Astensione giudice: rinvio causa per nuova composizione
La Corte di Cassazione, a seguito della dichiarazione di astensione del giudice Presidente del Collegio, ha ordinato il rinvio della causa per una nuova composizione. L'ordinanza interlocutoria, emessa in un contenzioso tra un privato e un condominio, sottolinea l'importanza dell'imparzialità del giudice come principio fondamentale del giusto processo.
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Frazionamento mutuo: rifiuto lecito se c’è debito
Una società costruttrice ha citato in giudizio un istituto di credito per i danni derivanti dal rifiuto di procedere al frazionamento del mutuo fondiario. La banca ha giustificato il diniego a causa del grave inadempimento della società nel pagamento degli interessi di preammortamento. La Corte di Cassazione, confermando le decisioni dei gradi precedenti, ha respinto il ricorso della società, stabilendo che il rifiuto della banca era legittimo in base all'eccezione di inadempimento e non contrario al principio di buona fede, dato che il diritto al frazionamento del mutuo era contrattualmente subordinato alla regolarità dei pagamenti.
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Affidamento riscatto: no se i lavori sono abusivi
Un'inquilina di un alloggio popolare, dopo aver eseguito lavori di ristrutturazione anche nel sottotetto, confidava di poter acquistare l'intero immobile. L'ente proprietario, riscontrate irregolarità, ha negato il riscatto e ottenuto la risoluzione del contratto di locazione. La Corte di Cassazione ha confermato le decisioni precedenti, dichiarando inammissibile il ricorso dell'inquilina. La Corte ha stabilito che non può sorgere un legittimo affidamento riscatto alloggio popolare a fronte di un inadempimento grave, come la realizzazione di opere non autorizzate che alterano la struttura dell'immobile.
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Giurisdizione giudice ordinario: recupero spese PA
Una società immobiliare si opponeva a una richiesta di pagamento da parte di un Comune per lavori di messa in sicurezza di un suo immobile, eseguiti d'ufficio. La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha stabilito la giurisdizione del giudice ordinario, chiarendo che la controversia non riguarda la legittimità dell'atto amministrativo originario, ma il diritto soggettivo del Comune al rimborso delle spese. La causa verte quindi su un'obbligazione di diritto privato, la cui competenza spetta al tribunale civile.
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Ricorso in Cassazione: il principio di autosufficienza
Un inquilino di un alloggio popolare ha citato in giudizio l'ente gestore, sostenendo di aver pagato un canone di locazione eccessivo a causa di errori nel calcolo e nell'identificazione dell'immobile. Dopo aver perso in primo e secondo grado, si è rivolto alla Corte di Cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando la violazione del principio di autosufficienza: il ricorrente aveva criticato la perizia tecnica senza riportarne i passaggi essenziali nell'atto, impedendo alla Corte di valutare la fondatezza delle censure.
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Notifica telematica sentenza: quando è valida?
La Corte di Cassazione ha stabilito che la notifica telematica di una sentenza è valida e fa decorrere il termine breve per l'impugnazione, anche in presenza di piccole imperfezioni tecniche (come un hash code non corrispondente), a condizione che il destinatario sia in grado di comprendere chiaramente il contenuto del provvedimento e l'intenzione del notificante. Nel caso specifico, un appello è stato dichiarato improcedibile perché proposto oltre i 30 giorni dalla ricezione di una PEC contenente la sentenza di primo grado, la cui notifica è stata ritenuta pienamente efficace.
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