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Diritto Immobiliare

Distanze tra costruzioni: deroghe e demolizione
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, sospende la decisione su un caso di violazione delle distanze tra costruzioni. Una proprietaria, condannata in appello alla demolizione di una sopraelevazione costruita a meno di dieci metri dal confine, ha impugnato la sentenza. La Corte, prima di decidere sulla legittimità di una deroga prevista dal regolamento edilizio locale, ha ordinato l'acquisizione della normativa urbanistica del Comune per valutarne la conformità alla legge nazionale.
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Risarcimento danno immobiliare: il giudicato conta
La Corte di Cassazione ha confermato la condanna di una società immobiliare al risarcimento del danno per la mancata restituzione di alcuni immobili, protrattasi per otto anni. La Corte ha stabilito che la precedente sentenza, che ordinava il rilascio dei beni, costituiva prova definitiva (giudicato) del possesso da parte della società, rendendola responsabile per la conseguente indisponibilità. Il ricorso della società è stato rigettato, affermando il diritto dei proprietari a ottenere un risarcimento danno immobiliare per il periodo in cui non hanno potuto disporre dei loro beni.
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Diritto di veduta: chi non rispetta la distanza perde
In una controversia ventennale, la Corte di Cassazione ha negato a una proprietaria la demolizione della sopraelevazione del vicino. Il motivo risiede nel fatto che la stessa proprietaria non aveva rispettato le distanze legali per il proprio balcone, non avendo quindi mai acquisito un valido diritto di veduta. La Corte ha stabilito che per esigere il rispetto delle distanze dal vicino, è necessario prima aver rispettato la legge nella creazione della propria veduta.
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Regolamento condominiale contrattuale: stop alle opere
Una condomina ha realizzato ampliamenti edilizi sulla sua proprietà esclusiva, in violazione del regolamento condominiale contrattuale che proibiva modifiche all'estetica e alla statica dell'edificio. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione d'appello, ordinando la demolizione delle opere. La sentenza ribadisce che un regolamento condominiale contrattuale può imporre limiti più stringenti rispetto alla legge, tutelando in modo rigoroso l'aspetto architettonico originale del fabbricato.
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Regolamento condominiale: limiti alla proprietà privata
La Corte di Cassazione interviene in una lunga controversia relativa a una costruzione in un'area privata condominiale. Un proprietario aveva edificato una struttura, contestata dai vicini in base a un restrittivo regolamento condominiale. La Suprema Corte ha annullato la decisione della Corte d'Appello che aveva ordinato la demolizione. L'errore del giudice di secondo grado è stato non verificare, come invece richiesto da una precedente sentenza di Cassazione, l'effettiva applicabilità e opponibilità del regolamento condominiale al singolo proprietario, dando per scontato un punto che invece era cruciale e andava accertato.
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Distanze tra costruzioni: la Cassazione chiarisce
In una controversia su una sopraelevazione edilizia, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale sulle distanze tra costruzioni nei centri storici (Zone A). La Corte ha chiarito che le normative urbanistiche speciali, che impongono il mantenimento delle distanze preesistenti, prevalgono sulla norma generale del Codice Civile. Di conseguenza, in caso di violazione, l'unica tutela ammessa è la demolizione (riduzione in pristino) dell'opera illegittima e non il semplice risarcimento del danno.
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Responsabilità extracontrattuale appaltatore: il caso
La Corte di Cassazione conferma la condanna solidale dell'impresa costruttrice e dell'impresa appaltatrice per gravi vizi in un condominio. Viene ribadito che la responsabilità extracontrattuale dell'appaltatore ai sensi dell'art. 1669 c.c. sussiste anche nei confronti degli acquirenti, i quali possono agire direttamente contro di essa, e che rientra nel potere del giudice qualificare giuridicamente i fatti, senza incorrere nel vizio di extrapetizione.
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Distanze legali costruzioni: Regolamenti locali
Una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce la gerarchia delle fonti in materia di distanze legali costruzioni. Il caso riguardava una disputa tra vicini, dove uno aveva costruito sul confine. La Corte ha stabilito che i regolamenti edilizi locali che impongono una distanza minima assoluta dal confine prevalgono sul principio generale di prevenzione del Codice Civile. Pertanto, il primo costruttore non può imporre le sue scelte al vicino se esiste una norma locale specifica. La Corte ha anche affermato il principio 'iura novit curia', secondo cui il giudice deve applicare d'ufficio tali regolamenti.
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Ordinanza Sindacale: diritto di regresso tra comproprietari
La Corte di Cassazione ha stabilito che un'ordinanza sindacale contingibile e urgente, emessa per la bonifica di un'area privata inquinata, se non impugnata diventa definitiva e crea un'obbligazione solidale tra tutti i proprietari destinatari. Di conseguenza, i comproprietari che eseguono e pagano l'intero intervento hanno pieno diritto di regresso nei confronti degli altri obbligati inadempienti per ottenere il rimborso delle quote spettanti a ciascuno, a prescindere da chi sia il responsabile dell'inquinamento.
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Ricorso inammissibile: l’importanza dei fatti
La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile in una procedura esecutiva. La decisione si fonda sulla mancata esposizione sommaria dei fatti, requisito essenziale previsto dall'art. 366 c.p.c., che impedisce alla Corte di comprendere e valutare la controversia. La pronuncia ribadisce che un atto di impugnazione deve essere autosufficiente, pena la sua inammissibilità e la condanna alle spese.
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Diritto di abitazione: vendita forzata e inammissibilità
La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile un ricorso riguardante l'opposizione alla vendita forzata di un immobile co-intestato a due debitori. La questione centrale era se il diritto di abitazione del coniuge superstite potesse bloccare la vendita della piena proprietà. La Corte ha ritenuto il ricorso formalmente carente e ha confermato che, quando il titolare del diritto è anche il debitore esecutato, il diritto di abitazione si converte in un valore monetario, non impedendo la vendita dell'intero bene.
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Distanze tra costruzioni: Cassazione su scala e muro
La Corte di Cassazione si è pronunciata su una controversia immobiliare riguardante il rispetto delle distanze tra costruzioni. Il caso verteva sull'illegittimità di una scala esterna e di una sopraelevazione. La Corte ha rigettato sia il ricorso principale, che contestava l'ordine di arretramento della scala, sia quello incidentale, relativo alla sopraelevazione su un muro ritenuto comune. L'ordinanza chiarisce che anche le strutture accessorie come le scale rientrano nel calcolo delle distanze e che il permesso edilizio non sana eventuali violazioni delle norme civilistiche.
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Specificità prova per testi: la Cassazione decide
In una controversia tra vicini per un capannone costruito a distanza non legale, la Corte di Cassazione ha annullato la decisione dei giudici di merito che avevano respinto la richiesta di prova testimoniale per genericità. I proprietari del capannone volevano dimostrare, tramite testimoni, di averlo costruito nel biennio 1982/1983, maturando così il diritto a mantenerlo per usucapione. La Suprema Corte ha stabilito che, ai fini della specificità della prova per testi, indicare un arco temporale definito è sufficiente, specialmente quando si deve provare un fatto risalente a oltre vent'anni prima. La valutazione non deve isolare i capitoli di prova, ma considerarli nel contesto generale della strategia difensiva. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Servitù per destinazione del padre di famiglia: il caso
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità di una servitù per destinazione del padre di famiglia, costituita per mantenere un'insegna commerciale sul tetto condominiale. Il caso originava dalla richiesta di risarcimento di un condominio contro una società per l'occupazione del tetto. La Corte ha stabilito che, se l'insegna era visibile e preesistente alla divisione dell'immobile, si è creata una servitù a favore dei locali commerciali della società, escludendo il diritto al risarcimento.
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Distanze legali: nuove norme urbanistiche rilevanti
La Cassazione, in una causa sulle distanze legali tra costruzioni, ha rinviato la decisione per acquisire i regolamenti urbanistici di un Comune, anche se adottati dopo la realizzazione dell'opera. La Corte ritiene che queste norme successive possano essere determinanti per valutare la legittimità della costruzione, ordinando un supplemento istruttorio per decidere il caso.
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Rilascio di un’area: la Cassazione e l’onere della prova
Un club automobilistico ricorre in Cassazione contro la condanna al rilascio di un'area usata come parcheggio. La Corte rigetta il ricorso, confermando che la domanda di rilascio include il ripristino dei luoghi e che la valutazione delle prove sull'occupazione spetta al giudice di merito, non essendo sindacabile in sede di legittimità.
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Azione revocatoria subacquirente: estensione domanda
La Corte di Cassazione ha stabilito che, in un'azione revocatoria, il curatore fallimentare può estendere la domanda anche al subacquirente, ovvero a chi ha acquistato il bene in un secondo momento. Il caso riguardava una complessa catena di vendite immobiliari iniziata da una società garante, poi fallita. La Corte ha chiarito che l'intervento del curatore permette di ampliare l'azione contro tutti gli acquirenti successivi per tutelare i creditori, senza che ciò costituisca una domanda nuova e inammissibile. L'ordinanza conferma la validità dell'azione revocatoria subacquirente promossa dalla curatela fallimentare.
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Presunzione di condominialità: come vincerla in giudizio
Una società costruttrice ha perso la causa per la proprietà di strade e parcheggi in un complesso da lei edificato. La Corte di Cassazione ha confermato che tali aree, per la loro funzione comune, rientrano nella presunzione di condominialità con la vendita del primo appartamento. Un successivo regolamento che ne dichiari la proprietà esclusiva del costruttore non è sufficiente a superare tale presunzione, essendo necessaria una riserva di proprietà nel primo atto di vendita o un successivo atto di trasferimento firmato da tutti i condomini.
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Decreto di trasferimento: include anche le pertinenze?
La Corte di Cassazione stabilisce che il decreto di trasferimento, emesso a seguito di un'espropriazione immobiliare, include anche le pertinenze come un'autorimessa, anche se non perfettamente identificate catastalmente al momento del pignoramento. La Corte ha chiarito che il vincolo pertinenziale e il collegamento fisico sono sufficienti a estendere gli effetti del trasferimento. Qualsiasi contestazione sull'oggetto del trasferimento doveva essere sollevata tempestivamente tramite opposizione agli atti esecutivi, non con un'azione successiva per l'accertamento della proprietà.
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Interversione del possesso: non basta non pagare l’affitto
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha ribadito un principio fondamentale in materia di usucapione. Il caso riguarda un inquilino che, dopo aver smesso di pagare il canone di locazione a un ente pubblico, ha rivendicato la proprietà dell'immobile per usucapione. La Corte ha respinto il ricorso, chiarendo che la semplice inadempienza contrattuale (il mancato pagamento del canone) non è sufficiente a trasformare la detenzione in possesso utile per l'usucapione. Per realizzare una valida interversione del possesso, è necessario un atto esterno inequivocabile, diretto contro il proprietario, che manifesti la volontà di possedere l'immobile come proprio.
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